
Gli americani dicono addio a Napoli. Migliaia a rischio per il dopo Auchan. Alitalia verso l'ennesimo rinvio. Il predecessore, e capo politico in carica, Luigi Di Maio, ha lasciato al ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli molto lavoro da sbrigare. I tavoli aperti cui si cerca di dare una soluzione sono molti e rischiano, in caso di esito negativo, di avere un impatto rilevante in particolare sul mercato del lavoro del Sud Italia, oltre che in tutto lo Stivale. C'è ad esempio la situazione di Auchan Italia, gruppo della gdo rilevato a maggio 2019 dalla Conad. Ieri a Milano alcuni rappresentanti del gruppo Conad si sono incontrati nella sede di Confesercenti per trovare la quadra sulla situazione occupazionale dei dipendenti dei punti vendita Sma e Auchan rilevati dalla cooperativa bolognese. Purtroppo però non si è raggiunto nessun accordo ed è giunto il momento della mobilitazione: il 30 ottobre Filcams-Cgil, Fisascat.Cisl e Uiltucs-Uil hanno proclamato uno sciopero nazionale. La preoccupazione nasce dal modello con cui Conad gestisce i suoi punti vendita. A differenza di altre catene della gdo, la cooperativa bolognese si regge su un modello che si basa sull'assegnazione dei singoli punti vendita a diversi piccoli imprenditori. La paura dei lavoratori è che, con questo sistema, non si riesca a garantire il posto a tutti e 18.000 i dipendenti (5.000 al Sud) coinvolti nei quasi 300 supermercati che passeranno a Conad. Al momento, infatti, solo 5.700 lavoratori sono stati inseriti nel piano del passaggio aziendale e, dunque, hanno ricevuto rassicurazioni sulla loro continuità lavorativa. Per i restanti 12.000, invece, Conad non avrebbe dato ancora risposte certe. «La situazione della trattativa tra Conad e Auchan è meno drammatica di quel che si pensi», spiega Paolo Capone, segretario generale Ugl. «Al momento l'azienda non si è ancora espressa su eventuali tagli al personale. Sono previsti solo 2.500 esuberi volontari», spiega. «Al contrario, però, potrebbero esserci problemi per i lavoratori dell'indotto», al momento circa 6.000 persone. La situazione è dunque in stallo. Le sigle sindacali chiedono subito di aprire un nuovo tavolo di mediazione al Mise. Allo stesso tempo, però, Conad ha rilasciato una nota nella quale afferma che «alcune organizzazioni sindacali diffondono informazioni non corrette e imputano all'azienda di non aver avanzato proposte e di aver solo respinto le richieste del sindacato». Non va meglio alla ex Embraco, l'azienda di Riva di Chieri rilevata dalla Ventures. I lavoratori sono in agitazione perché la produzione non è ancora partita come promesso. Tutte le sigle sindacali chiedono a gran voce un incontro col Mise mentre i vertici aziendali si rifiutano di parlare con i lavoratori. Ancora peggiore la situazione alla Whirlpool dove è stato decretato lo stop alla produzione a partire dal primo novembre. Ieri si è tenuto un incontro tra i vertici della multinazionale americana, il ministro Patuanelli e il premier Giuseppe Conte. Il tentativi del governo di far rispettare il patto firmato dall'azienda (la controparte politica era il Conte uno, non bisogna dimenticarlo) ed evitare la cessione dello stabilimento di Napoli sono stati vani. Di Maio all'epoca titolare del Mise aveva promesso: «accordo fatto, nessun licenziamento». I sindacati così hanno proclamato lo stato di agitazione in tutte le fabbriche Whirlpool. «Non si sono rispettati gli accordi presi tempo fa quando Di Maio era al Mise», dice Capone Pendente anche la situazione di Mercatone Uno. Si sarebbero fatte avanti 24 offerenti, ma solo 11 al momento stanno verificando i numeri della società per valutare se presentare un'offerta. La luce dei riflettori ieri era anche puntata su Alitalia, società da 12.000 dipendenti (molti anche in Meridione) da tempo in affanno. Atlantia, società della galassia Benetton, ha fatto sapere che ieri il cda ha deliberato la disponibilità «a proseguire il confronto per la definizione di un piano industriale condiviso, solido e di lungo periodo per il rilancio di Alitalia e quindi, l'intenzione di Atlantia di partecipare alla formulazione di un'offerta vincolante». Sulla stessa linea anche Ferrovie dello Stato. Ieri il cda del gruppo ha confermato l'intenzione di «proseguire il confronto volto a valutare la formulazione di un'offerta finale per l'acquisto da Alitalia». Di fatto ieri entrambe le aziende hanno chiesto tempo senza però che all'orizzonte ci sia un progetto ben definito. Dal canto suo la tedesca Lufthansa, azienda che aveva aperto uno spiraglio sul salvataggio dell'ex compagnia di bandiera, ieri ha ribadito che il gruppo è interessato a una partnership commerciale ma non a entrare nell'azionariato della newco che salverà Alitalia. Ancora una volta, insomma, le parti coinvolte si sono prese tempo senza trovare una vera risposta, il che si tradurrà in un nuovo esborso per le casse dello Stato.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 12 settembre con Carlo Cambi
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Oggi, a partire dalle 10.30, l’hotel Gallia di Milano ospiterà l’evento organizzato da La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Una giornata di confronto che si potrà seguire anche in diretta streaming sul sito e sui canali social del giornale.
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Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
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Il conservatore americano era aperto al dialogo con i progressisti, anche se sapeva che «per quelli come noi non ci sono spazi sicuri». La sua condanna a morte: si batteva contro ideologia woke, politicamente corretto, aborto e follie del gender.
Chi ha inventato il sistema di posizionamento globale GPS? D’accordo la Difesa Usa, ma quanto a persone, chi è stato il genio inventore?