Inversione di tendenza dopo la forte discesa degli scorsi anni. Nuovo record storico per lo S&P 500. Bene il settore tecnologico. L’esperto di AllianceBernstein: «Fra i titoli interessanti Broadcom e Stantec».
Inversione di tendenza dopo la forte discesa degli scorsi anni. Nuovo record storico per lo S&P 500. Bene il settore tecnologico. L’esperto di AllianceBernstein: «Fra i titoli interessanti Broadcom e Stantec».Nel corso del 2022, il mercato azionario statunitense ha subito una forte discesa, ma nel 2023 e nelle prime settimane del 2024 è tornato a essere la locomotiva del mercato azionario mondiale. Uno sviluppo notevole viene da titoli a maggiore capitalizzazione e in particolare dal settore tecnologico, trainato dagli sviluppi dell’Intelligenza artificiale.Una serie di titoli, i cosiddetti Magnifici sette, ha tratto particolare beneficio da questi sviluppi, anche se alcune di queste aziende (come Tesla, che ha visto un ribasso del circa 20% da inizio 2024) non sembrano più tanto magnifici. «Si è notato che i titoli con maggiore dividendo, i “Dividend aristocrats”, non hanno avuto una buona performance nell’ultimo anno, confermando che non esistono strategie “facili” sempre vincenti in qualsiasi condizione di mercato», spiega Salvatore Gaziano, direttore investimenti di Soldiexpert scf. L’indice S&P 500, che riflette l’andamento delle principali 500 società quotate a Wall Street, ha raggiunto nelle scorse settimane un traguardo storico, toccando per la prima volta i 5.000 punti, un aumento di oltre il 5% dall’inizio dell’anno. La maggior parte di questa crescita proviene dalle «Magnificent seven» (Meta platforms inc, Microsoft, Alphabet, Amazon, Apple, Nvidia, e Tesla motors).Il ritrovato vigore del dollaro Usa è stato poi un fattore positivo per l’obbligazionario statunitense nelle ultime settimane, anche se il debito governativo Usa con durata superiore ai 15 anni mostra ancora i segni del forte rialzo dei tassi d’interesse degli anni recenti, con una discesa di quasi il -20% nel triennio e del -5,6% nell’ultimo anno.In particolare, per quanto riguarda le speculazioni sulla corsa dell’azionario Usa, non mancano le voci di chi si aspetta un rallentamento della crescita a favore delle azioni europee che presentano multipli molto più bassi. Del resto, i titoli del Vecchio continente si sono svalutati notevolmente rispetto a quelli statunitensi a partire soprattutto dalla grande crisi del 2007-2008. Ad esempio, Bnp paribas, una delle prime banche europee, viene valutata la metà rispetto a Wells Fargo, nonostante entrambe generino un rendimento simile sul capitale. Totalenergies, leader europeo del settore petrolifero, è altrettanto redditizio quanto Exxonmobil e Chevron in tutti i settori, ma viene scambiato con uno sconto del 50%.Come spiega Kent Hargis, gestore di AllianceBernstein, tra i titoli su cui puntare c’è «Broadcom, leader globale nella tecnologia delle infrastrutture. La società è ben posizionata per beneficiare dell’Ia, agendo da fornitore di silicio commerciale per reti ad alta velocità e progettando chip Ai personalizzati. Anche Stantec, un’azienda di servizi di consulenza professionale specializzata in ingegneria, e attività correlate, ha intrapreso un percorso di crescita pluriennale grazie ai finanziamenti governativi e a iniziative improntate alla resilienza ambientale ed energetica».
Fabrizio Cicchitto (Ansa)
Rispunta Cicchitto e la spara: l’affaire Garofani sarebbe opera del Kgb. E per certi colleghi le uniche inchieste sono quelle su di noi.
Angelo Fanizza (Imagoeconomica)
Angelo Fanizza lascia l’Authority per la privacy: tentava di farsi svelare le fonti di «Report».
Francesco Saverio Garofani (Imagoeconomica)
Anziché sugli evidenti risvolti politici, il dibattito sul Quirinale gate si sta concentrando sui dettagli di colore: chi ha parlato? Non manca chi avvalora piste internazionali. Nessuno, tuttavia, sembra chiedersi se quelle dichiarazioni fossero opportune.
Gran parte della stampa non risponde alle logiche dell’informazione ma a quelle del potere. Prendete ad esempio il cosiddetto Garofani-gate. Invece di domandarsi se sia opportuno che una persona chiaramente schierata da una parte continui a ricoprire un ruolo super partes come quello di segretario del Consiglio supremo di Difesa, i giornali si sono scatenati alla ricerca della talpa che ha passato l’informazione.
Roberto Fico (Imagoeconomica)
Crosetto rivela: per il gozzo l’ex presidente della Camera paga 550 euro l’anno. La tariffa normale è dieci volte superiore. E nei prospetti che ha presentato da parlamentare il natante non c’è, alla faccia della trasparenza.
A Napoli si dice «chiagne e fotte»: trattasi di una espressione del dialetto partenopeo che indica una persona che ipocritamente mostra un modo di vivere spartano, gramo, mentre in realtà le cose gli vanno più che bene. In sostanza, chi «chiagne e fotte» adotta una doppia morale, una che vale per come vuole apparire, e una per come è. L’ex presidente della Camera, Roberto Fico, candidato alla presidenza della Regione Campania per il centrosinistra, può essere annoverato, in termini politici, tra i più autorevoli esponenti del «chiagne e fotte». Lui, che il primo giorno da presidente della Camera si fece riprendere mentre viaggiava in autobus; lui, il paladino degli ultimi; lui, il simbolo dell’anticasta, in realtà quando si è trattato di godere di privilegi che ai comuni mortali sono negati, non si è tirato indietro.






