In Vaticano insistono: aprire il Mediterraneo

In Vaticano insistono: aprire il Mediterraneo
Padre Antonio Spadaro (Ansa)
Padre Antonio Spadaro, vicino al Papa, scambia il caos di Lampedusa per il segno di una «città porta sul mondo».

Padre Antonio Spadaro, gesuita, direttore de La Civiltà Cattolica fino al 14 settembre scorso, quando è stato nominato sottosegretario eletto del Dicastero per la cultura e l’educazione, incarico che ricoprirà dal primo gennaio 2024, è stato l’esegeta semiufficiale di papa Francesco. Se non un ghost writer né un suggeritore, di sicuro un consigliere molto ascoltato dal successore di Pietro. Un paladino della «Chiesa in uscita», che si industria per intercettare temi e linguaggi contemporanei, in rapporto ai quali attualizzare il messaggio cattolico. Vasto programma, che paradossalmente sta andando a sbattere contro il suo stesso proposito: stare al passo coi tempi.

Per le ultime uscite ispirate, padre Spadaro non ha scelto una fase felicissima. Ieri, su X, il giornalista-presbitero ha presentato la sua analisi del discorso tenuto da Jorge Mario Bergoglio a Marsiglia, in occasione della visita di un mese fa. L’articolo uscirà domani, sulla rivista edita dalla Compagnia di Gesù. E cos’è ad aver colpito l’uomo che sussurrava al Pontefice? L’idea di attribuire al capoluogo della Provenza e a Lampedusa il ruolo di «città porta», capaci di legare «come una collana le tappe di Francesco nel perimetro del Mediterraneo», dal Medio Oriente, ai Balcani, al Nord Africa. Un afflato poetico che cavalca l’onda della tesi, sostenuta dal Vaticano e dai suoi organi di stampa, secondo la quale l’immigrazione non sarebbe un’emergenza - e men che meno un pericolo per la sicurezza. Semmai, un’opportunità di arricchimento.

Ecco: il tempismo. L’entusiasmo di Spadaro erompe nel frangente in cui l’Occidente è scosso dalla rediviva - o mai soppressa - aggressione islamista. Le «città porta», aperte «sul mondo», somigliano di più alle brecce da cui penetra la minaccia dei malintenzionati, siano essi il marocchino di 29 anni che ha accoltellato un ragazzo a Roma, o il tunisino che ha freddato due svedesi a Bruxelles. Giusto perché, come ci assicuravano i «competenti», a cominciare dall’ex ministro Marco Minniti, «i terroristi non arrivano con i barconi», Abdesslem Laswad, nel 2011, era approdato a Lampedusa. Cos’ha di cristiano accogliere sia chi fugge da guerre e persecuzioni, sia chi viene per delinquere, o magari per punire gli «infedeli»? E gli abitanti dell’isola siciliana si considerano un radioso cancello, spalancato verso la fratellanza universale? Oppure un deposito di umanità sbandata, tollerato da un’Europa opportunista e bacchettato da una Corte di Strasburgo che ci rende cornuti e mazziati, condannandoci per il «trattamento disumano» dei migranti nell’hotspot, tra il 2017 e il 2019?

L’ex numero uno del giornale dei gesuiti sembra piuttosto incline a confondere la storia con i buoni auspici. Martedì, nel proclamare che il Sinodo sul sinodo ha «un forte valore politico», padre Spadaro dichiarava che «la sinodalità implica la scomparsa della categoria del “nemico”». Certi prelati, tipo il cardinale Joseph Zen, la pensano diversamente sulla genuinità dell’assemblea. Ma questo è un altro paio di maniche. Occupiamoci della tesi irenista: si pretende di eliminare la categoria del «nemico», nel momento in cui la contrapposizione tra amico e nemico - che per Carl Schmitt (giurista peraltro cattolico) costituisce l’essenza del politico - riaffiora ovunque. E in modo anche tragicamente incontenibile. Sì che la Chiesa dev’essere alternativa al mondo. Ma deve pure saperlo comprendere e spiegare. È questo l’elemento straniante del nuovo corso teologico: i tentativi di aggiornarsi, ovvero di correre dietro alle mode, stanno compromettendo l’abituale prontezza della Chiesa nel leggere la realtà. E per cambiarla, nella realtà bisogna starci.

È un vulnus simile a quello che si coglie nei discorsi di Sergio Mattarella, che chiede all’Europa di essere influente mentre i conflitti in Ucraina e a Gaza ne hanno esposto la strutturale, forse incorreggibile irrilevanza geopolitica. Di cui quelle porte aperte - anzi, scardinate - sono un sintomo esiziale.

La Consulta conferma la beffa: le pensioni da più di 1.800 euro si possono tagliare
Imagoeconomica
La Corte respinge il ricorso per la mancata rivalutazione degli assegni 4 volte sopra il minimo: non è un aggravio fiscale.

Anche la Consulta considera «ricco» chi percepisce una pensione di poco superiore a 2.000 euro lordi. Chi si aspetta a che la Corte Costituzionale ponesse fine a un meccanismo introdotto per risparmiare ma che penalizza quanti hanno versato contribuiti elevati per tutta la vostra lavorativa, è stato deluso. Con la sentenza numero 167, l’organo dello Stato ha confermato la legittimità della misura di «raffreddamento» della perequazione, introdotta con la Legge di Bilancio 2023 per i trattamenti pensionistici superiori a quattro volte il minimo Inps (2.400 euro lordi al mese, circa 1.800 euro netti circa). In risposta al pronunciamento della Corte dei conti, (sezione giurisdizionale per la Regione Emilia-Romagna) ha chiarito che il mancato adeguamento automatico all’inflazione dei trattamenti previdenziali di tale importo, ovvero il raffreddamento, come si dice in gergo, «non introduce un prelievo di natura tributaria», cioè non è una tassa. La magistratura contabile aveva sollevato il dubbio che tale meccanismo potesse violare i principi di «eguaglianza tributaria, di ragionevolezza e temporaneità, complessivamente presidiati dagli articoli 3 e 53 della Costituzione», trattandolo come una sorta di tassa nascosta.

Il centrodestra Ue frega le sinistre. Purgata la norma green anti imprese
Ansa
La saldatura tra Ppe, Ecr e Patrioti consente di rivedere le regole sulla due diligence che avrebbero affossato la nostra industria. Socialisti e Verdi, in fibrillazione per la nuova «maggioranza», attaccano il voto segreto.

La maggioranza Ursula si spacca sulla due diligence e per la prima volta si rompe il «cordone sanitario» a Bruxelles. Il Parlamento europeo ha approvato con 382 voti a favore, 249 contrari e 13 astenuti il compromesso promosso dal Ppe sulla semplificazione delle direttive sugli obblighi di due diligence e reportistica ambientale per le aziende. Il testo è stato approvato con una maggioranza composta dal Ppe insieme con l’Ecr e i gruppi delle destre Patrioti per l’Europa e Europa delle Nazioni sovrane. La maggioranza Ursula composta da Ppe, Socialisti, Liberali e Verdi si sgretola sul muro delle follie green. Quella rivista è considerata una delle leggi più controverse del von der Leyen I. Il testo nella versione originale impone alle imprese di verificare l’intera catena di fornitura per prevenire violazioni dei diritti umani e ambientali.

Edicola Verità | la rassegna stampa del 14 novembre

Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 14 novembre con Carlo Cambi

La Germania lancia il piano per reclutare mezzo milione di ragazzini, tra combattenti e riservisti: dal 2026, questionari obbligatori e visite militari ai diciottenni. Se scarseggeranno volontari, i coscritti verranno estratti. Per adesso, esentati donne e «non binari».

Dal divano alla trincea. Dai giovani che salvano il Paese restando sul divano durante il lockdown, ai diciottenni che devono mobilitarsi per la futura guerra contro la Russia. Nell’Europa di oggi, la storia si ribalta con disinvoltura. E così, archiviato lo spot del 2020, in cui lodava gli eroi della pandemia per essere stati «pigri come procioni», la Germania ha cambiato parola d’ordine. Prima era: «Restate a casa». Adesso è diventata: «Arruolatevi».

Il piano teutonico per rimpinguare le file dell’esercito con la coscrizione, concordato dai partiti di maggioranza e presentato ieri in conferenza stampa a Berlino, non è privo di aspetti grotteschi. A cominciare dal regime di esenzioni: il questionario che, dal 2026, il governo spedirà a chi compie la maggiore età, per determinarne l’abilità alla leva, dovrà essere obbligatoriamente compilato dai maschi, ma potrà essere ignorato dalle femmine e dai «non binari». Il confine tra l’inclusività e la gaffe è labile: il guanto di velluto arcobaleno l’avrà preteso la sinistra? Oppure la Bundeswehr non intende ingaggiare trans e individui dall’identità di genere ambigua?

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