2023-01-26
Il vice del Csm passa al centrodestra. Ma Renzi ci mette subito il cappello
Fabio Pinelli (Imagoeconomica)
Con 17 voti contro 14, la maggioranza riesce a eleggere il leghista Fabio Pinelli mentre la sinistra giudiziaria va al muro contro muro ed esce sconfitta. L’endorsement del Rottamatore rivela l’aiutino del Terzo polo.Il numero due dell’organo di garanzia dei magistrati, il primo non di centrosinistra, difese Luca Morisi e Luca Zaia. Ma si considera indipendente ed è apprezzato in modo trasversale.Lo speciale contiene due articoli.Nella votazione per l’ambitissima poltrona di vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura la sinistra giudiziaria ha scelto il muro contro muro e ha perso, dopo decenni, la carica più importante del parlamentino dei giudici. Trattandosi di voto segreto non è facile decifrare i giochi che si sono sviluppati tra la prima e la terza votazione, quella decisiva per l’incoronazione dell’avvocato patavino Fabio Pinelli, laico eletto in quota Lega.Dopo la vittoria finale per 17 a 14 (31 votanti e un astenuto) le prime esegesi avevano portato molti commentatori a supporre che la corrente di Unicost, orfana di Luca Palamara, fosse andata a ranghi sparsi, prima astenendosi e poi spaccandosi: due consiglieri da una parte e due dall’altra. Ma forse la ricostruzione corretta non è questa. Del resto la stessa corrente centrista ci ha tenuto a far sapere che, «dopo aver esaminato senza pregiudiziali ideologiche i profili dei candidati e, pur apprezzando l’altissima qualità del curriculum del consigliere poi eletto, hanno ritenuto di sostenere, nelle diverse votazioni, il consigliere Roberto Romboli». Fine delle chiacchiere. Martedì sera dentro la maggioranza parlamentare qualcuno aveva azzardato che Magistratura democratica avrebbe potuto votare per Pinelli, dal momento che Domenica Miele e Roberto Fontana (eletto come indipendente) considererebbero l’altra corrente di sinistra, Area, un gruppo dedito alla gestione del potere.Alla prima chiama Pinelli ha totalizzato 14 voti, che secondo gli esperti di scacchi che hanno giocato questa partita, corrisponderebbero ai sette togati della corrente conservatrice di Magistratura indipendente e ai sette laici. Una pesca scontata. Inizialmente devono essere rimasti fuori dalla somma i voti dei laici del Terzo polo e del Movimento 5 stelle, entrambi considerati più vicini al centrodestra e inseriti da quella parte nel pallottoliere di Fdi, Lega e Forza Italia. Per il professore emerito in quota Pd Romboli, dovrebbero, invece, avere votato in prima battuta i sei togati di Area, i due di Md, i quattro di Unicost e lo stesso Romboli. Si sarebbero astenuti i due membri di diritto del Csm (il primo presidente della Cassazione, Pietro Curzio , e il procuratore generale della Cassazione, Luigi Salvato), i due succitati laici e Andrea Mirenda, togato e battitore libero.Ma tra la prima tornata e la seconda qualcuno ha iniziato a far pesare il proprio voto.Sospettiamo, ma possiamo sbagliarci, che uno dei giocatori di poker che hanno preferito bluffare al primo giro, così da far alzare la posta, possa essere stato l’avvocato cosentino Ernesto Carbone, renziano prima di Renzi, famoso per il suo «ciaone» social sbattuto in faccia alla sinistra per il mancato raggiungimento del quorum nel referendum sulle trivelle e celebre per i viaggi «proletari» con il fu Rottamatore a bordo della sua Smart.È certo che almeno dal secondo turno Carbone abbia votato per il vincitore, tanto che Renzi e il Terzo polo hanno rivendicato l’appoggio e il leader di Italia viva, in attesa di passare all’incasso, ha dichiarato: «L’avvocato Fabio Pinelli è il nuovo vicepresidente del Csm. Davvero un’ottima scelta: serio, autorevole, credibile. Complimenti e buon lavoro». Se il buongiorno si vede dal mattino, ai magistrati che hanno fascicoli aperti su Renzi & Co. consigliamo di non stare sereni.Di certo al secondo voto uno degli astenuti del primo turno potrebbe essere passato con Pinelli, che ha visto così crescere le proprie preferenze da 14 a 15. Contemporaneamente Romboli ha perso un punto, che non sappiamo se sia andato all’avversario (cosa non molto probabile) o sia finito nella cesta degli astenuti. Potrebbe anche essere successo che, dopo il passaggio di un laico «astenuto» con Pinelli, uno dei due consiglieri di Md abbia scelto di ritirare la propria preferenza dopo aver visto che con Romboli non si andava da nessuna parte.A questo punto la sinistra giudiziaria, di fronte a una tale situazione di impasse, anziché saltare sul carro del vincitore e chiedere di governare il Csm in modo bipartisan votando tutti insieme, ha continuato a resistere e nell’ultimo scrutinio, per raggiungere la quota di 14 consiglieri, dovrebbe aver pescato tra gli astenuti: o entrambi i membri di diritto del Csm o un solo ermellino e l’eventuale astenuto di Md (magari l’indipendente Roberto Fontana). All’ultimo giro, su Pinelli, invece, dovrebbero aver virato anche il secondo laico indeciso, il grillino Michele Papa, ipotesi sposata dentro la maggioranza, e Mirenda. A questo punto l’unica scheda bianca rimasta potrebbe essere di Curzio (Area), di Salvato (Unicost, ma legato alla corrente in modo più tiepido del collega) o di uno dei togati in quota Md. Prima del voto per il vicepresidente ce n’è stato un altro meno combattuto per la verifica titoli che si è concluso positivamente per tutti in modo quasi unanime. Solo Mirenda si è posto di traverso sul settantaduenne Romboli, ormai professore ordinario in pensione. I colleghi devono essersi dimenticati di quanto accaduto il 20 ottobre 2020 quando l’ex campione di Mani pulite Piercamillo Davigo è stato dichiarato decaduto da consigliere del Csm poiché quello stesso giorno aveva compiuto 70 anni e quindi non aveva più il titolo di «magistrato», essendo passato in quiescenza così come previsto dalla legge. La regola sembra non valere per i professori.Ma torniamo all’elezione del vicepresidente. I tempi di Area e Unicost pigliatutto sembrano finiti. Persino Md e grillini paiono non essere così in linea con il gruppo progressista di maggioranza. E del resto lo strappo tra Area e Md era già stato una spia del cambiamento. Nel 1994 il premier Silvio Berlusconi si trovò contro un Csm con vicepresidente Piero Alberto Capotosti, giurista vicino al Partito popolare. Nel 2002 il parlamentino guidato da Virginio Rognoni e nel 2008 quello capeggiato da Nicola Mancino. Nel 2010 venne scelto quasi all’unanimità l’esponente centrista (Udc) Michele Giuseppe Vietti, ex sottosegretario alla Giustizia nel governo Berlusconi del 2001, ma anche in questo caso i primi a convergere su di lui erano stati i dem visto che il candidato del Cavaliere era Annibale Marini, mentre all’Anm imperversava l’alleanza Area-Unicost rappresentata dai rampanti Giuseppe Cascini e Luca Palamara. In conclusione per la prima volta dopo moltissimi anni il pallino sembra in mano ai moderati.Gli esponenti di Area uscenti ieri hanno salutato Palazzo dei marescialli con queste parole: «Oggi termina la nostra esperienza al Consiglio […]. Ci congediamo con una sorta di Diario dei Diari, un riepilogo delle decisioni più importanti, divise per materia ossia per commissione consiliare di competenza; all’ultimo paragrafo, un elenco di temi di riflessione ancora aperti». Lapidario il commento del giudice Andrea Reale, altra toga fuori dalle correnti: «Dopo il libro “bianco” redigerete anche quello “nero”? Temo che esso sarebbe molto più corposo del primo. Personalmente sono certo che non rimpiangerò affatto questo Csm, che verrà ricordato nella storia repubblicana come quello che ci ha fatto perdere ogni (residua) credibilità davanti all'opinione pubblica. E non solo...». Il dopo Palamara può davvero cominciare.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/vice-csm-passa-centrodestra-2659310261.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="lavvocato-leghista-amico-di-violante" data-post-id="2659310261" data-published-at="1674678968" data-use-pagination="False"> L’avvocato leghista amico di Violante Fabio Pinelli, primo vicepresidente espressione del centrodestra della storia del Csm, è nato a Lucca nel 1966. Si è laureato in giurisprudenza presso l’università degli Studi di Milano, è iscritto dal 1997 all’Albo degli avvocati di Padova, sua città di adozione, e dal 2010 all’Albo speciale degli avvocati ammessi al patrocinio in Cassazione e nelle altre giurisdizioni superiori. Avvocato penalista, indicato dalla Lega come componente laico del Csm, è stato il difensore di esponenti di primo piano del Carroccio, come l’ex sottosegretario Armando Siri, l’ex spin doctor di Matteo Salvini, Luca Morisi, e il presidente del Veneto, Luca Zaia. Davanti alla Corte costituzionale rappresenta il Senato nel conflitto con i pm di Firenze titolari dell’indagine Open a carico di Matteo Renzi. Naturalmente, ora lascerà questi procedimenti. Specializzato nel diritto penale dell’economia, Pinelli, fino alla nomina a componente del Csm, è stato professore a contratto presso l’università Ca' Foscari di Venezia e titolare dell’insegnamento di diritto penale dell’ambiente, del lavoro e della sicurezza informatica (Internet e privacy). È coautore del manuale Lineamenti di diritto penale dell’ambiente e della sicurezza sul lavoro, e fino all’elezione nel Csm è stato membro del comitato scientifico di Fondazione Leonardo - Civiltà delle macchine, socio di Italiadecide, associazione per la qualità delle politiche pubbliche, presidente di Padovalegge. È stato anche presidente della Fondazione Salus Pueri, costituita nel 1992 con lo scopo di promuovere progetti e raccogliere risorse a favore della pediatria di Padova, con l’obiettivo di realizzare una struttura ospedaliera a misura del bambino e della sua famiglia. Luciano Violante, presidente di Fondazione Leonardo - Civiltà delle macchine e di Italiadecide, è considerato tra gli sponsor più importanti di Pinelli, che dunque gode dell’apprezzamento di personalità anche distanti dal centrodestra. Si considera infatti un indipendente, Pinelli, al quale il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che in quanto presidente del Csm ha partecipato al plenum, dopo l’elezione si è rivolto a lui con queste parole: «Con la sua elezione lei è divenuto il punto di riferimento che raccoglie tutti i componenti del Consiglio che devono sentirsi da lei rappresentati, ascoltati e garantiti, nell’esercizio della loro funzione». «Sono veramente onorato», ha detto Pinelli dopo la sua elezione, «per questo incarico e ruolo che mi avete riconosciuto. È una grande emozione, mi rendo conto della gravosissima responsabilità. Orienterò ogni mio comportamento nell’interesse del Paese e con la guida e il faro del presidente della Repubblica».