2022-08-23
Senza freni il prezzo del gas e purtroppo anche Letta
Enrico Letta (Getty images)
Oltre al goffo blocco delle tariffe, il capo della sinistra pensa a improbabili corsie preferenziali per le rinnovabili e ai consueti bonus a pioggia. La solita minestra riscaldata che, respingendo ideologicamente nucleare e rigassificatori, ci lascerà al freddo e al buio.Ci sono due notizie, una buona e l’altra no. La prima è che l’Eni ha scoperto un enorme giacimento di gas al largo di Cipro, con circa 70 miliardi di metri cubi di metano, cifra che da sola ci consentirebbe di affrancarci dalla dipendenza dal metano russo. La cattiva notizia è che per estrarlo ci vorranno un anno o forse due e poi servirà altro tempo, forse lo stesso che è richiesto per cominciare a pomparlo dal sottosuolo, al fine di costruire un metanodotto che colleghi l’Italia allo specchio di mare in cui gli esperti dell’Eni hanno individuato la presenza di gas. In altre parole, per riuscire a sfruttare il giacimento individuato dagli ingegneri dell’ente petrolifero ci vorranno anni e nel frattempo siamo costretti a fare i conti con un prezzo del metano la cui rincorsa sembra non finire mai. Ieri, commentando la guerra delle sanzioni, che secondo me ha vinto Putin, citavo il record toccato dalle quotazioni del gas sul mercato olandese. Rispetto a un anno fa, i 260 euro a chilowattora raggiunti la scorsa settimana sono una cifra incredibile e di certo non sostenibile per il sistema economico. Beh, neppure il tempo di spiegare perché a questi prezzi dell’energia molte imprese rischiano di andare in bancarotta, che la cronaca mi ha scavalcato: invece di 260 euro a megawattora, considerati già un livello molto pesante, ieri si è arrivati a quota 295, una crescita che a breve potrebbe sfondare il tetto dei 300 euro.In tutta Europa è allarme, perché l’aumento del prezzo del gas in autunno e in inverno avrebbe effetti devastanti sui conti delle aziende e delle famiglie. Il costo del metano influisce sulla produzione in quanto, oltre ad alimentare i forni di numerose industrie (si va dalle fabbriche di acciaio a quelle delle ceramiche, passando per le cartiere) è il combustibile più utilizzato per far funzionare le centrali elettriche. Senza gas si fermano le linee di lavorazione, ma si spengono anche le luci, per non parlare del riscaldamento. Nonostante le minacce di Putin di lasciarci al freddo, al momento non si intravede un rischio vero di blackout, ma il problema è la bolletta. Chi pagherà i prezzi sempre più alti e quali saranno gli effetti sul sistema economico? L’inflazione è già ai massimi degli ultimi 20 anni e si tira dietro l’aumento della rata dei mutui e più in generale dei finanziamenti bancari. In pratica, oltre a pesare nella borsa della spesa, il prezzo del gas è destinato a incidere anche nel portafogli per via degli interessi.Mario Draghi qualche settimana fa disse che avremmo dovuto aspettarci un autunno difficile, ma quello che avanza sembra un po’ più preoccupante di quanto ha lasciato intendere il presidente del Consiglio. Se la Germania si prepara a un risparmio del 15-20 per cento dei consumi, significa che la situazione è davvero grave: se i tedeschi, che guidano la locomotiva d’Europa, si predispongono all’austerity, noi non possiamo fare finta di niente, come invece si è fatto finora, minimizzando gli effetti delle sanzioni contro la Russia, principale causa dei rincari.Già quanto ho raccontato dovrebbe allarmare, ma poi mi è toccato ascoltare la ricetta di Enrico Letta per fronteggiare il caro gas e ho capito che il segretario del Pd ha scoperto l’acqua calda. Dopo aver constatato che le misure europee per fermare la rincorsa dei prezzi non sono servite a nulla, Letta ha riscaldato la vecchia idea di mettere un tetto al prezzo del gas. Siccome finora non ci è riuscito nessuno, perché la proposta è inapplicabile, Letta ha deciso di farla sua. Bloccare il prezzo per evitare di farlo salire dev’essergli parsa un’idea degna di un premio Nobel. Peccato che il venditore di gas, cioè Putin, non abbia nessuna voglia di cederlo al prezzo che desidera l’acquirente, perché pur di non agevolarci è disposto a svendere il gas a chi è pronto a comperarlo sottobanco. Che sia acqua calda lo dimostra una semplice considerazione: se non ci è riuscita la Ue, come può riuscirci la sola Italia? Ma tra le geniali proposte del leader del Pd ci sono anche il disallineamento dei prezzi dell’energia rinnovabile dagli altri, ma non capisce che così eolico e solare costerebbero di più visto che per incrementare la produzione servono investimenti. Secondo Letta poi, bisognerebbe creare un contratto luce sociale per imprese e famiglie, cioè inventare l’ennesimo bonus a carico della fiscalità generale, dimenticando che già ora i Comuni pagano le bollette delle famiglie indigenti (in massima parte composte da immigrati). E, dulcis in fundo, un credito d’imposta per le imprese, anche questo pagato dal già disastrato bilancio pubblico.In pratica, quella di Letta è una minestra riscaldata, bollita e ribollita nell’ideologia, senza nessuna apertura sul nucleare e nemmeno un ripensamento sui rigassificatori o sulla guerra. Senza giri di parole, se queste sono le idee della sinistra per far fronte alla più grave crisi energetica dopo lo choc petrolifero degli anni Settanta, c’è una sola raccomandazione che mi sento di fare. Preparate le candele, perché ci torneranno utili se le elezioni le dovesse vincere il Pd con la sua banda del No a qualsiasi cosa odori di futuro.
Oltre quaranta parlamentari, tra cui i deputati di Forza Italia Paolo Formentini e Antonio Giordano, sostengono l’iniziativa per rafforzare la diplomazia parlamentare sul corridoio India-Middle East-Europe. Trieste indicata come hub europeo, focus su commercio e cooperazione internazionale.
È stato ufficialmente lanciato al Parlamento italiano il gruppo di amicizia dedicato all’India-Middle East-Europe Economic Corridor (IMEC), sotto la guida di Paolo Formentini, vicepresidente della Commissione Affari esteri, e di Antonio Giordano. Oltre quaranta parlamentari hanno già aderito all’iniziativa, volta a rafforzare la diplomazia parlamentare in un progetto considerato strategico per consolidare i rapporti commerciali e politici tra India, Paesi del Golfo ed Europa. L’Italia figura tra i firmatari originari dell’IMEC, presentato ufficialmente al G20 ospitato dall’India nel settembre 2023 sotto la presidenza del Consiglio Giorgia Meloni.
Formentini e Giordano sono sostenitori di lunga data del corridoio IMEC. Sotto la presidenza di Formentini, la Commissione Esteri ha istituito una struttura permanente dedicata all’Indo-Pacifico, che ha prodotto raccomandazioni per l’orientamento della politica italiana nella regione, sottolineando la necessità di legami più stretti con l’India.
«La nascita di questo intergruppo IMEC dimostra l’efficacia della diplomazia parlamentare. È un terreno di incontro e coesione e, con una iniziativa internazionale come IMEC, assume un ruolo di primissimo piano. Da Presidente del gruppo interparlamentare di amicizia Italia-India non posso che confermare l’importanza di rafforzare i rapporti Roma-Nuova Delhi», ha dichiarato il senatore Giulio Terzi di Sant’Agata, presidente della Commissione Politiche dell’Unione europea.
Il senatore ha spiegato che il corridoio parte dall’India e attraversa il Golfo fino a entrare nel Mediterraneo attraverso Israele, potenziando le connessioni tra i Paesi coinvolti e favorendo economia, cooperazione scientifica e tecnologica e scambi culturali. Terzi ha richiamato la visione di Shinzo Abe sulla «confluenza dei due mari», oggi ampliata dalle interconnessioni della Global Gateway europea e dal Piano Mattei.
«Come parlamentari italiani sentiamo la responsabilità di sostenere questo percorso attraverso una diplomazia forte e credibile. L’attività del ministro degli Esteri Antonio Tajani, impegnato a Riad sul dossier IMEC e pronto a guidare una missione in India il 10 e 11 dicembre, conferma l’impegno dell’Italia, che intende accompagnare lo sviluppo del progetto con iniziative concrete, tra cui un grande evento a Trieste previsto per la primavera 2026», ha aggiunto Deborah Bergamini, responsabile relazioni internazionali di Forza Italia.
All’iniziativa hanno partecipato ambasciatori di India, Israele, Egitto e Cipro, insieme ai rappresentanti diplomatici di Germania, Francia, Stati Uniti e Giordania. L’ambasciatore cipriota ha confermato che durante la presidenza semestrale del suo Paese sarà dedicata particolare attenzione all’IMEC, considerato strategico per il rapporto con l’India e il Medio Oriente e fondamentale per l’Unione europea.
La presenza trasversale dei parlamentari testimonia un sostegno bipartisan al rapporto Italia-India. Tra i partecipanti anche la senatrice Tiziana Rojc del Partito democratico e il senatore Marco Dreosto della Lega. Trieste, grazie alla sua rete ferroviaria merci che collega dodici Paesi europei, è indicata come principale hub europeo del corridoio.
Il lancio del gruppo parlamentare segue l’incontro tra il presidente Meloni e il primo ministro Modi al G20 in Sudafrica, che ha consolidato il partenariato strategico, rilanciato gli investimenti bilaterali e discusso la cooperazione per la stabilità in Indo-Pacifico e Africa. A breve è prevista una nuova missione economica guidata dal vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Tajani.
«L’IMEC rappresenta un passaggio strategico per rafforzare il ruolo del Mediterraneo nelle grandi rotte globali, proponendosi come alternativa competitiva alla Belt and Road e alle rotte artiche. Attraverso la rete di connessioni, potrà garantire la centralità economica del nostro mare», hanno dichiarato Formentini e Giordano, auspicando che altri parlamenti possano costituire gruppi analoghi per sostenere il progetto.
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