Una tendenza che si è sviluppata nel biennio della pandemia per evitare restrizioni legate al green pass, che è poi diventata un modello di vita alternativo. Ecco un itinerario studiato ad hoc che attraversa tutta la penisola dal Trentino Alto Adige alla Sicilia.
Una tendenza che si è sviluppata nel biennio della pandemia per evitare restrizioni legate al green pass, che è poi diventata un modello di vita alternativo. Ecco un itinerario studiato ad hoc che attraversa tutta la penisola dal Trentino Alto Adige alla Sicilia.I modi di viaggiare sono tanti da sempre, ma la tendenza – almeno da quando è esploso il Covid, con tutto ciò che ha portato e continua a portare con sé – è quella di affrancarsi, almeno in parte, da vincoli e folle.L’ultimo biennio, oltre alla marea di cattive notizie con cui ci ha sommersi, ha risvegliato tra gli italiani desideri e bisogni sopiti, come il contatto con la natura e una maggiore autonomia, non solo per quanto riguarda le scelte di viaggio. La solitudine coatta, le chiusure e l’impossibilità di muoversi per un lungo periodo hanno aiutato alcuni a fare il punto sulla propria esistenza. Da quel momento è stato tutto un fioccare di richieste per lavori e viaggi più agili e meno schematici, più liberi e a misura d’uomo.Ecco quindi lo smart working trasformarsi, in alcuni casi, in vero e proprio nomadismo digitale. Non solo: è riemerso dalla polvere degli anni ‘70 il van, divenuto per alcuni una casa alternativa e per altri un modo più economico e selvaggio di viaggiare.Il van piace, è un buon investimento e regala un senso di libertà che difficilmente hotel e bed and breakfast riescono a trasmettere. Una moda che altro non è che una rivisitazione di un modello in voga da anni tra surfisti e persone che sbandierano la loro non appartenenza a un sistema.Certo, bisogna esserci portati: se non si hanno coraggio a sufficienza (una dote utile anche per compiti di routine, come lo scarico delle cosiddette acque nere) o voglia di affrontare viaggi non propriamente comodi, è meglio pensarci bene prima di impelagarsi in una scelta così impegnativa.Si pensi al film “Into the wild – Nelle terre selvagge”, di Sean Penn, che racconta la storia vera di Christopher McCandless, giovane americano che abbandonò tutto per andare a vivere in Alaska. Una scelta estrema che lo condusse alla morte, anche se non stiamo parlando di un classico vanlifer, termine che oggi si riferisce a tutti coloro che scelgono furgoni e furgonati per un nuovo stile di vita e di viaggio, dalle tinte un po’ radical-chic.E come dimenticare il viaggio in van dei protagonisti di “Little Miss Sunshine”, nonché quello ben più equipaggiato di “Priscilla, la regina del deserto”? Nel secondo caso tre drag queen attraversano il deserto australiano a bordo di un torpedone. Del resto questo modo di viaggiare ha origini anglosassoni e, arrivato in Europa ormai molti anni fa, si è sviluppato prima al nord, per poi arrivare in Italia.Questione di spazi: Stati Uniti e Australia non solo consentono, ma stimolano questo modo di viaggiare in libertà. Camper e campeggi, in Italia, sono vincolati a regole più stringenti che altrove: si può sostare solo in alcuni posti, meglio se attrezzati, e la morfologia stessa della nostra nazione non consente grandi circonvoluzioni (si pensi a zone come la Costiera Amalfitana e il Gargano). Insomma, la vita in camper è sicuramente più semplice laddove gli spazi immensi abbondano.Che si tratti di Westfalia, Fiat camperizzati (come il glorioso 238) o moderni Fiat Ducato, poco importa: ciò che conta è lo spirito d’avventura e la voglia di mettersi in marcia.Ma da dove iniziare? Dal noleggio: il primo van della propria vita, salvo rari casi, andrebbe affittato e testato, a meno che non si amino i salti nel buio.Ecco alcune zone perfette per un viaggio in Italia.Val d’Orcia e Val di ChianaSpazi. E una natura da vivere lentamente, guardando fuori dal finestrino. La Val d’Orcia e la vicina Val di Chiana non possono essere vissute in modo frettoloso. La Toscana è puntellata di borghi, ovviamente inaccessibili ai van (e talvolta alle automobili), ma vanta un’ottima organizzazione. A Montepulciano, per esempio, si trova una grande area sosta dedicata: Lo Sterro. Bisogna poi spingersi verso Pienza, San Quirico d’Orcia e Bagno Vignoni per comprendere quanto il van, in questo caso, sia una scelta azzeccata.SiciliaLa Sicilia è la meta perfetta. Solitamente di questa regione si visitano delle zone circoscritte, anche qualora si opti per un paio di settimane di vacanza (si tratta pur sempre della regione più grande d’Italia). Ecco che il van viene in nostro soccorso: possiamo permetterci di pensare a un viaggio che abbracci l’intera “Trinacria”, scegliendo il numero di chilometri giornalieri e le soste, senza dover necessariamente prenotare mesi prima. Il bello del van è proprio la possibilità di creare il nostro viaggio in itinere, rifuggendo i luoghi che non ci piacciono e andando alla ricerca di angoli sconosciuti senza preoccuparci di come raggiungerli.Trentino Alto AdigeQuesta regione è attrezzatissima e dispone di molte aree sosta per camperisti e vanlifer. In Val Pusteria, per esempio, ci sono ben 22 campeggi. Imperdibili, nella zona, San Candido e le Tre Cime di Lavaredo. Il consiglio è di portare con sé la bicicletta, in modo tale da parcheggiare il mezzo e godersi la montagna in libertà. Un discorso che vale per tutte le zone che stiamo trattando, ma in particolar modo per quelle che offrono visioni naturalistiche da idillio e percorsi studiati per i ciclisti. MoliseSe si ha bisogno di natura incontaminata a spazi solo per sé, allora il Molise è perfetto. Le zone più attrezzate sono sicuramente Campobasso, Isernia e la costa. Il viaggio più bello è quello che parte dalle montagne al mare: un itinerario possibile è quello che unisce l’Abbazia di San Vincenzo al Volturno a Termoli, unendo le Mainarde e l’Adriatico in un unico viaggio. In mezzo, luoghi dal fascino senza tempo, come Pescolanciano, considerata la porta dell’Alto Molise.Italia on the roadSe invece si ha molto tempo a disposizione, perché non percorrere tutta l’Italia a bordo di un van? Un viaggio che, come tutti gli on the road, non può che lasciare il segno. Supponiamo di iniziare il nostro viaggio in Lombardia e di raggiungere il Salento, attraversando luoghi come il parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e le ancora non troppo conosciute Marche. Perché questo è il bello della vanlife: la possibilità di fare deviazioni, cambiare le tappe all’ultimo minuto, aumentare o diminuirne il ritmo a seconda dei gusti e delle necessità.L’importante è partire consapevoli che non si tornerà mai come si è partiti. Al massimo, si penserà al viaggio successivo.
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Performance a tripla cifra per Byd, Lynk&Co e Omoda/Jaecoo grazie agli incentivi.
Byd +535,3%, Lynk&Co +292,3%, Omoda/Jaecoo +386,5%, «altre» +419,2% e fra queste c’è Leapmotor, ovvero il partner cinese di Stellantis che raggiunge l’1,8% della quota di mercato solo a novembre. Lo scorso mese le immatricolazioni auto sono rimaste stabili nei confronti dello stesso periodo di un anno fa, tuttavia c’è stato un +131% circa delle vetture elettriche, grazie agli incentivi che hanno fatto felici i principali produttori di veicoli a batteria: i cinesi. Come emerge appunto dalle performance a tripla cifra messe a segno dai marchi dell’ex celeste impero. La quota di mercato delle auto elettriche è volata così nel mese al 12,2%, rispetto al 5,3% del novembre 2024.
«La spinta degli incentivi ha temporaneamente mitigato l’anomalia del mercato italiano, riavvicinandolo agli standard europei», sottolinea il presidente di Motus-E, Fabio Pressi. «Appurato l’interesse degli italiani per la mobilità elettrica, strumenti di supporto alla domanda programmatici e prevedibili conseguirebbero anche da noi risultati paragonabili a quelli degli altri grandi mercati Ue», osserva ancora Pressi, citando a titolo d’esempio «l’ormai improcrastinabile revisione della fiscalità sulle flotte aziendali».
Friedrich Merz e Ursula von der Leyen (Ansa)
Pure Merz chiede a Bruxelles di cambiare il regolamento che tra un decennio vieterà i motori endotermici: «Settore in condizioni precarie». Stellantis: «Fate presto». Ma lobby green e socialisti europei non arretrano.
Il cancelliere Friedrich Merz ha annunciato che la Germania chiederà alla Commissione europea di modificare il regolamento europeo sul bando dei motori endotermici al 2035. Il dietrofront tedesco sul bando ai motori a combustione interna, storico e tardivo, prende forma in un grigio fine settimana di novembre, con l’accordo raggiunto fra Cdu/Csu e Spd in una riunione notturna della coalizione a Berlino.
I partiti di governo capiscono «quanto sia precaria la situazione nel settore automobilistico», ha detto Merz in una conferenza stampa, annunciando una lettera in questo senso diretta a Ursula von der Leyen. La lettera chiede che, oltre ai veicoli elettrici, dopo il 2035 siano ammessi i veicoli plug-in hybrid, quelli con range extender (auto elettriche con motore a scoppio di riserva che aiuta la batteria) e anche, attenzione, «motori a combustione altamente efficienti», secondo le richieste dei presidenti dei Länder tedeschi. «Il nostro obiettivo dovrebbe essere una regolamentazione della CO2 neutrale dal punto di vista tecnologico, flessibile e realistica», ha scritto Merz nella lettera.
Ansa
Per la sentenza n.167, il «raffreddamento della perequazione non ha carattere tributario». E non c’era bisogno di ribadirlo.
L’aspettavano tutti al varco Giorgia Meloni, con quella sua prima legge finanziaria da premier. E le pensioni, come sempre, erano uno dei terreni più scivolosi. Il 29 dicembre di quel 2022, quando fu approvata la Manovra per il 2023 e fu evitato quell’esercizio provvisorio che molti commentatori davano per certo, fu deciso di evitare in ogni modo un ritorno alla legge Fornero e fra le varie misure di risparmio si decise un meccanismo di raffreddamento della perequazione automatica degli assegni pensionistici superiori a quattro volte il minimo Inps. La norma fu impugnata dalla Corte dei Conti dell’Emilia-Romagna e da una ventina di ex appartenenti alle forze dell’ordine per una presunta violazione della Costituzione. Ma ora una sentenza della Consulta, confermando per altro una giurisprudenza che era già abbastanza costante, ha dato ragione al governo e all’Inps, che si era costituita in giudizio insieme all’Avvocatura generale dello Stato, proprio contro le doglianze del giudice contabile. Già, perché in base alle norme vigenti, non è stato necessaria la deliberazione di un collegio giudicante, ma è bastata la decisione del giudice monocratico della Corte dei Conti emiliana, Marco Catalano, esperto in questioni pensionistiche.
Ansa
Sfregiata anche la targa dedicata a Gaj Tachè, il bambino di due anni ucciso nel 1982 da terroristi palestinesi. Solidarietà bipartisan alla comunità ebraica. Mattarella telefona al presidente Fadlun. Silenzio da Albanese.
In Italia la scia di ostilità contro luoghi e simboli dell’ebraismo continua a espandersi. Nella notte tra domenica e lunedì due individui hanno imbrattato le mura della sinagoga di Monteverde, a Roma, tracciando frasi come «Palestina libera» e «Monteverde antisionista e antifascista». Le scritte sono apparse lungo via Giuseppe Pianese, a pochi passi dalla targa dedicata a Stefano Gaj Taché, il bambino assassinato nell’attacco terroristico palestinese del 9 ottobre 1982, anch’essa ricoperta di vernice nera.







