2024-11-24
Usano il Giubileo contro la proprietà privata
Il sindaco dem di Roma Roberto Gualtieri, Caritas, Chiesa e il governatore del centrodestra Francesco Rocca studiano un accordo che vieti gli sfratti delle case occupate abusivamente per tutto il 2025. Un altro schiaffo a chi ha investito nel mattone e vede depauperarsi il suo bene.Saremo strani noi, ancora convinti che il bene si faccia soltanto con la proprietà privata e con i propri soldi. Non con quelli degli altri. Forse siamo nostalgici, pensando che il Vangelo abbia la tinta della tradizione e della realtà non quella del modernismo avvolto di verde. Quando Matteo descriveva la parabola del padrone di casa e i lavoratori della vigna chiudeva così: «Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?». Era la difesa della proprietà privata, la stessa che ieri a Roma ha ricevuto un altro colpo mortale. Con una alleanza trasversale molto preoccupante. In vista del Giubileo il sindaco Roberto Gualtieri, non riuscendo a organizzare le strade, a raccogliere i rifiuti e gestire la situazione immobiliare ha chiesto il blocco degli sfratti per tutto il 2025. L’aveva già detto più volte. A dare manforte si sono però aggiunti la Caritas e la Chiesa nella persona del vicario del Papa, Baldassare Reina. Stupisce fino a un certo punto. Nonostante meno di dieci giorni fa Bergoglio abbia invitato i porporati a mettere a disposizione dei bisognosi gli immobili ecclesiastici, la posizione della Caritas è coerente con quella che da anni assume sull’immigrazione clandestina e su un certo tipo di abusivismo.A siglare il medesimo documento contro gli sfratti, però, e a sedere allo stesso tavolo da cui è partito l’annuncio, c’era anche il governatore della Regione Lazio Francesco Rocca. Forse invitato a fare la foglia di fico, ha ribadito che stanzierà contributi per gli affitti (iniziativa lodevole e sacrosanta) ma non ha pensato che era il caso - per la maggioranza che rappresenta - di prendere le distanze e tutelare quella proprietà privata che è la base della crescita economica del nostro Paese, e uno dei pilastri ideologici dell’Occidente. Sappiamo che l’emergenza abitativa è un problema. Ma non si può risolvere sulle spalle dei privati cittadini. I dati diffusi a fine settembre dal ministero dell’Interno dipingono per di più una realtà totalmente sbilanciata a sfavore di chi ha investito nel mattone. Nel 2023 gli sfratti certificati sono stati 39.000, di cui 30.000 per morosità. Quelli richiesti sono stati in tutta Italia quasi 74.000, mentre gli eseguiti soltanto 21.000. Un numero molto basso, visto che per tornare al medesimo valore bisogna riavvolgere il calendario al 2005. La media pre Covid era intorno ai 33.000 all’anno. Nel 2020 e 2021 gli sfratti sono stati bloccati per via della pandemia: bloccati per legge. Ciò non significa che non ci sia un problema di povertà e di irregolarità, ma il dato asciutto indica che metà dei proprietari non incassa i soldi che spettano loro, e non riescono a riprendere possesso di ciò che è loro. Lo Stato non è in grado di risolvere il problema, né di tutelare un onesto cittadino-contribuente e pensa di ribaltare la situazione. Ma è una scelta populista pericolosa, che va a sommarsi al trend di lotta agli affitti brevi e all’iper regolamentazione delle case: fattori che rendono il mattone sempre più un costo e meno una rendita. Essere tutti più poveri non è un successo, se non nella mentalità comunista. Lo pensa sicuramente Giorgio Spaziani Testa che con la sua Confedilizia è sempre sulle barricate, ma anche in Forza Italia sono allineati. «La proprietà privata non si tocca e il proprietario di un immobile è giusto che possa agire, sempre, per garantire il suo bene», ha detto venerdì pomeriggio Maurizio Gasparri presidente dei senatori di Fi, «Se Gualtieri si fa garante delle occupazioni illegali, noi ci facciamo portavoce, come sempre, della tutela della proprietà privata. Eventuali gravi emergenze sociali, da considerare, non possono giustificare altri abusi». Gasparri ha poi chiosato: «Gualtieri non è il Papa». Osservazione fattuale che vale pure per il collega Rocca, anche se l’uscita del senatore di Fi precede di 24 ore la presa di posizione del governatore. E in ogni caso il Papa, da grande gesuita, si è ben guardato dal parlare di immobili privati. Posizione che non modifica quella della Caritas. Così siamo al punto di partenza. In attesa di capire se l’appello firmato a più mani venga raccolto da qualcuno che sta in Parlamento o al governo. Piccolo suggerimento non richiesto, e come tale sempre un po’ fastidioso: meglio lasciar raffreddare la cosa. Fondi per aiutare chi ha perso il lavoro e non riesce a pagare l’affitto? Benissimo. Altro, invece, sarebbe solo ulteriore stimolo all’abusivismo. Inoltre, c’è un messaggio chiaro e nitido che arriva dall’Argentina, dalla fine del mondo. Il nuovo presidente Javier Milei che Giorgia Meloni ha incontrato pochi giorni fa insegna che le battaglie si fanno attorno alla proprietà privata. E i fatti gli danno ragione, nonostante in molti ancora lo descrivano come un clown. Milei è tutt’altro. Come tutt’altro sono le figure che lo ispirano. Uno su tutti Alberto Benegas Lynch, scrittore ed economista che da anni si batte in Sudamerica per stimolare la ricchezza. Rubbettino mesi fa ha pubblicato una serie di sue estratti. In uno di questi spiega benissimo perché i bufali negli Stati Uniti si sono tutti estinti, mentre i cavalli no. Perché i primi erano di tutti e i secondi sono subito stati acquisiti assieme alla terra e sono diventati proprietà privata. Quest’ultima, spiega Lynch, è «la miglior garanzia per la tutela dell’ambiente. Se una ricchezza è “di tutti”, allora viene sfruttata senza alcun riguardo». Un insegnamento da tenere presente sia per la tutela delle case e delle città sia per le prossime mosse della transizione green. Più libertà e responsabilità ai privati e più l’ambiente si troverà a suo agio.
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