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«Vaticano interprete dell’opinione di milioni di italiani. Fedez non dia lezioni: di ingerenze è il maestro»

«Vaticano interprete dell’opinione di milioni di italiani. Fedez non dia lezioni: di ingerenze è il maestro»
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«Sentiamo nostra la preoccupazione del Vaticano su alcuni "contenuti attuali" del Ddl Zan in esame presso la Commissione giustizia al Senato e se non era chiara la questione, ora è chiara a tutti. E' un fatto che si ridurrà la libertà garantita alla Chiesa Cattolica e questo in base all'articolo 2, commi 1 e 3 dell'accordo di revisione del Concordato» ha commentato a caldo Toni Brandi, presidente di Pro Vita e Famiglia onlus, dopo che su Corriere della Sera è uscita l'indiscrezione che il Vaticano avrebbe chiesto formalmente al governo italiano di modificare il ddl Zan, esercitando le facoltà previste nei Patti Lateranensi.

«Il Vaticano si sta facendo interprete della preoccupazione di milioni di famiglie italiane e sta difendendo la laicità dello Stato e il pluralismo delle idee dalla colonizzazione ideologica a senso unico con l'imposizione dell'agenda LGBTQIA+ come religione di Stato. Come associazione di famiglie e genitori sono anni che denunciamo un vero e proprio indottrinamento arcobaleno nelle scuole dei nostri figli e con il Ddl Zan a causa dell'art. 7 tutto questo sarà legittimato» ha continuato Jacopo Coghe, vice presidente di Pro Vita e Famiglia.

«Bene Enrico Letta che ha aperto a valutare i nodi giuridici ammettendo, di fatto, gli errori contenuti nel testo della proposta di legge e contraddicendo le precedenti forzature. Ora si passi subito a un dibattito in Parlamento che capovolga quelle norme contrarie al diritto e alla Costituzione. Si cambi metodo e si torni a testa bassa sul testo per impedire che vengano resi legge una dittatura ideologica e l'indottrinamento dei nostri figli. E Fedez non dia lezioni che di ingerenze è lui il maestro» ha concluso la nota di Pro Vita e Famiglia.

La saudita Pif investe in Leonardo
Leonardo
Il fondo è pronto a entrare nella divisione aerostrutture della società della difesa. Possibile accordo già dopo l’incontro di settimana prossima tra Meloni e Bin Salman.

La data da segnare con il circoletto rosso nell’agenda finanziaria è quella del 3 dicembre. Quando il presidente del consiglio, Giorgia Meloni, parteciperà al quarantaseiesimo vertice del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg), su espressa richiesta del re del Bahrein, Hamad bin Isa Al Khalifa. Una presenza assolutamente non scontata, perché nella Penisola araba sono solitamente parchi con gli inviti. Negli anni hanno fatto qualche eccezione per l’ex premier britannica Theresa May, l’ex presidente francese François Hollande e l’attuale leader cinese Xi Jinping e poco altro.

L’Ue accusa il Golden power di Roma mentre Macron nazionalizza Arcelor
Emmanuel Macron (Ansa)
Bruxelles apre una procedura sull’Italia per le banche e tace sull’acciaio transalpino.

L’Europa continua a strizzare l’occhio alla Francia, o meglio, a chiuderlo. Questa volta si tratta della nazionalizzazione di ArcelorMittal France, la controllata transalpina del colosso dell’acciaio indiano. La Camera dei deputati francese ha votato la proposta del partito di estrema sinistra La France Insoumise guidato da Jean-Luc Mélenchon. Il provvedimento è stato approvato con il supporto degli altri partiti di sinistra, mentre Rassemblement National ha ritenuto di astenersi. Manca il voto in Senato dove l’approvazione si preannuncia più difficile, visto che destra e centro sono contrari alla nazionalizzazione e possono contare su un numero maggiore di senatori. All’Assemblée Nationale hanno votato a favore 127 deputati contro 41. Il governo è contrario alla proposta di legge, mentre il leader di La France Insoumise, Mélenchon, su X ha commentato: «Una pagina di storia all’Assemblea nazionale».

«La famiglia nel bosco era molto unita. Errore dividerla, trauma per i bimbi»
Maria Rita Parsi (Imagoeconomica)
La celebre psicologa e psicoterapeuta Maria Rita Parsi: «È mancata la gradualità nell’allontanamento, invece è necessaria Il loro stile di vita non era così contestabile da determinare quanto accaduto. E c’era tanto amore per i figli».

Maria Rita Parsi, celebre psicologa e psicoterapeuta, è stata tra le prime esperte a prendere la parola sulla vicenda della famiglia del bosco.

Borghi non molla la battaglia sull’oro: «La Bce aveva dato parere positivo»
La sede di Bankitalia. Nel riquadro, Claudio Borghi (Imagoeconomica)
Il senatore leghista torna sulle riserve auree custodite presso Bankitalia: «L’istituto detiene e gestisce il metallo prezioso in nome dei cittadini, ma non ne è il proprietario. Se Fdi riformula l’emendamento...»

«Mentre nessuno solleva il problema che le riserve auree della Bundesbank siano di proprietà dei cittadini tedeschi, e quindi dello Stato, come quelle della Banca di Francia siano di proprietà dei cittadini d’Oltralpe, non si capisce perché la Banca d’Italia rivendichi il possesso del nostro oro. L’obiettivo dell’emendamento presentato in Senato da Fratelli d’Italia, e che si ricollega a una mia proposta di legge del 2018, punta esclusivamente a stabilire il principio che anche Bankitalia, al pari delle altre Banche centrali, detiene e gestisce le riserve in oro ma non ne è la proprietaria». Continua il dibattito su misure ed emendamenti della legge di Bilancio e in particolare su quello che riguarda le riserve in oro.

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