
C'è anche una pista britannica nella spy story su cui il premier Giuseppe Conte dovrà riferire al Copasir il 23 ottobre. E ruota attorno a Nagi Idris, colui che indirizzò l'ex advisor di Donald Trump all'università Link campus di Roma.Le strade dello Spygate, l'inchiesta figlia del Russiagate che punta a chiarire il ruolo dell'intelligence occidentale durante la campagna presidenziale Usa del 2016, non portano solo a Roma. «Sarebbe bene indagare anche negli altri Paesi su quello che è accaduto», ha affermato mercoledì Donald Trump a margine della visita del presidente Sergio Mattarella. Sebbene l'attenzione in questo momento sia rivolta tutta sull'Italia, è palese che Trump non intenda fermarsi ai soli rapporti intrattenuti nel corso delle «vacanze romane» dal suo ex advisor George Papadopoulos e il misterioso professore maltese Joseph Mifsud.C'è una pista altrettanto importante e meritevole di approfondimento almeno tanto quanto quella che vede Roma al centro della spy story del terzo millennio, quella cioè che riguarda i fatti accaduti nel Regno Unito. Non fosse altro perché la genesi di molti dei personaggi oggi al centro di questa vicenda ha avuto luogo proprio in territorio britannico. Questo filone, finora rimasto in un cantuccio, rischia di tornare in auge dopo che Il Fatto Quotidiano ha ricordato come il facoltoso avvocato svizzero Stephan Roh, legale di Mifsud, sia attualmente azionista della Gem srl, società di gestione della Link campus university. Secondo quanto si evince dalla visura camerale dell'azienda, Roh detiene il 5% delle quote della Gem tramite la Drake global limited, iscritta al registro delle imprese della corona. La maggioranza del capitale è in mano a Vanna Fadini (77%, pari a 13.860.000 euro), mentre il restante 18% è di proprietà di Achille Patrizi. Ed è stato proprio quest'ultimo a vendere nel 2016 all'avvocato svizzero la quota che ancora oggi gli spetta, ma a un costo quasi quattro volte inferiore (250.000 anziché 900.000 euro) rispetto al valore effettivo. Prezzo di favore, spiegano dalla Link al Fatto, legato al reperimento da parte di Roh di un acquirente del 44% del capitale dell'ateneo privato romano per la bella cifra di 20 milioni di euro. Nelle intenzioni della proprietà, l'ingresso della Drake nella compagine societaria doveva essere funzionale all'arrivo di nuovi investitori internazionali e il relativo ampliamento del campus universitario. «Per il futuro puntiamo anche alla quotazione in borsa», questo il commento di Roh nell'ottobre del 2016, «Roma sarà il primo passo, ma l'intento è quello di aprire con la Link campus university altre sedi nel mondo, a partire da Hong Kong». Ma sia l'affare relativo alla vendita delle quote che la quotazione sui mercati, in realtà, non andarono mai in porto.Quella di Roh è una figura chiave nella pista inglese dello spygate. Fu proprio lui, infatti, ad assumere Mifsud come consulente nel 2015, un anno prima cioè che «the Professor» (come lo chiama Robert Mueller nel suo celebre rapporto) incontrasse Papadopoulos. Nel corso di un'intervista al sito realclearinvestigations.com, Roh ebbe modo di sostenere che il suo assistito era tutto meno che una spia russa. Semmai, come scrisse nel suo libro a quattro mani con l'analista politico francese Thierry Pastor, Mifsud «aveva un solo pallino: quello della politica, della diplomazia e dell'intelligence occidentale, l'unica sua vera casa dalla quale egli è ancora strettamente dipendente». Più tardi, a gennaio del 2018, Mifsud contattò telefonicamente Roh spiegandogli di essere stato incastrato e di non avere nulla a che fare con i contatti tra Russia e Usa. L'impressione avuta da Roh era che Mifsud «temesse per la propria vita». Per risalire alle origini dei rapporti tra l'avvocato svizzero e il professore maltese, in realtà, bisogna fare un altro passo indietro. Lo stesso Roh rivela alla Verità di aver conosciuto Mifsud nel 2006, quando questi lo invitò a visitare la Link. Più tardi, nel 2012 il professore diventò direttore della London academy of diplomacy (Lad), un'istituzione affiliata alla Stirling University. Proprio alla Lad, della quale nel 2014 divenne visiting lecturer, Roh ci riferisce di avere incontrato una volta «alti funzionari del MI6 (l'agenzia di spionaggio per l'estero del Regno Unito, ndr) e membri dell'intelligence occidentale e araba». Una volta entrato nel giro di Mifsud, Roh ne condivide in parte anche gli ambienti. Nel 2016 partecipa a un convegno a Istanbul con lo stesso professore maltese e Nagi Idris, direttore del London center for international law and practice (Lcilp). Ma, come spiega Roh al nostro quotidiano, Idris non gli fece una buona impressione: «Una persona al centro di affari poco chiari, immerso in un contesto poco trasparente, assolutamente da evitare». Sudanese trapiantato a Londra, Idris rappresenta forse il deus ex machina del versante britannico dello Spygate. Qualche mese prima fu proprio lui, infatti, a spingere Papadopoulos a incontrare Mifsud nella sede della Link a Roma. Nel suo entourage Arvinder Sambei, vicinissima agli ambienti dell'intelligence britannica e americana (qualcuno sostiene che abbia collaborato con Mueller al rapporto dell'11 settembre), e l'americana Rebecca Peters, ex codirettrice del Lcilp e oggi dirigente presso la Veterans in global leadership, una Ong vicina alla Cia. Più che un campo di addestramento per spie russe, una bocciofila dell'intelligence occidentale.
Il toro iconico di Wall Street a New York (iStock)
Democratici spaccati sul via libera alla ripresa delle attività Usa. E i mercati ringraziano. In evidenza Piazza Affari: + 2,28%.
Il più lungo shutdown della storia americana - oltre 40 giorni - si sta avviando a conclusione. O almeno così sembra. Domenica sera, il Senato statunitense ha approvato, con 60 voti a favore e 40 contrari, una mozione procedurale volta a spianare la strada a un accordo di compromesso che, se confermato, dovrebbe prorogare il finanziamento delle agenzie governative fino al 30 gennaio. A schierarsi con i repubblicani sono stati sette senatori dem e un indipendente affiliato all’Asinello. In base all’intesa, verranno riattivati vari programmi sociali (tra cui l’assistenza alimentare per le persone a basso reddito), saranno bloccati i licenziamenti del personale federale e saranno garantiti gli arretrati ai dipendenti che erano stati lasciati a casa a causa del congelamento delle agenzie governative. Resta tuttavia sul tavolo il nodo dei sussidi previsti ai sensi dell’Obamacare. L’accordo prevede infatti che se ne discuterà a dicembre, ma non garantisce che la loro estensione sarà approvata: un’estensione che, ricordiamolo, era considerata un punto cruciale per gran parte del Partito democratico.
2025-11-10
Indivia belga, l’insalata ideale nei mesi freddi per integrare acqua e fibre e combattere lo stress
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In autunno e in inverno siamo portati (sbagliando) a bere di meno: questa verdura è ottima per idratarsi. E per chi ha l’intestino un po’ pigro è un toccasana.
Si chiama indivia belga, ma ormai potremmo conferirle la cittadinanza italiana onoraria visto che è una delle insalate immancabili nel banco del fresco del supermercato e presente 365 giorni su 365, essendo una verdura a foglie di stagione tutto l’anno. Il nome non è un non senso: è stata coltivata e commercializzata per la prima volta in Belgio, nel XIX secolo, partendo dalla cicoria di Magdeburgo. Per questo motivo è anche chiamata lattuga belga, radicchio belga oppure cicoria di Bruxelles, essendo Bruxelles in Belgio, oltre che cicoria witloof: witloof in fiammingo significa foglia bianca e tale specificazione fa riferimento al colore estremamente chiaro delle sue foglie, un giallino così delicato da sfociare nel bianco, dovuto a un procedimento che si chiama forzatura. Cos’è questa forzatura?
Zohran Mamdani (Ansa)
Nella religione musulmana, la «taqiyya» è una menzogna rivolta agli infedeli per conquistare il potere. Il neosindaco di New York ne ha fatto buon uso, associandosi al mondo Lgbt che, pur incompatibile col suo credo, mina dall’interno la società occidentale.
Le «promesse da marinaio» sono impegni che non vengono mantenuti. Il detto nasce dalle numerose promesse fatte da marinai ad altrettanto numerose donne: «Sì, certo, sei l’unica donna della mia vita; Sì, certo, ti sposo», salvo poi salire su una nave e sparire all’orizzonte. Ma anche promesse di infiniti Rosari, voti di castità, almeno di non bestemmiare, perlomeno non troppo, fatte durante uragani, tempeste e fortunali in cambio della salvezza, per essere subito dimenticate appena il mare si cheta. Anche le promesse elettorali fanno parte di questa categoria, per esempio le promesse con cui si diventa sindaco.
Ecco #DimmiLaVerità del 10 novembre 2025. Il deputato di Sud chiama Nord Francesco Gallo ci parla del progetto del Ponte sullo Stretto e di elezioni regionali.






