Un’altra vittima per la circoncisione ma gli indignati a comando tacciono
Morire a un mese di vita sotto i ferri di un ciarlatano. È accaduto a un neonato di origine nigeriana in un'abitazione alla periferia di Genova dopo una circoncisione praticata in casa da un presunto santone africano. Nella società dei diritti, quello della vita di un bimbo appena nato non sembra così granitico e sacro, soprattutto in famiglie di extracomunitari circondate dal degrado, che dalle loro terre hanno portato in valigia consuetudini ancestrali non ancora intaccate dalla civiltà come si intende nel mondo occidentale.
Telefonata disperata
La polizia, allertata dal 118 che era intervenuto dopo l'ultima disperata telefonata, ha arrestato la mamma di 25 anni e la nonna di 48 con l'accusa di omicidio preterintenzionale, è alla ricerca del padre (che sarebbe all'estero) e dopo una rapida inchiesta ha fermato il santone mentre era in fuga verso la frontiera di Ventimiglia. I medici non hanno potuto far nulla per rianimare il piccolo. La situazione è stata ricostruita dopo gli interrogatori ai famigliari e ai vicini di casa da parte delle forze dell'ordine; nel dramma sarebbe coinvolto anche il nuovo convivente italiano della giovane mamma, in stato di shock dopo aver assistito alla barbara pratica.
Tremila abusi
C'è qualcosa di insondabile e folle nel gesto di una mamma che uccide il proprio bimbo nell'atto di farlo circoncidere. Qualcosa che ha a che fare con il trapassato remoto della civiltà ma che in Italia, nel 2019, si sta trasformando in un allarmante fenomeno. Questo è il terzo caso affiorato in meno di un mese e se si naviga per qualche minuto sul Web se ne scoprono altrettanti. Ma sotto il pelo dell'acqua e del silenzio, sono circa 3.000 le circoncisioni clandestine effettuate sui bambini per motivi religiosi, igienici o di pura superstizione.
L'opinione pubblica fu molto colpita dalla doppia morte in Emilia che ha costretto la polizia ad aprire un'indagine nella comunità ghanese. Nel novembre 2018 un neonato perse la vita nel Bolognese durante l'intervento in casa con strumenti inadeguati. E il 25 marzo il figlio di cinque mesi, sempre di genitori provenienti dal Ghana, è stato ricoverato in condizioni disperate all'ospedale di Scandiano dopo un arresto cardiaco. Ancora una circoncisione in appartamento, ancora una tragedia. Come quella avvenuta a Monterotondo, vicino a Roma, nei giorni precedenti il Natale.
Una mamma nigeriana di 35 anni aveva addobbato l'albero per i suoi due gemellini David e Daniel, nati a Latina due anni fa. Ma prima della festa aveva un appuntamento con un medico abusivo, senza laurea, americano di origine libica, che li avrebbe circoncisi secondo la tradizione dei musulmani del Paese africano. Il risultato è stato drammatico: David è morto dissanguato e il fratellino è stato ricoverato in fin di vita al Policlinico Gemelli. Nello studio del santone gli agenti hanno scoperto elenchi di pazienti: era il punto di riferimento per immigrati in difficoltà economiche, ma con la ferma intenzione di portare a termine la pratica. L'uomo è stato arrestato per omicidio preterintenzionale, esercizio abusivo della professione e lesioni gravissime.
Davanti a questi casi si rimane con il fiato sospeso. E ci si domanda come un Paese dall'indignazione a comando nei confronti del Congresso della famiglia di Verona non abbia un sussulto, una reazione etica, davanti a queste morti innocenti. Eppure, se in Italia c'è un medioevo (nell'accezione negativa dei progressisti in servizio permanente, non certo nella nostra) è proprio questo. È a qualche chilometro, forse anche a qualche centinaio di metri, dai centri storici dove soloni con il ditino alzato allenato dal personal trainer giudicano barbari una mamma e un papà che proteggono i loro bambini.
Sicurezza sanitaria
Va detto chiaro: laddove la circoncisione ha ragioni igieniche e religiose, può tranquillamente essere effettuata con tutte le garanzie sanitarie, sotto controllo medico, nel pieno rispetto della sicurezza. È un intervento da day hospital, ma costa attorno ai 1.000 euro. Dopo l'ultimo caso, il presidente della Federazione degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, Filippo Anelli, ha detto: «Bisogna inserire la circoncisione rituale nel servizio sanitario o approvare una legge affinché sia accessibile in strutture pubbliche e private a costi calmierati. La situazione sta diventando drammatica». Ovviamente il problema non è soltanto medico come vorrebbero far credere i nati ottimisti, ma si interseca con tradizioni tribali difficili da sradicare. Lo lascia intuire il ministro della Salute, Giulia Grillo: «È urgente trovare soluzioni, il tema è complesso e bisogna confrontarsi con le autorità religiose. Ma l'assoluta priorità è individuare un protocollo per la sicurezza dei bambini».
Patti con l'islam
Scendere a patti con gli Imam, interessante prospettiva. Le 3.000 circoncisioni illegali (su 5.000 certificate) sono infatti la spia sociale della mancata integrazione, costituiscono il fallimento delle politiche solo teoriche dell'accoglienza diffusa. Perché, nonostante il pericolo, queste pratiche continuano ad avvenire dentro contesti sociali del tutto isolati, impermeabili ad aperture culturali e a profilassi. Dove imperversano stregoni e ciarlatani, questi sì retrogradi, non certo i genitori di Verona. Per salvare quei bambini servono la consapevolezza dei problemi e quell'indignazione che talvolta smuove le montagne. Ma poiché il tema non è nell'agenda arcobaleno del meraviglioso mondo gender fluid, semplicemente non esiste.





