2022-07-02
Venezia per «combattere» Airbnb viola proprietà privata e costituzione
Approvato dalla Camera l’emendamento che consente al Comune lagunare di limitare le locazioni brevi per i turisti. L’allarme di Confedilizia: mossa liberticida. Contro la carenza di case meglio tagliare le tasse.È più forte di loro: trattare la casa degli italiani come una specie di calamita, come un magnete che attira, moltiplica e scatena le peggiori pulsioni dirigiste della politica italiana. Una volta per tassare e bastonare i proprietari, un’altra volta per vincolare (se non semi-espropriare) il bene posseduto.E così l’altra notte alla Camera è passato (tutti favorevoli, Pd in testa, inclusi a sorpresa Fi e Lega, tranne i rappresentanti – dentro la maggioranza – di Iv e Nci, e – all’opposizione – di Fdi) un emendamento, riferito alla città di Venezia, che consentirà al Comune, tra l’altro, di «integrare i propri strumenti urbanistici […] per individuare […] i limiti massimi e i presupposti per la destinazione degli immobili residenziali ad attività di locazione breve».Traduciamo in italiano dalla lingua di legno con cui sono scritti i testi legislativi: con una norma di costituzionalità per lo meno dubbia, si finisce per limitare il diritto di proprietà, consentendo a un’amministrazione comunale di circoscrivere la possibilità del proprietario di godere del proprio bene, di usarlo, di trarne profitto e beneficio. In particolare, l’obiettivo dell’emendamento è colpire le locazioni turistiche brevi, nuova bestia nera dei tassatori e dei nemici della proprietà immobiliare.Intendiamoci bene. Esiste un problema (minore di altri, minore in particolare del totale blocco del turismo causato dalle restrizioni pandemiche per due lunghissimi anni, ad esempio…) rappresentato dalla pressione eccessiva – in alcuni momenti dell’anno – del turismo di massa sui centri storici delle grandi città d’arte. La questione non può essere negata a prescindere: e indubbiamente meriterebbe una discussione laica, non dogmatica, e semmai ispirata a un sano pragmatismo. Tuttavia la «soluzione» prescelta appare inaccettabile per almeno tre fondamentali ragioni.La prima. Siamo davanti a un altro passo verso la limitazione del diritto di proprietà. Quel bene, quella casa, non appartiene né allo Stato né al Comune: ma appartiene a un singolo proprietario, peraltro stangato da una tassazione immobiliare devastante. Questo giornale non cessa di ricordare che la patrimoniale sul mattone pesa ogni anno per 21-22 miliardi, una cifra insostenibile, che ha contribuito ad affossare il nostro mercato immobiliare, Ecco, l’idea che il cittadino debba essere bastonato con le tasse, ma poi non possa nemmeno usufruire del suo bene, se per caso tenta di ricavarne qualcosa attraverso gli affitti brevi, è semplicemente irricevibile. Possono travestirsi come vogliono: ma l’antico riflesso comunista di trattare la proprietà (altrui) come un «furto» non cambia mai.La seconda. Con la consueta ipocrisia, l’emendamento è titolato «misure per favorire l’incremento dell’offerta di alloggi in locazione per uso residenziale di lunga durata nella città storica di Venezia». Dunque, il legislatore dice di voler stimolare le locazioni lunghe. Ah sì? E allora detassi quelle, anziché impedire o limitare quelle brevi. Siamo alle solite: dinanzi a due opzioni, anziché incentivare quella che lo stato dice di voler favorire, si colpisce selvaggiamente l’altra.La terza. Torna un vizietto politico-normativo che i lettori di questo giornale hanno ben conosciuto nel periodo della pandemia: e cioè quello di arrivare per via surrettizia a un obbligo o a un divieto, o comunque a una restrizione illiberale. Formalmente, ad esempio, non si è arrivati all’obbligatorietà del vaccino: ma, attraverso l’escamotage del green pass e attraverso la sua applicazione tassativa (lavoro, trasporti, ecc), si è impedito di portare il pane a casa a chi non fosse vaccinato. Allo stesso modo qui un’attività (fare locazioni turistiche brevi) resta legale: e ci mancherebbe altro. E tuttavia si fissano limiti tali da vanificare quella possibilità, o da comprimerla in modo soffocante. Comprensibilmente, Confedilizia è insorta, definendo la norma «liberticida» e «di assai dubbia costituzionalità». «Si tratta di una norma», ha scritto il presidente Giorgio Spaziani Testa, «che non raggiungerà nessuno degli scopi enunciati (e probabilmente neppure quelli occulti). Incrementerà gli affitti in nero e, paradossalmente, anche le destinazioni non residenziali degli immobili. In più, se sarà applicata, renderà Venezia deserta e povera nei periodi di bassa stagione». E ci pare che Spaziani Testa abbia ragione da vendere: l’effetto sarà quello di non dichiarare e occultare le locazioni brevi, oppure di ostacolarle innaturalmente anche nei momenti in cui sarebbero un toccasana.Conclude il presidente di Confedilizia: «Da notarsi che il blitz notturno, degno di miglior causa, è stato realizzato senza il parere favorevole del ministero del Turismo, che aveva saggiamente invitato il Parlamento a impostare, con i necessari approfondimenti, una normativa di carattere generale. Al ministro Garavaglia Confedilizia assicura tutta la sua collaborazione per ogni possibile confronto sul tema. Confidando che, in luogo di ottuse politiche punitive, possa darsi vita a misure illuminate e incentivanti».