2024-01-04
Verdini jr snobba l’interrogatorio. Spunta gara Consip da 200 milioni
Il figlio di Denis Verdini non si è presentato davanti al gip. Indagato anche Vito Bonsignore.La notifica tra Natale e Capodanno deve avere avuto un certo peso specifico sulla linea difensiva. Alcuni avvocati hanno lamentato di aver avuto accesso alle 7.000 pagine di documentazione giudiziaria allegate all’ordinanza di custodia cautelare (richiesta a luglio e firmata a dicembre) solo a poche ore dagli interrogatori di garanzia. E allora tutti gli indagati sottoposti a misura cautelare, da Tommaso Verdini al suo socio Fabio Pileri, eccetto uno, l’imprenditore Antonio Veneziano, hanno fatto scena muta. Verdini junior non si è neppure presentato, ma ha inviato al gip una mail nella quale ha manifestato la scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere. «L’indagine è durata due anni, il giudice ci ha messo cinque mesi per scrivere l’ordinanza. La scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere era obbligata», ha commentato l’avvocato Alessandro De Federicis, che difende Pileri. «Osservo in primo luogo la infelice tempistica della notifica, con il prevedibile effetto di eseguire gli interrogatori di garanzia in un clima di gogna mediatico-giudiziaria di prevedibile bruciante attualità», ha detto alla Verità, invece, l’avvocato Mario Antinucci, che difende l’imprenditore Angelo Ciccotto. Antinucci sottolinea anche un altro aspetto: «I capi d’imputazione, tutti reati comuni tra corruzione, turbata libertà degli incanti in relazione a commesse pubbliche, non sembrano giustificare l’applicazione della misura degli arresti domiciliari, addirittura con divieto di contatti con persone diverse da quelle che coabitano, salvo poi autorizzare tre giorni dopo la facoltà del detenuto di recarsi senza scorta a Roma con mezzi propri a rendere l’interrogatorio di garanzia». Ed è anche per questo motivo che starebbe valutando «un’azione diretta alla Corte europea dei diritti dell’uomo». Gli atti dell’accusa sono tutti concentrati su un presunto «sistema illecito» messo in piedi da Verdini jr e da babbo Denis (indagato pure lui) con al centro la Inver, società di famiglia che avrebbe dispensato consulenze per gli imprenditori che volevano vincere facile. Proprio babbo Denis, intercettato, definì «tutta fuffa» l’iniziativa giudiziaria che portò alle perquisizioni di luglio 2022, aggiungendo: «È sempre la stessa storia, c’è qualcosa di politico che vogliono trovare e che non c’è, ma che vogliono trovare perché uno è Verdini in testa c’è Salvini». Ma a sentire il figlio mentre parla nel suo ufficio non è dalla politica che avrebbero raccolto: «Le nomine spettano a... amministratori delegati, ai partiti. Noi siamo amministratori delegati? Siamo partiti? Noi non avremo niente. Poi, con il lavoro che stiamo facendo, di mediazione con tutti... di rapporti, eccetera... otteniamo in alcuni punti delle questioni. Alcuni sono regali». E le relazioni, infatti, erano tutte dentro Anas, i cui big si rivolgevano ai Verdini per cercare protezioni e per fare carriera. Tra gli indagati è spuntato anche il nome dell’ex eurodeputato Vito Bonsignore, 80 anni, che ora ha un’impresa edile e si sarebbe rivolto ai Verdini per promuovere progetti infrastrutturali per la Orte-Mestre e la Ragusa-Catania. Proprio mentre Verdini junior cercava sponde da «Lotito, anche in virtù del Molise (collegio di elezione al Senato del presidente della Lazio, ndr)» e da «Cesa (segretario dell’Udc, ndr), che ci può dare un po’ di legislativo». Ma babbo Denis da vecchia volpe della politica gli ricorda: «Non ti fare illusioni che poi trovano delle scuse, so’ fatti così». In ballo, proprio in quel periodo, c’era un appalto Consip da 200 milioni per il quale pendeva un ricorso. Pileri chiede «cosa deve gestire e a nome di chi» ma anche «di quali lavori si parla e in quali strutture». Verdini junior lo accontenta subito, rispondendo che «si tratta della Camera, del Senato, del Quirinale e di tutti i palazzi del potere di Roma. Sono tutti lavori di manutenzione, portieraggio e pulizia». Pileri, riassumono gli investigatori, «parla di potenziali opportunità di business non meglio precisate». E torna Lotito. È Pileri a spiegare: «Il papà (Denis, ndr) credo si sia attivato per fargli sape’ a Lotito che ci deve parla’... tanto l’offerta ce l’hanno fatta».
Sergio Spadaro e Fabio De Pasquale (Imagoeconomica)
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti (Imagoeconomica)
Iil presidente di Confindustria Emanuele Orsini (Ansa)