2023-12-17
La Via della seta resta solo in Puglia. Chi traghetta i cinesi e chi ferma i polacchi
Michele Emiliano (Imagoeconomica)
Ugo Patroni Griffi (l’authority) è regista a Brindisi e la sinistra ferma i polacchi-americani a Taranto, Qui nelle settimane scorse, come La Verità ha rivelato, sta avvenendo lo sbarco di un maxi consorzio di Varsavia con investimenti anti Pechino per 60 milioni. Ebbene, i polacchi hanno depositato dieci giorni fa la richiesta all’autorità portuale che gestisce la struttura tarantina ed è presieduta da Sergio Prete (unico italiano a comparire tra gli esperti dello Shangai international shipping institute). Al momento, però la domanda sarebbe ferma sulla scrivania di Prete. C’è chi dice, per volere di Emiliano. Tutto avviene in una regione, la Puglia, dove la politica estera sembra farla più Massimo D’Alema che il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Senza dimenticare che sia Brindisi sia Taranto sono sotto la cosiddetta Zes (zona economica speciale) di cui si è occupato il ministro Raffaele Fitto.Aumenta il traffico lungo la Via della seta pugliese. Dopo la presenza del Dragone nel porto di Taranto, i cinesi vogliono sbarcare anche sulle banchine di Brindisi. Lo abbiamo scritto giovedì scorso rivelando anche il nome della società, la Great Wall Motors che produce auto elettriche e i cui rappresentanti lo scorso 11 dicembre sono stati in visita nel porto, presso l’autorità di sistema portuale e hanno anche incontrato i vertici del consorzio Asi (ente pubblico che gestisce le infrastrutture locali), alla presenza dell’assessore regionale alle Attività produttive, Alessandro Delli Noci. La novità è che l’area individuata sarebbe il terminal di Capobianco, secondo quanto riportato dal sito Shipping Italy ricordando che i lavori di banchinamento sono stati aggiudicati di recente dall’Autorità di sistema portuale del mar Adriatico meridionale e dovrebbero concludersi in un paio di anni. La strategia dovrebbe essere quella di aprire al traffico di auto a bordo di navi della compagnia Grimaldi, che peraltro a Brindisi è già uno degli operatori principali. Ma nella trattativa potrebbe essere coinvolta anche Enel Logistics, società nata per sviluppare poli logistici in aree all’interno di ex centrali elettriche situate in alcuni dei principali snodi marittimi del Paese. E che, tra l’altro, nel 2021 aveva siglato un accordo con Koelliker che importava dalla Cina batterie e auto elettriche. I cinesi, tra l’altro, avrebbero visto anche il porto di Civitavecchia dove c’è un’altra centrale Enel a carbone.Il regista dell’operazione sarebbe il presidente dell’autorità che gestisce i porti di Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta, Monopoli e Termoli, l’avvocato barese Ugo Patroni Griffi. Nominato nel 2017 dall’allora ministro Graziano Delrio e confermato dal primo governo Conte, qualche anno fa su Facebook aveva definito la free zone del Pireo (porto greco conquistato da Pechino) come «una piccola Capobianco». Parliamo dell’area antistante il porto brindisino dove avrebbe dovuto sorgere anni fa il rigassificatore di British Gas. E su cui Patroni Griffi ha firmato, a settembre, un protocollo con il ministero della Difesa per far utilizzare un tratto di banchina di circa 500 metri alle navi più grandi della Marina Militare. L’opera non avrà solo una destinazione militare, aveva però detto in quell’occasione lo stesso presidente dell’autorità, e «la gran parte sarà disponibile per le iniziativi economiche che richiedono spazi». L’attivismo di Patroni Griffi, che secondo indiscrezioni potrebbe essere il candidato del centrodestra nella prossima corsa alla poltrona di sindaco di Bari, viene confermato anche da un’altra notizia diffusa ieri. Ovvero che Msc vuole realizzare un terminal nel porto di Brindisi e gestire tutti i servizi collegati al traffico crocieristico facendolo diventare un hub insieme al porto di Bari. Mentre a Taranto, il governatore Michele Emiliano avrebbe promesso al colosso di Gianluigi Aponte le aree potenzialmente idonee al business delle piattaforme galleggianti dell’eolico offshore che interessa molto al gruppo svizzero, oggi occupate dai turchi di Yilport. E a proposito di Taranto, nelle settimane scorse La Verità ha rivelato lo sbarco di un maxi consorzio di Varsavia con investimenti anti Pechino per 60 milioni. Ebbene, i polacchi hanno depositato dieci giorni fa la richiesta all’autorità portuale che gestisce la struttura tarantina ed è presieduta da Sergio Prete (unico italiano a comparire tra gli esperti dello Shangai international shipping institute). Al momento, però la domanda sarebbe ferma sulla scrivania di Prete. C’è chi dice, per volere di Emiliano. Tutto avviene in una regione, la Puglia, dove la politica estera sembra farla più Massimo D’Alema che il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Senza dimenticare che sia Brindisi sia Taranto sono sotto la cosiddetta Zes (zona economica speciale) di cui si è occupato il ministro Raffaele Fitto.
Giancarlo Tancredi (Ansa)
Ecco #DimmiLaVerità del 17 settembre 2025. Il nostro Giorgio Gandola commenta le trattative nel centrodestra per la candidatura a presidente in Veneto, Campania e Puglia.
Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)