2024-07-26
Venezuela al voto in un clima di odio. Maduro pronto al «bagno di sangue»
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Il socialista vuole il tris e minaccia gli oppositori. Antonio Tajani: «Le elezioni siano regolari».Si avvicinano le elezioni presidenziali in Venezuela, previste per domenica prossima, con Nicolás Maduro alla ricerca del terzo mandato consecutivo dal 2013, anno in cui morì il suo predecessore Hugo Chávez. Il livello di tensione è piuttosto alto, anche perché l’opposizione, secondo alcuni sondaggi, sarebbe in grande vantaggio, mentre diverse voci internazionali, tra cui quella del nostro ministro degli Esteri, Antonio Tajani, premono affinché le votazioni si svolgano in modo regolare. Perfino Luiz Inacio Lula da Silva, presidente del Brasile e senz’altro sensibile alla causa socialista, nei giorni scorsi ha espresso preoccupazioni, invitando Maduro a rispettare l’esito elettorale dopo che quest’ultimo ha evocato un «bagno di sangue» in caso di sconfitta. «Chiunque perda le elezioni deve fare un bagno di realtà, non un bagno di sangue», ha dichiarato Lula in un’intervista. Ma le tensioni tra i due Paesi non sono finite qui, visto che ieri il Supremo tribunale elettorale del Brasile (Tse) ha revocato la missione di osservatori che avrebbe dovuto seguire le elezioni venezuelane. La decisione è arrivata dopo che Maduro ha messo in discussione la regolarità del sistema elettorale di Brasile, Colombia e Stati Uniti. «La Corte elettorale brasiliana non ammette che, in patria o all’estero, attraverso dichiarazioni o atti irrispettosi dell’equità del processo elettorale, si squalifichino con menzogne la serietà e l’integrità delle elezioni e delle urne per il voto elettronico in Brasile», ha scritto in una nota il Tse. Una decisione analoga è stata presa, in seguito alle dichiarazioni del presidente socialista, anche dalle autorità colombiane. Inoltre, secondo il coordinatore del partito di opposizione Vente Venezuela in Colombia, Mauricio Baquero, soltanto 7.012 degli oltre 2,8 milioni di venezuelani lì residenti potranno votare alle elezioni di domenica. Per Baquero, si tratta di un «piano fraudolento» per limitare le registrazioni elettorali e consentire a Maduro di rimanere al potere. In Venezuela, nel frattempo, è terminata ieri la campagna elettorale. Il Psuv (Partito socialista unito del Venezuela) ha organizzato una manifestazione di ben 12 ore a Caracas, conclusasi con un comizio dello stesso Maduro, mentre Edmundo González Urrutia, candidato della Piattaforma unitaria democratica (Pud), ha parlato nella località di Las Mercedes, nella zona Est della capitale. Ex diplomatico di lunga data (compirà 75 anni ad agosto), González ha sostituito nella corsa la candidata Maria Corina Machado, vincente alle primarie con oltre il 90% dei voti, a cui è stato impedito di presentarsi per via di presunte frodi fiscali. Tale esclusione ha rappresentato, secondo alcuni, una netta violazione degli accordi di Barbardos firmati nell’ottobre dell’anno scorso dal governo e dall’opposizione venezuelani grazie alla mediazione della Norvegia e di altri Paesi. In quella situazione, Maduro si era impegnato a garantire libere elezioni alla presenza di osservatori internazionali e sulla base di regole condivise. Promesse che, secondo molte organizzazioni internazionali, non sono state rispettate, anche se il Pud ha annunciato di essere riuscito ad accreditare il 99,5% dei suoi scrutatori superando gli ostacoli interposti dalle autorità.Benché alcuni sondaggi diano in testa González di oltre 20 punti percentuali, Maduro si è mostrato sicuro della vittoria. «Si preparino a Washington, Madrid e Miami perché la vittoria alla elezioni sarà così netta e irreversibile da fare spavento», ha dichiarato il presidente uscente. «Ho sempre avuto una posizione ferma di condanna su quello che riguarda la dittatura di Maduro», ha invece affermato il nostro ministro degli Esteri Tajani, in audizione alle Commissioni riunite Esteri di Camera ed Esteri e Difesa del Senato, ribadendo l’impegno suo e dell’Ue affinché a Caracas si svolgano elezioni regolari.
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