2025-02-16
Austria, rifugiato siriano uccide e se la ride
L'attentatore di Villach che ha ucciso un quattordicenne e ferito altre 4 persone
Terrore a Villach: ventitreenne con permesso di soggiorno accoltella a caso quattro persone e fredda un quattordicenne. Il giovane è la terza vittima di stranieri in pochi giorni: ieri sono decedute anche la mamma e la figlia di due anni investite a Monaco da un afgano.Il boia questa volta è un siriano di 23 anni con in tasca permesso di soggiorno e documenti in regola. Ieri pomeriggio ha sconvolto Villach, cittadina austriaca nel cuore della Carinzia, facendosi largo a coltellate in pieno centro storico, a pochi passi dalla Hauptplatz, la piazza principale, circondata da edifici storici e caffè all’aperto, mentre lo struscio di residenti e turisti cominciava ad animarsi. Un ragazzino di 14 anni non ha avuto scampo. Il coltello del siriano lo ha trafitto mortalmente sotto gli occhi terrorizzati dei presenti, proprio davanti a una bancarella che vendeva cibo da asporto. Le altre quattro persone sulle quali si è lanciato subito dopo lottano tra la vita e la morte in ospedale. L’aria si è fatta subito cupa e, anche se non ci sono ancora conferme ufficiali sul movente, in molti pensano che l’attacco presenti tutte le caratteristiche di un atto terroristico. E a soli due giorni dai fatti di Monaco. Un ristoratore chiude il locale e serra la saracinesca con i clienti all’interno per metterli in salvo. Mentre un uomo, un commerciante ambulante, anche lui di origini siriane, reagisce. Sale in macchina, preme sul gas e investe il boia, mettendolo fuori gioco proprio mentre arrivava la polizia. Un gesto che ha evitato una strage. Villach un attimo dopo si trasforma in una città blindata. Due elicotteri della polizia solcano il cielo. Il reparto Cobra, una squadra speciale della polizia austriaca, si mobilita. Le forze dell’ordine non escludono la presenza di un secondo aggressore. Parte una caccia all’uomo. Il centro si svuota. Serrande abbassate, ristoranti chiusi, strade deserte. Un silenzio irreale. Anche la circolazione dei treni è stata fermata. E a ogni incrocio è stato istituito un posto di blocco. Gli investigatori scavano nella vita del boia siriano. Chi è? Perché ha ucciso? Nessun messaggio, nessuna rivendicazione. La polizia chiede ai cittadini di consegnare video e testimonianze. Ogni dettaglio può fare la differenza. Dalle prime attività investigative è risultato incensurato. «Non ho mai visto nulla di simile in 20 anni di lavoro», confessa affranto il portavoce della polizia, Rainer Dionisio. «Era sbalordito», scrive il quotidiano della Carinzia Kleine Zeitung, mentre spiegava ai cronisti che «i video dell’arresto mostrano l’autore del reato che ride». L’alloggio dell’accoltellatore, in una struttura d’accoglienza a Langauen, è stato subito perquisito. Villach non è abituata a questo orrore. Nel frattempo, il boia siriano resta in custodia. Il suo permesso di soggiorno, spiegano le autorità, «è sotto revisione». Le autorità vogliono sapere chi sia davvero e perché abbia deciso di trasformare una tranquilla cittadina austriaca in un mattatoio. Il governatore Peter Kaiser si è detto «profondamente scioccato». Poi ha aggiunto: «Questa atrocità deve portare a gravi conseguenze per chi l’ha commessa». Kaiser ha sottolineato «che l’Austria e l’Unione europea hanno bisogno di attuare delle direttive molto restrittive in materia di immigrazione e asilo». Qualsiasi sia il movente resta di fatto un crimine legato all’immigrazione. Come a Monaco. Dove, però, l’afgano che prima di stabilirsi lì a fine 2016 era passato per l’Italia approdando con il classico barcone nella Locride per partire il giorno seguente per Brescia, facendo perdere le sue tracce. È ricomparso l’altro giorno con la sua Mini Cooper, con la quale si è scagliato contro i manifestanti di un sindacato. In questo caso l’aggressore, subito dopo l’arresto, ha confessato di aver agito spinto da «motivazioni religiose» e si è addirittura messo a pregare. Ieri due dei 36 feriti sono morti. Si tratta di una mamma e di sua figlia che erano rimaste bloccate sotto l’auto dell’afgano a fine corsa. Le loro condizioni erano risultate disperate sin da subito. L’uomo accusato di averle uccise resta in custodia cautelare. La giustizia tedesca ne aveva reso noti solo il nome e l’iniziale del cognome, Farhad N., ma si è subito appreso che si chiama Fahrad Noori, un fotomodello palestrato che sui suoi social faceva sfoggio dei suoi muscoli e della sua Mini Cooper. All’arrivo in Germania gli fu diagnosticato un disturbo post-traumatico da stress, ma i periti che si occupano del caso escludono disturbi psicologici che possano legare l’assalto alla folla in auto che ha messo in atto nel centro di Monaco a una patologia psichiatrica. Al momento, quindi, per gli inquirenti tedeschi si tratterebbe, insomma, di un attacco terroristico in piena regola, messo in atto da un lupo solitario. E ora tocca alla polizia austriaca accertare cosa abbia spinto il siriano a uscire di casa con il coltello.
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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Viktor Orbán durante la visita a Roma dove ha incontrato Giorgia Meloni (Ansa)
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