2020-02-11
Una famiglia di taiwanesi contagiati ha girato mezza Italia per vacanza
Al rientro in patria dopo le ferie in Toscana e Veneto, a una coppia con figli è stato diagnosticato il coronavirus. Un jet riporterà da Wuhan il minorenne di Grado. Controlli più approfonditi per tutti i voli in arrivo da Roma. Il coronavirus visto dall'Italia è tutt'altro che una minaccia di serie B dell'epidemiologia mondiale. Malgrado Pechino provi a imporre una narrazione tranquillizzante sul contenimento della pandemia, trovando - come affermato dallo stesso portavoce del ministero degli Esteri, Geng Shuang - l'appoggio di «molti personaggi politici e amici di ogni estrazione sociale in Italia», a cui per ultimo si è aggiunto anche Matteo Renzi, il governo mantiene la linea della fermezza. E, al di là delle photo opportunity del capo dello Stato, Sergio Mattarella, tra i bambini cinesi nella scuola elementare dell'Esquilino, non riapre le frontiere né alleggerisce il protocollo di prevenzione.D'altronde, i motivi per tenere alta la guardia ci sono tutti. All'istituto Spallanzani, nelle ultime settimane, 53 pazienti sono stati sottoposti al test per il coronavirus. Di questi, 38 sono risultati negativi e dimessi ma 15 sono ancora ricoverati. Tre invece i casi confermati: la coppia cinese attualmente in terapia intensiva ed il giovane proveniente dalla cittadella militare della Cecchignola, rimpatriato dopo un viaggio a Wuhan dalla fidanzata. Altri 10 sono in attesa di risultato mentre due sono quelli che, risultati negativi al test per il coronavirus, restano comunque sotto osservazione per differenti motivi clinici. Altre 20 persone, invece, sono in quarantena perché considerate «contatti primari» dei due «pazienti zero» che hanno alloggiato a Roma. A questi si aggiunga che due coniugi di Olbia sono stati segnalati come sospetti casi di coronavirus e sono sotto il monitoraggio dell'unità di crisi locale del Nord Sardegna. La coppia è rientrata nei giorni scorsi da un viaggio su una nave da crociera e ha manifestato sintomi come febbre e tosse. Da un paio di giorni marito e moglie sono tenuti in isolamento nel loro appartamento di Olbia. Anche sul fronte della profilassi scolastica, l'esecutivo ha deciso di adottare misure particolarmente restrittive, come peraltro chiesto dai governatori del Nord, con la nuova circolare inviata ai presidi che considera come «assenza giustificata» un periodo di osservazione facoltativo di almeno 14 giorni lontano dai banchi per i bimbi di ritorno dalla nazione della Grande Muraglia. Un provvedimento che potrebbe presto essere esteso anche alle università, come ha recentemente dichiarato il ministro Gaetano Manfredi.È tutta invece da monitorare la mappa della famigliola di Taiwan che, rientrata in patria, ha scoperto essere stata contagiata. Dopo i genitori, anche i due figli sono risultati positivi al test. Il primo è stato messo in quarantena, in ospedale, venerdì scorso. Il secondo lo seguirà a breve. I visitatori asiatici sono stati in Toscana dal 26 al 29 gennaio scorso visitando Siena, Pisa e Firenze. Nel capoluogo toscano, informa una nota della Regione, «il personale dell'albergo in cui hanno soggiornato ha riferito al personale sanitario della Asl Toscana centro, che ha eseguito i controlli successivi, che i turisti indossavano le mascherine di protezione». Prima di ripartire, il 31 gennaio, la coppia ha passato 48 ore anche a Venezia, come riporta il Gazzettino. Il Dipartimento di prevenzione ha effettuato tutti i controlli nei luoghi visitati. Nessun sintomo è stato riscontrato sulle persone venute a contatto con loro. Per una famiglia che parte, un giovane che (forse) ritorna. Il soggiorno forzato di Niccolò nell'epicentro del coronavirus sta per finire. Il governo italiano ha deciso infatti di riportare a casa lo studente di 17 anni di Grado ancora bloccato a Wuhan con un aereo militare, che lo andrà a prendere in Cina nelle prossime ore. «Nessuno deve rimanere indietro», ha sottolineato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, al termine di una riunione con il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, e il ministro della Salute, Roberto Speranza. Niccolò, ha assicurato chi lo ha sentito, «sta bene» e «non è preoccupato», ma non nasconde «la delusione per l'intoppo». La febbre, rilevata ai controlli in aeroporto, gli aveva impedito di salire sull'aereo britannico insieme con 200 cittadini europei, tra cui 8 italiani, che sono tornati nei loro paesi. Sempre per la stessa ragione era rimasto a terra lunedì scorso, vedendo partire i primi 56 connazionali. E, proprio sul fronte aeroportuale, il comitato operativo della Protezione civile ha deciso di applicare ai passeggeri in arrivo negli aeroporti italiani con un volo da Roma le procedure sanitarie per prevenire il contagio del coronavirus già in vigore per i voli internazionali. Una misura che è in realtà una soluzione a metà perché nessuna disposizione analoga, invece, è stata al momento disposta per tutti gli altri voli che collegano tra loro il resto delle città italiane. Dunque, un contagiato potrebbe tranquillamente girare per gli scali italiani, senza imbarcarsi per la Città eterna, ma solo rimanendo nell'area transiti per prendere il volo successivo.