2024-08-11
L’ufficio parlamentare di bilancio disegna un quadro confortante dopo il Covid. Gli stipendi aumentati più del costo della vita consentono di accumulare ricchezza. In questo Paese il rapporto tra l’economia e le forze politiche al governo è davvero strano. Almeno a far data dalla «cura» Monti del 2011 fino al 2019, la sinistra si è resa co-protagonista delle peggiori operazioni di macelleria sociale e alla destra sta invece riuscendo, da almeno tre trimestri, una significativa operazione di recupero del potere d’acquisto dei lavoratori. Il mondo al contrario.Lo si apprende scorrendo l’ultimo rapporto dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio (Upb) sullo stato della congiuntura economica, pubblicato qualche giorno fa e passato praticamente sotto silenzio. Perché evidentemente scomodo rispetto alla dominante valutazione intrisa di pregiudizi contro il governo Meloni che invece è stato accusato dalla Ue di tacitare l’informazione non gradita. Ma i fatti hanno la testa dura.Cominciamo col mettere le cose in prospettiva. In uno scenario internazionale dominato da non poche incertezze geopolitiche, la crescita del Pil conseguita dall’Italia rispetto al periodo pre-pandemico è la più alta ed è pari a 4,7 punti percentuali (identica a quella della Spagna, con Francia e area euro +4% e Germania invariata).Nel dettaglio, soprattutto nel primo trimestre 2024, il buon andamento del mercato del lavoro e della fiducia dei consumatori hanno sorretto la ripresa della spesa privata. L’Upb sottolinea che «il potere d’acquisto delle famiglie è cresciuto rapidamente (+3,3%), portandosi sui massimi degli ultimi due anni e oltre i livelli pre-pandemici». Di rilievo anche la crescita della propensione al risparmio che, dopo i minimi fatti segnare a cavallo tra 2022 e 2023, è cresciuta rapidamente per attestarsi al 9,5%, anche in questo caso superando i livelli pre-pandemia. Ciò è accaduto perché il reddito disponibile ha cominciato a beneficiare della disinflazione e, con una sostanziale stabilità dei consumi reali, si è tornati a risparmiare.La spinta alla crescita del reddito disponibile e del potere d’acquisto delle famiglie non è venuta solo dalla disinflazione ma anche dalla robusta dinamica salariale che è stata ben assorbita dalla contrazione dei margini di profitto delle imprese, senza scaricarsi nuovamente a valle sui prezzi e alimentando l’inflazione. Dando così ragione al governatore di Bankitalia Fabio Panetta, che queste cose le ripete da tempo, e torto a Christine Lagarde che continua a inseguire fantasmi di spirali prezzi-salari, come scusa per non ridurre i tassi.In effetti sembra proprio essere la tonicità del mercato del lavoro la leva che sta risollevando il Paese. Soprattutto nel primo trimestre del 2024, sono cresciute sia le ore lavorate che le persone occupate, con una modesta flessione della produttività. È noto che la crescita del Pil è spiegata dalla variazione delle persone in età lavorativa e da quante di queste decidono di partecipare al mercato del lavoro e riescono a trovarlo. Otteniamo così il numero gli occupati che possono a loro volta incidere sul Pil attraverso il numero di ore lavorate e la produttività oraria. All’interno di queste cinque determinanti, negli ultimi trimestri il vero protagonista è stato l’aumento del tasso di partecipazione al mercato del lavoro, soprattutto nella componente femminile. Chi fino a ieri - magari adagiato sul reddito di cittadinanza - affollava l’esercito degli inattivi, oggi non solo ha cercato un impiego ma, con una percentuale storicamente elevata, l’ha pure trovato.Tutto ciò è avvenuto in un confortante quadro di accelerazione delle retribuzioni contrattuali. Più 3,3% nel primo trimestre, grazie a numerosi rinnovi nel settore manifatturiero e dei servizi, e +3,1% nel primo semestre. Ancora più significativo l’aumento delle retribuzioni orarie di fatto (+3,4% nel primo trimestre) che ha consentito di superare l’inflazione e tornare ad ottenere una crescita in termini reali. Tuttavia è doveroso far notare che, rispetto al primo trimestre del 2021, i salari reali sono ancora inferiori del 5%. Ma la buona notizia è che il recupero è in atto, anche grazie all’ondata di rinnovi contrattuali che oggi hanno fortemente ridotto la quota di dipendenti in attesa di rinnovo (18,2%, contro il 40,6% del 2023).Indubbiamente le cicatrici della folle rincorsa dei prezzi energetici partita nell’autunno 2021 e culminata nell’estate 2022 non sono scomparse, ma l’Upb fa notare che «l’inflazione in Italia resta nettamente inferiore a quella dell’euro». Il processo di recupero è stato rapido è molto più incisivo rispetto agli altri partner dell’eurozona, anche nel settore dei servizi.Questa dinamica porta l’Upb a concludere che «i consumatori beneficiano di un differenziali positivo apertosi dall’inizio dell’anno tra la crescita salariale e quella dei prezzi al consumo (1,9 punti nel primo trimestre) che potrebbe incidere sulle loro decisioni di spesa».Discrete anche le prospettive per questo secondo scorcio del 2024 e per il 2025. Consumi privati e esportazioni nette saranno i pilastri su cui sarà costruita la crescita del 1% prevista per entrambi gli anni. Viene confermata la favorevole dinamica tra salari e prezzi con benefici per i redditi reali delle famiglie.Infine si sottolinea il decisivo ruolo degli investimenti legati al Pnrr, che nei prossimi diciotto mesi entreranno nelle decisive fasi di esecuzione e ultimazione. Anche se l’Upb fa notare che l’impatto positivo sul Pil è inferiore alle stime del governo e dovrebbe essere pari a 2,9 punti nell’arco 2021-2026. Trattandosi di buona parte della crescita, speriamo che la previsione sia azzeccata.
Antonio Chiappani (Ansa)
Proteste in commissione Covid per l’audizione di Antonio Chiappani, il procuratore che indagò Conte e Speranza per epidemia colposa. Lui cita il codice penale: non impedire un evento evitabile equivale a cagionarlo.
Ancora una volta gli auditi proposti dalla maggioranza sono puntualmente contestati dall’opposizione. Succede in commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria Covid. Ieri, a essere ascoltato era Antonio Chiappani, già procuratore capo della Repubblica presso il Tribunale di Bergamo. «Sono qui per rappresentare tutte le criticità della prima fase della pandemia», ha spiegato più volte il magistrato, elencando le conseguenze del mancato aggiornamento e della non attuazione del piano del 2006. Apriti cielo. Il deputato Alfonso Colucci del M5s ha strepitato che «non è il caso di rifare il processo a Conte e Speranza», e che Chiappani avrebbe definito «sbagliato il provvedimento del tribunale dei ministri» mentre «le tesi dell’accusa si sono rivelate un buco nell’acqua».
2025-11-12
Viale Papiniano, il cantiere finisce sotto sequestro: per la Procura è nuova costruzione abusiva
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Dopo le inchieste dell’estate scorsa, arriva il provvedimento della magistratura: bloccato il palazzo di otto piani che avevamo raccontato su La Verità. Secondo i pm, dietro la Scia di ristrutturazione si nascondeva un intervento fuori scala, privo di piano attuativo e permesso di costruire.
In agosto era soltanto uno dei tanti cantieri finiti sui tavoli della procura di Milano tra le decine di filoni dell'inchiesta urbanistica. Oggi, quelle carte sono diventate un fascicolo giudiziario. E' stato disposto il sequestro preventivo dell’area di viale Papiniano 48, dove la società Papiniano 48 Srl stava realizzando un edificio residenziale di otto piani e due interrati al posto di un vecchio laboratorio commerciale di tre piani.
Secondo il decreto firmato il 10 novembre dal pubblico ministero Giovanna Cavalleri, con la co-firma del sostituto Luisa Baima Bollone e coordinanti dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, si tratta a tutti gli effetti «di una nuova costruzione in assenza di valido titolo edilizio». Il provvedimento, emesso d’urgenza, ordina il blocco immediato dei lavori «per evitare l’aggravamento delle conseguenze del reato e l’ulteriore avanzamento dell’edificio abusivo».
Gli indagati sono Mauro Colombo, direttore dei lavori e progettista, e Salvatore Murè, amministratore unico della Papiniano 48 Srl e della Murè Costruzioni. Entrambi sono accusati di lottizzazione abusiva e costruzione senza permesso di edificare, in violazione del Testo unico dell’edilizia.
La storia del cantiere — già raccontata questa estate dalla Verità — era iniziata con una Scia edilizia (Segnalazione certificata di inizio attività) presentata nel 2021 come “ristrutturazione con demolizione e ricostruzione”. In realtà, scrive la Procura, l’intervento “consiste nella demolizione integrale di un fabbricato e nella costruzione di un nuovo edificio di otto piani fuori terra e due interrati, con caratteristiche morfologiche e volumetriche completamente diverse”.
In altre parole: non un recupero, ma una nuova costruzione. E non una qualsiasi. L’immobile, una volta completato, avrebbe superato i 25 metri di altezza e i 3 metri cubi per metro quadrato di densità, soglie che — spiega il decreto — obbligano per legge a un piano attuativo o una lottizzazione convenzionata. Nessuno dei due strumenti era stato approvato.
Il Comune di Milano aveva già sospeso i lavori nel maggio 2024, rilevando «caratteristiche dimensionali e morfologiche eccedenti i limiti consentiti» e avviando un procedimento di annullamento d’ufficio della Scia. La società, tuttavia, ha ripreso il cantiere nell’autunno di quest’anno, dopo aver tentato — invano — di trasformare la pratica in un permesso di costruire convenzionato tramite un accordo con Palazzo Marino.
Il 16 ottobre scorso la Papiniano 48 Srl ha comunicato la ripresa dei lavori “a prescindere dall’esito del procedimento”, e pochi giorni dopo gli agenti della Polizia Locale hanno documentato la gettata del primo piano in cemento armato. Da qui l’intervento urgente della Procura.
Nel decreto si parla esplicitamente di una vicenda “sovrapponibile” ad altri cantieri già finiti sotto sequestro — come quelli di via Crescenzago e via Cancano — e di una “prassi illegittima” consolidata negli anni, in cui opere edilizie ad alto impatto urbanistico venivano impropriamente qualificate come ristrutturazioni per evitare piani attuativi e permessi di costruire.
La Procura ricorda anche la circolare comunale del 2023, sospesa la scorsa primavera, che aveva aperto la strada a interpretazioni “elastiche” dell’articolo 41-quinquies della legge urbanistica, quello che impone limiti di altezza e densità. «Tale disposizione — scrivono i magistrati — esprime un principio fondamentale della pianificazione, non derogabile da circolari o leggi regionali».
Il terreno di viale Papiniano 48, inoltre, è sottoposto a vincolo paesaggistico e rientra nel “Nucleo di Antica Formazione” del Comune, oltre che nel vincolo regionale “Naviglio Grande – Nucleo rurale di interesse paesaggistico”. Per la Procura, la trasformazione dell’area «comporta una lesione irreversibile dei beni tutelati dalla normativa urbanistica e ambientale».
L’edificio preesistente era basso, a uso commerciale, compatibile con il tessuto storico. Il nuovo, con otto piani e due interrati, cambierebbe completamente la morfologia dell’isolato.
Il sequestro di viale Papiniano arriva in un momento cruciale per l’amministrazione milanese, ancora alle prese con le inchieste sull’urbanistica che hanno toccato anche dirigenti comunali, professionisti e imprenditori. La stessa delibera di Giunta del maggio 2025 — citata nel decreto — era nata per fare chiarezza dopo mesi di indagini e polemiche.
Ora, con questo nuovo provvedimento, la magistratura sembra consolidare una linea: la stagione delle “Scia creative” è finita.
E quel palazzo che in agosto sembrava solo “troppo alto per essere vero” diventa oggi un simbolo giudiziario del nuovo corso milanese, dove i confini tra ristrutturazione e nuova costruzione non sono più soltanto una questione tecnica, ma un banco di prova per la legalità urbanistica della città.
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Sommati, fanno 700.000 l’anno, un guadagno paragonabile a quello dei giocatori di Serie A e paurosamente vicino alle cifre ottenute da crimini come spaccio, prostituzione e tratta di esseri umani. Indagine a Venezia: 23 provvedimenti cautelari.
Ogni tanto una buona notizia: prime borseggiatrici finalmente in cella. Venti donne e tre uomini, tutti senza fissa dimora. Dopo due anni di inchieste, per la prima volta, si è superato quel continuo entra ed esci dalla galera che aveva caratterizzato questo tipo di figure, beccate di continuo in flagranza e arrestate per poi essere scarcerate poco dopo.
Ecco #DimmiLaVerità del 12 novembre 2025. Il nostro esperto di economia Tobia De Stefano spiega il paradosso dei tassi di interesse che scendono ma il costo dei mutui sale.






