
L'esponente dem, ora alla corte di Emmanuel Macron, minimizza la sua esperienza a destra: «Ero sedicenne, durò poco». Ma i documenti paiono smentirlo: a 19 anni era con Giorgio Almirante e a 22 risultava ancora iscritto. Parla l'amico mentore: «Lo portai io in sezione».Ci provarono, a dare del fascista a Matteo Renzi, all'epoca del referendum costituzionale voluto dall'allora premier. E, chissà, forse in quel momento il renziano Sandro Gozi avrà avvertito una certa aria di gioventù. Anzi: del Fronte della gioventù, l'organizzazione giovanile del Movimento sociale italiano che, si è scoperto in questi giorni, l'esponente dem avrebbe frequentato da ragazzo. La bomba viene dal periodico sovranista Il Primato Nazionale, che venerdì ha diffuso una foto di gruppo in cui il giovane Gozi appare accanto allo storico segretario missino, Giorgio Almirante, oltre a un documento del Fronte della gioventù in cui, tra gli iscritti, figura proprio un Sandro Gozi, «studente universitario», con la stessa data di nascita dell'ex sottosegretario con delega alle Politiche europee dei governi Renzi e Gentiloni. Non che ci sia nulla di male, intendiamoci. Ma certo l'esponente dem un po' di imbarazzo l'avrà provato, tanto più che la notizia arriva a poche settimane dall'incarico affidato a Gozi dall'esecutivo francese. Un fastidioso dejà vu, per Emmanuel Macron, che aveva già dovuto scoprire, durante la campagna elettorale per le europee, il passato nella destra radicale della sua capolista Nathalie Loiseau, negli anni Ottanta vicina ai «fasci» del Gud. E Gozi, che faceva negli anni Ottanta? «Era uno dei primi paninari di Cesena», racconta chi frequentava la destra cesenate di allora, «frequentavano un bar, qui in città, e alcuni di loro si avvicinarono al Fronte della gioventù, trascinando gli altri». Sembra di vederlo, in Timberland e Moncler. Dopo che la foto ha cominciato a fare il giro del Web, Gozi non ha smentito, ma ha minimizzato. Forse troppo. «Avevo 16 anni. Il mio migliore amico era nel Fronte. Venivo da una famiglia di sinistra e il mio fu un atto di ribellione. Ci ho messo molto poco a capire che quella non era la mia strada», ha detto alle agenzie. Già, ma quanto poco? Gozi è del 1968: i suoi 16 anni cadevano nel 1984. La foto con Almirante reca in filigrana una data: 9 giugno 1987. Il giovane attivista e futuro parlamentare avrebbe avuto quindi 19 anni. Pochi giorni dopo, peraltro, si svolsero le elezioni politiche, probabilmente le stesse in cui Gozi sostiene di aver votato Pri. Già. Il documento che attesta la sua iscrizione, sotto la casella «data», reca invece un lapidario «90». Gozi era quindi ancora iscritto nel 1990, all'età di 22 anni? La cosa sarebbe compatibile con la qualifica di «studente universitario». Insomma, Gozi ci avrebbe messo qualche anno a capire che quella «non era la sua strada». E la avrebbe comunque lasciata da maggiorenne. «Non è vero che è stato una meteora, ha frequentato per qualche anno», conferma l'esponente ex missino cesenate già citato. Che aggiunge: «Gli piaceva apparire. Non era uno dei militanti più presenti, ma nelle occasioni importanti c'era sempre, non mi stupisce che sia finito in quella foto». Anche un altro frequentatore della Cesena missina degli anni Ottanta si ricorda di lui e, alla richiesta di descriverci il giovane Gozi, spara due aggettivi senza esitazioni: «Studioso e fighetto». Il Fronte della gioventù locale di quegli anni, ci racconta, andava forte: «Avevamo 120 iscritti, solo come Fdg. E consideriamo che la situazione non era certamente più quella degli anni Settanta, ma comunque non era tranquilla: ancora negli anni Ottanta avevamo porte incendiate, scritte sotto casa, manifesti con i nostri nomi affissi per la città...». Se sul periodo di permanenza di Gozi nell'Msi resta il dubbio («Avrà frequentato la sede per tre o quattro anni», azzarda a spanne l'ultima fonte citata), il nome del famoso amico che avrebbe portato Sandro in sezione lo abbiamo scovato con certezza. Si tratta di Alberto Calbucci che, contattato, conferma: «Sì, quell'amico sono io. In quegli anni sono stato segretario provinciale del Fronte. Ero un trascinatore e avevo portato dentro tutti gli amici. Ma francamente non è che ci capissimo molto di politica». La foto con Almirante l'ha postata sui social proprio lui, anche se, dice, «mi è dispiaciuto che sia stata strumentalizzata, perché sono molto amico con Sandro e non era mia intenzione danneggiarlo». Del giovane Gozi, Calbucci dice che era «un ragazzo modello, non fumava, non diceva parolacce, non beveva, andava bene a scuola. Dato che era già molto istruito, gli chiedevo anche dei consigli quando dovevo scrivere qualcosa. Credo che lui si sia appassionato alla politica in quegli anni lì». Dopo la nostra conversazione, Calbucci richiama: «Rifacendo i conti, nel 1988 io ero già fuori dal Fdg e lo era anche Sandro. Escludo che fosse nel Fronte nel 1990. È stata una breve parentesi prima della maggiore età. E comunque secondo me non è uno scandalo». Infatti non lo è. Ma chissà se Macron è d'accordo.
Nel riquadro la prima pagina della bozza notarile, datata 14 novembre 2000, dell’atto con cui Gianni Agnelli (nella foto insieme al figlio Edoardo in una foto d'archivio Ansa) cedeva in nuda proprietà il 25% della cassaforte del gruppo
Tra le carte dell’inchiesta sull’eredità Agnelli emerge una bozza di atto notarile del 14 novembre 2000 con cui l’Avvocato avrebbe donato al figlio Edoardo la nuda proprietà del 25% della Dicembre, la holding di famiglia. Meno di 24 ore dopo, la tragedia.
Al link qui sotto è possibile scaricare e consultare il documento integrale. Domani in edicola il racconto completo dei misteri dell'eredità contesa della famiglia Agnelli.
1 Bozza Atto di Donazione quote Dicembre da Gianni a Edoardo.pdf
Alberto Virgolino (iStock)
Il presidente dei ginecologi cattolici risponde al ddl Crisanti: «È una forzatura ideologica, i dati dicono che i medici non obiettori sono spesso sottoutilizzati. La libertà di coscienza? Un caposaldo della 194». Le ostetriche: «Così si snatura il nostro lavoro».
Papa Leone XIV (Ansa)
Leone XIV auspica che l'Italia possa prendere misure per fare fronte al calo delle nascite. «Negli ultimi decenni assistiamo in Europa, come sappiamo, al fenomeno di un notevole calo della natalità».
«Ciò richiede impegno nel promuovere scelte a vari livelli in favore della famiglia, sostenendone gli sforzi, promuovendone i valori, tutelandone i bisogni e i diritti», ha detto Papa Leone nel suo discorso al Quirinale davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Padre, madre, figlio, figlia, nonno, nonna sono, nella tradizione italiana, parole che esprimono e suscitano sentimenti di amore, rispetto e dedizione, a volte eroica, al bene della comunità domestica e dunque a quello di tutta la società. In particolare, vorrei sottolineare l'importanza di garantire a tutte le famiglie - è l'appello del Papa - il sostegno indispensabile di un lavoro dignitoso, in condizioni eque e con attenzione alle esigenze legate alla maternità e alla paternità».
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Ansa
Il gip respinge la richiesta della Procura: «Quelle esistenti sono rigorose». Archiviazione vicina per Lenoci.