2024-12-06
Una marea di Pec pro concordato. Lega contro l’Agenzia delle entrate
Lettere ad altre 700.000 partite Iva. Il Carroccio si dissocia: «Azione sbagliata nel merito e nel metodo per indurre gli autonomi ad aderire». I commercialisti: «Confusione e preoccupazione». Passa il dl Fisco.Dopo la circolare del Viminale che ha messo fuori legge il check in a distanza e le keybox, un altro caso scuote la maggioranza e vede la Lega di Matteo Salvini criticare il governo del quale fa parte. Stavolta a scatenare la protesta è una Pec inviata dall’Agenzia delle entrate ad altri 700.000 lavoratori autonomi (in totale ne sono state inviate 2,2 milioni) che dichiarano un reddito inferiore a quello dei dipendenti dello stesso settore, una comunicazione che spinge ad aderire al concordato preventivo e contiene un passaggio che suona come una velata minaccia di ritorsioni. Leggiamo il testo integrale di questa letterina di Natale dell’Agenzia delle entrate: «Gentile contribuente, ogni anno l’Agenzia, sulla base dei continui aggiornamenti delle informazioni che confluiscono nelle banche dati che costituiscono il proprio patrimonio informativo, individua casi anomali che, dopo ulteriori approfondimenti, sono selezionati per le attività di controllo. In tale contesto», recita ancora la lettera, «è stato rilevato che la sua dichiarazione per l’anno 2023 indica un reddito derivante da attività d’impresa inferiore a quello dei dipendenti che lavorano nello stesso settore economico. Questo aspetto, in assenza di giustificazioni oggettive, può essere considerato anomalo». Quest’ultimo è il passaggio incriminato, poiché subito dopo arriva il riferimento al concordato: «Al riguardo è utile ricordare che per rendere il reddito coerente con il valore minimo di settore: può ancora integrare i redditi dichiarati per il periodo d’imposta 2023; per gli anni d’imposta 2024 e 2025 può aderire, entro il prossimo 12 dicembre 2024, al concordato preventivo biennale (Cpb). In tal caso può anche avvalersi, entro il 31 marzo 2025, del ravvedimento per ciascuna delle annualità dal 2018 al 20222. Cordiali saluti». Inevitabilmente chi si è visto recapitare la Pec ha pensato: «O aderisci al concordato o puoi avere problemi». Del resto, non è certo un delitto se un imprenditore un anno guadagna meno di un suo dipendente: se la sua azienda va in perdita e lui paga regolarmente gli stipendi succede questo. I commercialisti, sommersi dalle telefonate dei clienti terrorizzati, sono su tutte le furie: «I recenti invii di lettere da parte dell’Agenzia delle entrate», attaccano attraverso una nota congiunta i tre presidenti di sindacati dei commercialisti, Francesco Cataldi (Ungdcec), Edoardo Ginevra (Aidc) e Maria Pia Nucera (Adc), «non favoriscono la compliance fiscale, ma generano confusione e preoccupazione tra i contribuenti: Le lettere di compliance, concepite per promuovere il corretto adempimento fiscale e favorire la trasparenza con l’amministrazione finanziaria, sembrano diventate uno strumento intimidatorio, come dimostra l’affermazione: “L’Agenzia individua i casi anomali selezionati per le attività di controllo”. Inoltre, è sbagliato paragonare il reddito di lavoro autonomo o d’impresa a quello minimo previsto per i lavoratori dipendenti, ignorando le specificità del contribuente. Tale approccio, forse volutamente, dimentica che redditi inferiori a determinati livelli possono essere causati dalla difficile congiuntura economica del 2023, ancora in corso. Queste lettere sembrano piuttosto un’ulteriore pressione per promuovere l’adesione al concordato preventivo biennale, strumento che non ha riscosso il successo sperato». Il caso esplode anche sui social, con l’ex deputata del Pd Alessia Morani che commenta: «Faccio l’avvocato e non ho aderito al concordato fiscale preventivo proposto dal governo Meloni perché non ho pendenze con il Fisco da sanare e ho sempre dichiarato tutto. Mi è appena arrivata una Pec dall’Agenzia delle entrate che “minaccia” controlli e che, comunque, avvisa che si può sempre aderire al concordato entro il 12 dicembre. In sostanza, vogliono spaventarti con la minaccia dei controlli se non aderisci al concordato. Roba che nemmeno in Unione sovietica! Ma non si vergognano nemmeno un po’ Meloni e compagnia?». Al post di Alessia Morani risponde tra gli altri il virologo Roberto Burioni: «Ho sempre pagato fino all’ultimo euro», scrive, «mi è arrivata la proposta di pagare ben di più di quello che ho guadagnato. Controllino pure». Come dicevamo, per la seconda volta in pochi giorni la Lega critica il governo di cui fa parte: «Troviamo sbagliata nel merito e nel metodo», scrive in una nota il dipartimento economia del Carroccio, «la pioggia di lettere che l’Agenzia delle entrate ha riversato sui contribuenti italiani per contestare ipotetiche anomalie, con l’obiettivo di indurli ad aderire al concordato preventivo biennale, indipendentemente dal loro merito fiscale». Intanto, ieri il decreto Fiscale è stato approvato definitivamente alla Camera. Tra le misure, la riapertura dei termini del concordato fino al 12 dicembre, il bonus Natale (l’indennità una tantum da 100 euro per 4,5 milioni di dipendenti con redditi fino a 28.000 euro e almeno un figlio), 4,69 miliardi per Transizione 4.0, più fondi al 2 per mille per il finanziamento ai partiti e il rinvio da novembre a gennaio della seconda rata di acconto delle imposte per le partite Iva fino a 170.000 euro, con la possibilità di rateizzare in cinque mesi.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.