2023-05-26
La Wagner ora soffia sul fuoco del golpe
Secondo il capo dei mercenari, Yevgeny Prigozhin, le difficoltà sul campo potrebbero portare allo scoppio di una «rivoluzione». Gli 007 di Kiev: «Vladimir Putin in cima alla lista degli obbiettivi». Poi frenano: «Prenderlo vivo». Cina e Vaticano mediano ancora.Si registra una certa attesa per l’incontro, previsto oggi a Mosca, tra l’inviato cinese per l’Ucraina, Li Hui, e i vertici della diplomazia russa. «Il 26 maggio, il viceministro degli Esteri russo Mikhail Galuzin incontrerà il rappresentante speciale del governo cinese per gli affari eurasiatici, Li Hui», recitava ieri una nota. «Lo stesso giorno», aggiungeva, «Li Hui sarà ricevuto dal ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov». Proprio ieri, la Commissione Ue ha auspicato un «ruolo costruttivo» da parte di Pechino. Sul piano diplomatico continua a muoversi intanto anche la Santa sede. «Sulla pace in Ucraina ribadisco che, in accordo con la segreteria di Stato, la missione vuole contribuire ad allentare le tensioni del conflitto. Siamo coinvolti fino alle lacrime», ha detto il cardinale Matteo Zuppi, a cui Papa Francesco ha recentemente affidato il tentativo di mediazione nella crisi in corso. Non solo. È stato anche reso noto un nuovo scambio di prigionieri tra Ucraina e Russia. La tensione tuttavia non accenna granché a diminuire. Mosca ha confermato che manterrà il controllo sugli armamenti nucleari tattici collocati in Bielorussia. «La Russia non trasferisce armi nucleari alla Repubblica di Bielorussia: il controllo su di esse e la decisione di utilizzarle spetta alla parte russa», ha affermato il ministro della Difesa russo, Sergej Shoigu. Lo stesso ministero della Difesa ha inoltre dichiarato di aver abbattuto 28 droni ucraini e intercettato otto lanciarazzi multipli Himars nell’arco di ventiquattr’ore. Mosca ha fatto anche decollare propri aerei per scortare due bombardieri strategici americani lontano dal confine russo mentre sorvolavano il Mar Baltico. Nel frattempo, le fibrillazioni in seno al fronte russo proseguono. Il capo del Wagner Group, Yevgeny Prigozhin, ha infatti affermato che le difficoltà sul campo di battaglia potrebbero portare allo scoppio di una «rivoluzione» in Russia «proprio come nel 1917», auspicando inoltre che il Cremlino proclami «una legge marziale e una nuova ondata di mobilitazione». «Credo che gli ucraini oggi siano uno degli eserciti più forti del mondo», ha aggiunto, con una stoccata a Shoigu. È in questo quadro che i mercenari del Wagner Group hanno cominciato a ritirarsi da Bakhmut, lasciando la postazione alle truppe regolari di Mosca. A confermarlo, è stato il viceministro della Difesa ucraina Hanna Maliar. «Nei sobborghi di Bakhmut, il nemico ha sostituito le unità del Wagner con unità dell’esercito regolare. Al momento, gli uomini del Wagner rimangono nella città di Bakhmut», ha affermato. Dal canto suo, il capo del Pentagono, Lloyd Austin, ha detto di «sperare» che l’addestramento dei piloti ucraini all’uso dei caccia F-16 possa iniziare «nelle prossime settimane». Eppure tra Washington e Kiev sembra riaffiorato qualche attrito. Il New York Times ha infatti riferito che, secondo l’intelligence statunitense, l’attacco con droni al Cremlino di qualche settimana fa sarebbe stato orchestrato probabilmente dai servizi ucraini. Non è chiaro se questa fuga di notizie sia avvenuta per colpire internamente l’amministrazione Biden o se si tratti, al contrario, di una stoccata della Casa Bianca ai vertici di Kiev. Come che sia, il consigliere di Volodymyr Zelensky, Mykhailo Podolyak, ha respinto l’accusa, definendo inoltre l’attacco al Cremlino come «strano e inutile». Dall’altra parte, il presidente ucraino ha auspicato l’adesione di Kiev all’Unione europea. «Sono sicuro che presto tutti ci daranno un risultato ovvio, che è l’adesione a pieno titolo dell’Ucraina all’Unione europea», ha affermato, intervenendo in videomessaggio al Comitato europeo delle Regioni. «L’Ucraina», ha proseguito Zelensky, «farà parte di un’Europa dove non ci sarà una singola rovina, ricostruiremo tutto ciò che la Russia ha distrutto, mostreremo a tutti qual è la forza dell’Europa». «La Norvegia prenderà in considerazione diversi modi per contribuire alla formazione e all’addestramento dei piloti ucraini sui jet da combattimento F-16», ha invece reso noto il ministro della Difesa norvegese, Bjorn Arild Gram, mentre la Finlandia ha annunciato che invierà a Kiev nuovo equipaggiamento militare dal valore di 109 milioni di euro. Frattanto, l’intelligence ucraina ha fatto sapere di puntare a catturare Vladimir Putin vivo. «Possiamo fare sforzi straordinari per eliminare fisicamente una persona come Putin, possiamo parlarne a lungo, ma la necessità di detenere lui e i suoi complici come criminali di guerra e di portarlo davanti a un tribunale internazionale è, ovviamente, una questione di giusta punizione che sarà attuata», ha dichiarato l’alto esponente dell’intelligence di Kiev, Andriy Yusov, per poi aggiungere: «L’Aia è inevitabile per Putin. E in questa situazione è ancora meglio che sia vivo in questo tribunale». Si tratta di una posizione attenuata rispetto a quella espressa qualche ora prima dal capo aggiunto dei servizi ucraini, Vadim Skibitski, secondo cui il presidente russo sarebbe stato «in cima alla lista» degli obiettivi di Kiev. In questo quadro, il ministero degli Esteri russo ha espulso cinque diplomatici svedesi, oltre a convocare gli ambasciatori di Germania, Svezia e Danimarca per protestare contro la «completa mancanza di risultati» nelle loro inchieste sul sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, avvenuto lo scorso settembre. L’ambasciatrice statunitense in Ucraina, Bridget Brink, ha accusato invece Mosca di ostacolare l’accordo sul grano. Nel frattempo la tensione ha raggiunto anche l’Estremo oriente: il Giappone ha fatto decollare i suoi caccia dopo aver scoperto aerei russi che raccoglievano informazioni al largo delle proprie coste.
Giorgia Meloni (Ansa)
Alla vigilia del Consiglio europeo di Bruxelles, Giorgia Meloni ha riferito alle Camere tracciando le priorità del governo italiano su difesa, Medio Oriente, clima ed economia. Un intervento che ha confermato la linea di continuità dell’esecutivo e la volontà di mantenere un ruolo attivo nei principali dossier internazionali.
Sull’Ucraina, la presidente del Consiglio ha ribadito che «la nostra posizione non cambia e non può cambiare davanti alle vittime civili e ai bombardamenti russi». L’Italia, ha spiegato, «rimane determinata nel sostenere il popolo ucraino nell’unico intento di arrivare alla pace», ma «non prevede l’invio di soldati nel territorio ucraino». Un chiarimento che giunge a pochi giorni dal vertice dei «volenterosi», mentre Meloni accusa Mosca di «porre condizioni impossibili per una seria iniziativa di pace».
Ampio spazio è stato dedicato alla crisi in Medio Oriente. La premier ha definito «un successo» il piano in venti punti promosso dal presidente americano Donald Trump, ringraziando Egitto, Qatar e Turchia per l’impegno diplomatico. «La violazione del cessate il fuoco da parte di Hamas dimostra chi sia il vero nemico dei palestinesi, ma non condividiamo la rappresaglia israeliana», ha affermato. L’Italia, ha proseguito, «è pronta a partecipare a una eventuale forza internazionale di stabilizzazione e a sostenere l’Autorità nazionale palestinese nell’addestramento delle forze di polizia». Quanto al riconoscimento dello Stato di Palestina, Meloni ha chiarito che «Hamas deve accettare di non avere alcun ruolo nella governance transitoria e deve essere disarmato. Il governo è pronto ad agire di conseguenza quando queste condizioni si saranno materializzate». In quest’ottica, ha aggiunto, sarà «opportuno un passaggio parlamentare» per definire i dettagli del contributo italiano alla pace.
Sul piano economico e della difesa, la premier ha ribadito la richiesta di «rendere permanente la flessibilità del Patto di stabilità e crescita» per gli investimenti militari, sottolineando che «il rafforzamento della difesa europea richiede soluzioni finanziarie più ambiziose». Ha poi rivendicato i recenti riconoscimenti del Fondo monetario internazionale e delle agenzie di rating, affermando che «l’Italia torna in Serie A» e «si presenta in Europa forte di una stabilità politica rara nella storia repubblicana».
Nel passaggio ambientale, Meloni ha annunciato che l’Italia «non potrà sostenere la proposta di revisione della legge sul clima europeo» se non accompagnata da «un vero cambio di approccio». Ha definito «ideologico e irragionevole» un metodo che «pone obiettivi insostenibili e rischia di compromettere la credibilità dell’Unione».
Fra i temi che l’Italia porterà in Consiglio, la premier ha citato anche la semplificazione normativa - al centro di una lettera firmata con altri 15 leader europei e indirizzata a Ursula von der Leyen - e le politiche abitative, «a fronte del problema crescente dei costi immobiliari, soprattutto per i giovani». In questo ambito, ha ricordato, «il governo sta lavorando con il vicepresidente Salvini a un piano casa a prezzi calmierati per le giovani coppie».
Nel giorno del terzo anniversario del suo insediamento, Meloni ha infine rivendicato sui social i risultati del governo e ha concluso in Aula con un messaggio politico: «Finché la maggioranza degli italiani sarà dalla nostra parte, andremo avanti con la testa alta e lo sguardo fiero».
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