Uno studio del Bambino Gesù, peraltro finanziato anche da Pfizer, conferma quanto sempre sostenuto dalla «Verità»: in età pediatrica hanno avuto complicazioni i pazienti con comorbilità. Obbligare tutti i giovani al vaccino, dunque, è stato un errore.«La gravità del Covid-19 nei pazienti pediatrici è stata principalmente determinata da comorbilità e coinfezioni». Arriva da una recentissima pubblicazione, il 21 ottobre su PubMed, l’ulteriore conferma che la campagna vaccinale per bimbi e adolescenti sani era ingiustificata, oltre che pericolosa per i possibili effetti avversi di un profarmaco genico così poco sperimentato. Si tratta di uno studio condotto dall’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma in collaborazione con Pfizer, produttrice del vaccino a mRna tra i più utilizzati al mondo durante la pandemia. Gli autori, ricercatori delle unità di microbiologia e immunologia diagnostica, di pediatria, oncologia, epidemiologia, malattie infettive e pronto soccorso del Policlinico (che è una istituzione della Santa Sede), lo dichiarano esplicitamente: «Ringraziamo Pfizer per il supporto finanziario fornito». Ma veniamo allo studio, che ha analizzato manifestazioni cliniche e gravità della variante Omicron in 458 pazienti di età compresa tra 0 e 17 anni, a cui era stato diagnosticato il Sars-CoV-2 presso il Bambino Gesù tra gennaio e dicembre 2023. L’infezione, solo da questa variante, era stata rilevata mediante test antigenici o molecolari. Di questi giovanissimi, solo 99 hanno dovuto essere ricoverati (sette in terapia intensiva), per gli altri 359 non è stata necessaria l’ospedalizzazione. Le comorbilità erano presenti in 105 (22,9%), principalmente immunocompromessi (21%) ma anche con patologie cardiovascolari, patologie genetiche, patologie neurologiche. E pensare che l’analisi si riprometteva di ottenere dati «che descrivano la gravità della malattia causata da Omicron nella popolazione pediatrica». Invece, nella conclusione i ricercatori scrivono: «Il nostro studio sottolinea che la gravità del Covid-19 nei pazienti pediatrici durante il periodo Omicron era dovuta principalmente a condizioni sottostanti e coinfezioni piuttosto che alla specifica variante infettante».La maggior parte dei pazienti presi in esame, 249 (54,4%), erano di sesso maschile e 332 (72,5%) avevano meno di 1 anno; 79 (17,2%) erano di età compresa tra 1 e 4 anni; 16 (3,5%) tra 5 e 10 anni; 31 (6,8%) tra 11 e 18 anni. Dei 458 tra bambini e adolescenti nei quali sono state analizzate le sequenze Omicron dell’intero genoma, 358 (73,8%) presentavano infezioni delle vie respiratorie superiori come rinite, faringite, tosse, mal di gola, naso che cola, starnuti; 21 (4,6%) infezioni delle vie respiratorie inferiori inclusi segni clinici di bronchite o polmonite; 20 (4,4%) infezioni gastrointestinali con vomito e diarrea) e 79 (17,2%) risultavano asintomatici (senza sviluppo di sintomi clinici).Tra i 21 pazienti con infezione delle vie respiratorie inferiori, nove (42,9%) presentavano una coinfezione, ovvero quattro coinfezioni virali, quattro coinfezioni batteriche e una coinfezione virale e batterica. La maggior parte delle coinfezioni coinvolgeva principalmente il tratto respiratorio, tuttavia, in diversi casi, sono stati interessati anche altri distretti corporei: coinfezioni ematiche, coinfezioni gastrointestinali e coinvolgimento del tratto urinario. Tra questi nove pazienti con coinfezioni, cinque sono stati ricoverati in terapia intensiva e hanno presentato insufficienza respiratoria acuta.Lo studio mostra come la presenza di una condizione medica di base fosse associata a un rischio elevato di ospedalizzazione tra i pazienti pediatrici. «Abbiamo riscontrato un’associazione tra gravità della malattia e specifiche condizioni cliniche, in particolare infezioni delle basse vie respiratorie e comorbilità. Il rischio di ospedalizzazione era significativamente più elevato tra i pazienti pediatrici con infezioni delle basse vie respiratorie e patologie preesistenti». Non era quello che ci raccontavano ministero della Salute e associazioni di pediatri. «L’incidenza dei contagi nei bambini sta aumentando drammaticamente, i vaccini non decollano e si sta verificando anche un incremento dei ricoveri in ospedale e nelle terapie intensive», dichiarava a gennaio 2022 la professoressa Annamaria Staiano, presidente della Società italiana di pediatria (Sip). La variante Omicron è molto più contagiosa, diceva, «purtroppo stiamo vedendo molti casi anche al di sotto dei 5 anni, la maggior parte delle ospedalizzazioni riguarda proprio questa fascia d’età. Non possiamo accettare l’affermazione che il Covid non sia caratterizzato da manifestazioni cliniche severe in età pediatrica». Andrea Campana, responsabile del centro Covid del Bambino Gesù, a Rainews parlava di piccoli pazienti che «presentano spesso polmoniti, dispnee gravi e convulsioni che possono richiedere ossigeno o ventilazione […]. Improvvisamente sono arrivati pazienti sempre più giovani, di pochi mesi di vita».Era un coro a una sola voce, tutti a raccomandare la vaccinazione anche per i più piccoli. Oggi è proprio l’ospedale del Papa a spiegare con uno studio, finanziato da Pfizer, che a finire ricoverati erano i piccoli con purtroppo altre patologie.
Alpini e Legionari francesi si addestrano all'uso di un drone (Esercito Italiano)
Sulle alture del Cuneese l'esercitazione «Joint Sapper», pianificata e organizzata dal 32° reggimento Genio guastatori della Brigata alpina Taurinense insieme ad una compagnia del 2° reggimento genio della Legione Straniera Francese.
L'articolo contiene una gallery fotografica.
Oltre 100 militari si sono addestrati per 72 ore continuative nell'area montana compresa tra Artesina, Prato Nevoso e Frabosa, nel Cuneese.
Obiettivo dell'esercitazione l'accrescimento della capacità di operare congiuntamente e di svolgere attività tattiche specifiche dell'arma Genio in ambiente montano e in contesto di combattimento.
In particolare, i guastatori alpini del 32° e i genieri della Legione hanno operato per tre giorni in quota, sul filo dei 2000 metri, a temperature sotto lo zero termico, mettendo alla prova le proprie capacità di vivere, muoversi e combattere in montagna.
La «Joint Sapper» ha dato la possibilità ai militari italiani e francesi di condividere tecniche, tattiche e procedure, incrementando il livello di interoperabilità nel quadro della cooperazione internazionale, nella quale si inserisce la brigata da montagna italo-francese designata con l'acronimo inglese NSBNBC (Not Standing Bi-National Brigade Command).
La NSBNBC è un'unità multinazionale, non permanente ma subito impiegabile, basata sulla Brigata alpina Taurinense e sulla 27^ Brigata di fanteria da montagna francese, le cui componenti dell'arma Genio sono rispettivamente costituite dal 32° Reggimento di Fossano e dal 2° Régiment étranger du Génie.
È uno strumento flessibile, mobile, modulare ed espandibile, che può svolgere missioni in ambito Nazioni Unite, NATO e Unione Europea, potendo costituire anche la forza di schieramento iniziale di un contingente più ampio.
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Da tre giorni, la capitale irlandese è attraversata da violente proteste (c’è chi si è presentato a cavallo...) contro l’ennesimo caso di cronaca che ha per protagonista uno straniero. Ma, al solito, quando la piazza è identitaria la si bolla come razzista.