2024-12-28
Un vestito su misura per una suite di lusso
Stefano Ricci (Getty Images)
Il designer Stefano Ricci porta la sua filosofia nell’atmosfera magica di Castelfalfi, in Toscana: «Una dimora ideale tra marmo, pietra scalpellata e legno per un gentiluomo di oggi». Il risultato è una villa di campagna in un borgo esclusivo, tra passato e futuro.«Il mio rapporto con Castelfalfi è antico, venni qui 50 anni fa per la prima volta, era una tenuta di caccia di una famiglia fiorentina e mi sono innamorato della dolcezza di queste colline, molto diverse da quelle senesi. Questo territorio ha un’identità tutta sua e ho sempre avuto un rapporto speciale con una terra che, già nell’antichità, era sacra agli Etruschi. Si respira un’aria toscana molto più che in altri posti pubblicizzati». Così racconta Stefano Ricci, designer di fama internazionale, della sua Castelfalfi, antico borgo le cui origini risalgono al 754 d.C., nel triangolo magico dell’arte tra Pisa, Firenze e Siena, a pochi chilometri dal Comune di Montaione, in una Toscana ancora intatta. «Ho scoperto questo paradiso incontaminato», continua Ricci, «durante una battuta di caccia e me ne sono subito innamorato». Decise, allora di comprare un’antica polveriera del Trecento, proprio di fronte al castello, e farla diventare la casa di campagna. «L’ho ristrutturata due volte in questi anni, ma non ci ho mai dormito, perché troppo vicina a Firenze e poi perché mi piace immaginarla così. Pronta ad accogliere i miei ospiti». L’occasione è la presentazione della collezione maschile firmata Stefano Ricci per la prossima primavera-estate, diventata pure il momento per visitare le suite, che si sviluppano all’interno del castello La rocca, nella tenuta di Castelfalfi, firmate dal marchio fiorentino della moda di lusso. Il progetto, chiamato appunto Stefano Ricci La Rocca, si distende lungo due piani, all’interno del castello medievale del borgo di Castelfalfi. La penthouse è di 307 metri quadrati, distribuiti su due livelli e comprende un ampio soggiorno, due suite, una terrazza panoramica privata (con annessa jacuzzi) e una lobby con camino. Al primo piano si trova la suite Aquila; al secondo la Pegaso. Entrambi nomi che evocano atmosfere antiche e che si ispirano ai simboli nobili di forza e libertà, rappresentativi rispettivamente di Stefano Ricci e Castelfalfi. Il designer e imprenditore rafforza così il legame e l’amicizia con la famiglia Lohia, proprietaria di Castelfalfi, che prosegue nella sua campagna di crescita e di investimenti, stimata in un raggio temporale decennale in almeno 650 milioni di euro. Ricci per la presentazione ha voluto accanto a sé Mounir Husseini, ad di Castelfalfi e rappresentante qui della famiglia indiana Lohia, «amici coi quali ho rapporti di profonda stima. E qui ho pensato a una villa di campagna, armoniosa ed equilibrata tra heritage del passato e futuro. Una dimora ideale per un gentiluomo di oggi. Vestire un ambiente significa infatti abbracciare la vita che ruota intorno a un uomo a 360 gradi, proprio come un abito sartoriale». Oggi, grazie al magnate indiano Aloke Lohia, big della chimica e in particolare della plastica, il borgo ha ripreso una vita «con il resort cinque stelle, il campo da golf, una clubhouse meravigliosa, stupende ville restaurate, mantenendo il gusto toscano, quindi la semplicità essenziale. E data la mia affezione a questo borgo la proprietà mi ha chiesto di prendere in consegna il castello dove ho iniziato a progettare la suite di oltre 300 metri quadri, cercando di dare un senso di accoglienza, per potersi sentire non in albergo ma in una vera casa di campagna». Non certo la prima esperienza per Stefano Ricci. «Questa è una storia che mi gratifica soprattutto dopo il progetto di fronte al mare a Viareggio, le suite deluxe del Grand Hotel Principe di Piemonte». E dove questa estate ha villeggiato per quindici giorni il re d’Arabia Salman bin Abdulaziz. Ricci ha anche firmato lo yacht club di Sindalah, isola della futuribile Neom, porta d’accesso al mar Rosso nel Nordovest dell’Arabia Saudita che si prepara a diventare una delle principali destinazioni per la comunità internazionale dello yachting e i viaggiatori di lusso. Tutto all’insegna della raffinatezza italiana com’è nelle corde del designer fiorentino, che ha usato materiali come il marmo bianco di Carrara, ma anche tessuti intrecciati a mano provenienti dallo storico Antico setificio fiorentino e superfici in radica nella sfumatura Sindalah Blue. «Mi concentro e mi diverto in questa mia attività a latere dell’abbigliamento. Il lusso lo interpreto così, scegliendo materiali eccelsi come pietra e legno, pietra scalpellata a mano, mestiere che va a sparire, e legno trattato o radica come nei miei negozi». Quindi arredi esclusivi in radica e scale e rifiniture in pietra serena scalpellata a mano dei Maestri Scarpellini di Firenzuola, tende dell’Antico setificio fiorentino (sempre parte del Gruppo Stefano Ricci) con il disegno Impruneta, porcellane, argenti e cristalli esclusivi, poltrone di coccodrillo nero sostenibile e in coccodrillo bianco e nero anche la favolosa scacchiera: uno degli esemplari del gioco è stato donato da Stefano Ricci ad Andrea Bocelli, amico e testimonial del brand, per il compleanno. E chissà chi verrà ora a Castelfalfi, già si parla di recenti soggiorni di star americane: per avere la suite si spendono circa 20.000 euro a notte.
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