
Via libera all’accordo Ue-Sudamerica. Il governo italiano consulterà le associazioni.Di questo passo ci faranno digerire anche il Mes - forse serve a Emmanuel Macron - e Ursula von der Leyen per imporre il Mercosur usa il metodo Albert Bourla: come con i vaccini di Pfizer, fa tutto da sola. Ora c’è la corsa a giustificare un accordo che per l’Italia, e in generale per l’agricoltura, è un pessimo accordo. Vendere a Brasile - soprattutto -, Paraguay, Uruguay, Venezuela (come partner associato), Argentina, anche se Javier Milei guarda di preferenza a una partnership diretta con gli Usa, auto, farmaci e prodotti finanziari è in questo momento troppo importante per Germania e Francia. La Von der Leyen che ha fatto una pessima figura nella trattativa sui dazi con Donald Trump, anche se poi a vantaggio di Berlino ha strappato il 15% sulle auto penalizzando il vino e l’agroalimentare, prova a rifarsi una verginità con questo patto commerciale con il Sudamerica. Ai più riottosi - Italia per prima - offre un contentino inserendo qualche clausola per i prodotti agricoli. Giusto quanto basta a Palazzo Chigi per dire: «Il governo italiano accoglie con favore l’inserimento di un pacchetto di salvaguardie aggiuntive a tutela degli agricoltori europei e della salute: un meccanismo di monitoraggio e intervento rapido in caso di perturbazioni nei prezzi, anche a livello di singolo Stato membro, il rafforzamento dei controlli fito-sanitari sulle merci in ingresso e l’impegno a prevedere compensazioni per le filiere agricole eventualmente danneggiate». Il governo assicura che consulterà le varie associazioni in vista della ratifica. Da parte del vicepresidente della Commissione Raffaele Fitto neppure un fiato. Ma il mondo agricolo, e anche quello ambientalista, sono sul chi va là. Tra l’altro il Mercosur è una clamorosa smentita dell’ideologia green. Il Brasile, primo fornitore di prodotti agricoli all’Europa (importiamo per oltre 10 miliardi) usa in campo tanta chimica e ben 47 sostanze vietatissime in Europa, deforesta l’Amazzonia, ha salari da fame, ha posizione dominante su alcuni mercati come quello della carne con la Jbs. Ursula von der Leyen fa però i salti di gioia e scrive su X: «L’accordo Mercosur rappresenta una pietra miliare per l’Ue. Stiamo diversificando e l’industria agroalimentare beneficerà di tariffe più basse e costi ridotti divenendo più competitiva». Chi non fa qualità avrà materia prima di scarso valore a costo più basso, penalizzando i contadini europei: classico esempio, le multinazionali dell’agroalimentare. Per la Commissione il Mercosur aumenterà l’export fino al 39% (49 miliardi di euro), sostenendo oltre 440.000 posti di lavoro in Europa con la riduzione dei dazi su auto (35%), macchinari (14-20%) e prodotti farmaceutici (fino al 14%). Sul fronte agroalimentare si aspetta più export per vino e liquori e olio d’oliva. Perciò l’unica soddisfatta è l’Unione italiana vini. Se l’accordo è così vantaggioso non si capisce però perché la Commissione mette da parte 300 miliardi di euro per il sostegno al reddito agricolo e un fondo di sicurezza da 6,3 miliardi nella prossima Pac. Strano perché la Von der Leyen taglierà 280 miliardi di fondi agricoli nel prossimo bilancio. Tant’è che Coldiretti e Filiera Italia ribadiscono: «L’accordo deve garantire i controlli su tutti i prodotti che entrano se non si vuole mettere a rischio le filiere e la salute dei consumatori». Ettore Prandini, Vincenzo Gesmundo e Luigi Scordamaglia hanno obiezioni precise: la clausola di salvaguardia non basta; è inaccettabile attingere dal fondo di riserva, sono a rischio le piccole imprese e già c’è un aumento d’import del 20% con punte del 35% per la carne. Il presidente di Fedagripesca Confcooperative Raffaele Drei sottolinea: «L’agroalimentare è ancora una volta, come con i dazi di Trump, il settore più penalizzato, sacrificato come merce di scambio» con l’aggravante di una reale minaccia ambientale. Minaccia che spaventa Greenpeace. Martina Borghi osserva: «L’intesa rappresenta un partenariato pericoloso. Meloni dovrebbe opporsi con fermezza all’accordo».
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Il leader russo parla con Jinping di «immortalità» e poi si vede con Kim Jong un «Trump pensa che cospiriamo, ma qui sostengono tutti l’incontro in Alaska».
Massimo D’Alema (Ansa)
Presente alla parata cinese, non si sa bene a che titolo, l’ex premier tesse l’elogio della pace davanti ai carri armati che sfilano. Poi cita un immaginario contributo del Dragone alla sconfitta del nazismo.
Graham Linehan (Getty images)
Altra bastonata laburista alla libertà di espressione. Il comico Graham Linehan fermato all’aeroporto di Londra (come un latitante) per «incitamento all’odio».