Il riconoscimento è dato alla tradizione gastronomica e lo sformato è l’emblema della nostra tradizione. Quello di cavolfiore poi è spettacolare: morbido, opimo, si presta a mille farciture e diventa piatto unico, perfetto piatto di mezzo, emblema della convivialità e della festa ed essendo il cavolfiore verdura d’inverno fa subito avvento!
Ingredienti – Un cavolfiore di 800 gr, 150 gr di prosciutto cotto, una scamorza bianca, 300 ml di latte, 120 gr di farina e 180 gr di Parmigiano Reggiano o Grana Padano grattugiati, 120 gr di burro di primo affioramento, 8 cucchiai di pangrattato, un uovo, noce moscata, sale e pepe qb.
Procedimento – Dividete il cavolfiore in tante cimette e lassatelo in abbondante acqua non salata. Scolatelo quando è morbido, ma non disfatto e mettetelo in un colino a perdere tutta l’acqua. Nel frattempo fate fondere ¾ del burro in un pentolino, quando si è sciolto aggiungete la farina e fate un roux (cioè fate assorbire sempre rigirando il burro dalla farina facendo in modo che si stacchi dalle pareti del pentolino). Ora aggiungete il latte tiepido e sempre girando con una frusta in modo che non si formino grumi aggiustate di sale, di pepe e di abbondante noce moscata. Appena vedete che la besciamella si addensa aggiungete ¾ del formaggio grattugiato e fuori fuoco sempre girando aggiungete l’uovo. Fate a dadolini la scamorza, fate a listarelle il prosciutto cotto e amalgamateli al cavolo lesso che avrete tritato abbastanza finemente, ora fate assorbire al composto la besciamella. Imburrate ben bene una teglia da forno, cospargetela di pangrattato e sistematevi pressandolo un po’ il composto di cavolfiore. Sistemate in superfice altro pangrattato e il formaggio rimasto e infornate a 180/190° per una ventina di minuti e poi passate al grill per altri cinque minuti e servite.
Come fa divertire i bambini – Date a loro il compito di amalgamare l’impasto.
Abbinamento – Noi abbiamo scelto un Sauvignon del Collio, vanno benissimo tutti i bianchi aromatici. Se volete optare per un rosso scegliete vini profumati e non marcatamente tannici: Cerasuolo di Vittoria, Pere e’ Palummo, Lacrima di Morro d’Alba, un esuberante Lambrusco o una Bonarda dell’ Oltrepò.
Marco Scatarzi e Lorenzo Cafarchio raccontano boicottaggi, accuse grottesche e tentativi di censura tra fiere del libro e festival. Perché il pluralismo diventa un problema solo quando non è di sinistra?





