2025-05-24
La super scienziata: «Ho rifiutato di fare il vaccino mRna mentre ero incinta»
(iStock). Nel riquadro, Sara Brenner
Sara Brenner, oggi ai vertici della Fda, dopo anni rompe il muro del silenzio: «Temevo contaminazioni del latte materno».Èarrivato il momento di promuovere una gigantesca class action contro l'Fda e le singole agenzie regolatorie del farmaco per la campagna vaccinale anti Covid rivolte alle donne in gravidanza e dopo l'allattamento. La popolazione femminile mondiale deve chiedere che siano denunciati i responsabili di una politica sanitaria dannosa. Anzi, criminale perché non sappiamo quante vite sono state messe in pericolo.Sara Brenner, una delle figure più influenti della Food and drug administration (Fda), ha ammesso di aver rifiutato il vaccino mRna durante la gravidanza, nonostante la sua agenzia lo avesse promosso come «sicuro ed efficace» per tutte le donne incinte. «Conoscendo quello che sapevo, non solo sulla nanotecnologia, sulla medicina, sulle contromisure mediche, ma avendo anche una solida e salda base di bioetica […] c’erano molte cose che non andavano», ha detto. La rivelazione della dottoressa è stata fatta il 15 maggio alla tavola rotonda a Washington che ha lanciato il Make america healthy again (Maha) institute, think tank dedicato a modificare e sostenere le politiche federali che potrebbero avere un impatto sugli ingredienti alimentari, sugli input agricoli e sulla salute in generale. In Fda dal 2019, la Brenner che è specializzata in medicina preventiva e sanità pubblica e da febbraio 2020 a maggio 2023 era stata chiamata dall’allora presidente Joe Biden a supportare la risposta nazionale al Covid a più livelli, compreso il ruolo di responsabile dei dati diagnostici nel gruppo di lavoro per la strategia e l’esecuzione dei dati del dipartimento della Salute e dei servizi umani degli Stati Uniti (Hhs). «All’epoca non si sapeva quali fossero i modelli di biodistribuzione di quei prodotti e, nel mio caso in particolare, quale sarebbe stata l’escrezione nel latte materno», ha detto riferendosi alla biodistribuzione delle nanoparticelle lipidiche (Lnp) del vaccino, ovvero le minuscole particelle di grasso utilizzate per trasportare l’mRna nelle cellule. «Quella era la mia preoccupazione principale e quella esposizione mi preoccupava molto», ha affermato l’alto funzionario, raccontando di essere rimasta incinta durante la pandemia. Alla domanda se le informazioni emerse successivamente convalidassero la sua scelta, la Brenner (precisando di non parlare a nome della Fda), ha risposto che «secondo lei sì».Come si possono sentire milioni mamme a sapere che ai vertici della Fda una donna ha raccomandato il vaccino, ma non se l’è fatto inoculare perché non si fidava? In uno studio del 2022, ricercatori hanno segnalato che l’acido ribonucleico messaggero, presente nei vaccini anti Covid-19 di Pfizer e Moderna, è stato rilevato nel latte materno umano. Un altro studio, del 2023, ha riportato risultati simili. Il colosso Pfizer non ha mai detto che il vaccino anti Covid è sicuro per le donne in attesa di un figlio. Con enorme ritardo, nell’aggiornamento della sezione «Gestione del rischio», l’Agenzia europea del farmaco (Ema) finalmente includeva tra i problemi di sicurezza l’utilizzo del siero a mRna nelle donne in attesa e che allattano, perché «mancano informazioni». Studiosi e ricercatori seri l’hanno sempre saputo eppure, anche a emergenza conclusa, ministeri della Salute e associazioni nazionali di ginecologi continuano a insistere sulla necessità di vaccinare le donne in attesa e che allattano, senza sicurezza su reazioni avverse nel loro corpo e in quello del bambino. La popolazione «forse più fragile che esiste sulla faccia della Terra», l’aveva definita l’endocrinologo Vanni Frajese, rimasto inascoltato nei suoi ripetuti allarmi. In Italia, la circolare del ministero della Salute del settembre scorso include ancora nell’elenco gruppi di persone a cui viene raccomandata la vaccinazione di richiamo con il nuovo vaccino aggiornato anti Covid, «donne che si trovano in qualsiasi trimestre della gravidanza o nel periodo “postpartum” comprese le donne in allattamento».Nell’augurare maggiore trasparenza dei dati, che grazie alla nuova amministrazione starebbe finalmente diventando una priorità all’interno della Fda, Brenner ha detto che durante la pandemia «c’erano solo affermazioni e asserzioni che assomigliavano più a convinzioni o cose che si desiderava fossero vere che a vere e proprie conoscenze». Non basta questa ammissione per assolverla, tutt’altro. Doveva parlare prima, invece di restare ancorata alla sua poltrona. Prima di entrare nel governo federale degli Stati Uniti, la Brenner era stata docente a tempo indeterminato di applicazioni tecnologiche avanzate nelle scienze della vita, tra cui medicina e salute pubblica, nonché di protezione dagli effetti indesiderati sulla salute derivanti dall’esposizione a nanomateriali ingegnerizzati e materiali avanzati emergenti.La salute della donna e del suo bambino non erano una priorità da tutelare in epoca pandemica? Nel dicembre del 2020 ricevette la Medaglia al servizio civile, svolto durante la pandemia di Covid-19, rilasciata dal dipartimento della Salute; a giugno 2022 venne premiata dalla Fda «per l’eccezionale lavoro di valutazione indipendente». A inizio 2025 era stata pure nominata commissario ad interim della Fda e alla sua attenzione aveva inviato a marzo la lettera di dimissioni Peter Marks, per quasi dieci anni responsabile del Centro per la valutazione e la ricerca sui prodotti biologici dell’agenzia. Un incarico che includeva la valutazione dei vaccini contro il Covid e la definizione di linee guida per trattamenti emergenti come le terapie cellulari e geniche. Si era dimesso citando «la disinformazione e le bugie» del segretario della Salute, Robert F. Kennedy Jr, in materia di immunizzazione.Sono invece le bugie dell’epoca Covid a essere smascherare. Ma qualcuno deve pagare.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)