La realtà non garba alle minoranze. Il «Washington Post» la abolisce
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Rivoluzione nel giornalismo americano: la celebre «obiettività» anglosassone non va più bene, perché nasce in redazioni con troppi ricchi bianchi. Perciò va messa da parte: meglio farsi spiegare il mondo da neri e gay.
Il furbetto del quartiere (televisivo), un tempo sempre pronto a fingersi ostracizzato, ora che non è più in Rai ha l’aria di chi è in esilio (auto imposto). Odia essere definito «buonista», ma c’è un rimedio: basterebbe, una volta tanto, fare vere domande agli intervistati.
In un istituto a Spilimbergo (Pordenone) i docenti invocano la «clausola di minoranza», prevista da una legge del 2015: non possono essere forzati ad agire contro la loro morale. Per loro «Mario» non diverrà «Giorgia».