2025-04-02
Ue Pride pagato da privati. Ma non si sa quali
Matteo Lepore (Imagoeconomica)
Matteo Lepore assicura che le spese della piazza pro Europa di domenica a Bologna saranno coperte dagli sponsor. Che, però, restano ignoti. Mistero anche sulle cifre: «solo» 20.000 euro per il palco (a Roma è costato il triplo). Marco Lisei (Fdi): «Andremo in fondo».Il sindaco di Bologna ha rotto il silenzio, però solo a metà, comunicando che alla manifestazione di domenica per l’Europa in piazza del Nettuno «tutti gli ospiti parteciperanno a titolo gratuito, mentre i costi organizzativi per l’allestimento dello spazio, che ammontano a 20.000 euro, saranno interamente sostenuti da soggetti privati che aderiscono all’iniziativa». Matteo Lepore insiste con la non trasparenza, fa sapere che l’elenco dei privati benefattori sarà reso noto non appena completo. Gli piace così, organizzare la piazza come quella voluta da Repubblica ma non dire chi la pagherà. L’assessore allo Sport e al Bilancio, Roberta Li Calzi, ribadisce: «Renderemo pubblico l’elenco dei finanziatori», e ci mancherebbe che non fosse così. Nell’attesa di far conoscere chi pagherà, si alimenta la polemica: «Poi sarebbe bene che la destra smettesse di far finta di preoccuparsi per le finanze del Comune e dicesse chiaramente che è contraria a questa manifestazione per l’Europa e i suoi valori, così almeno sapremo la verità», dichiara Li Calzi. Di certo, convincono poco quei 20.000 euro annunciati. Dovrebbero servire per il palco, ma a Roma ne sono stati spesi tre volte tanto solo per la struttura comprensiva di torre delay per il suono, più altri 47.000 euro per l’impianto audio, luci, gli schermi e l’assistenza tecnica. L’amministrazione di Bologna assicura che non ci saranno gettoni di presenza e ospitate, che a Roma hanno fatto lievitare i costi fino alla cifra monstre di quasi 350.000 euro, però quel preventivo di spesa convince poco. Davvero quei 55 sindaci attesi arriveranno a proprie spese, senza alcun bonus? Per l’attore Paolo Hendel e l’artista Alessandro Bergonzoni, per il musicista Paolo Fresu che interpreterà l’Inno alla Gioia e i giornalisti Francesca Mannocchi e Gad Lerner, solo per citare alcuni degli invitati alla manifestazione, non ci saranno rimborsi dei biglietti di viaggio e le spese di alloggio?Bravi e virtuosi, rispetto a quanto accaduto a Roma, pagheranno tutto di tasca propria in nome dell’Europa? «Siamo felici che non vengano spesi soldi dei cittadini, la pressione di Fratelli d’Italia è servita due volte. Sia per far risparmiare, sia per far emergere chi finanzierà questa manifestazione, perché andremo in fondo per capirlo anche se la non credo sia difficile indovinarlo», dichiara il senatore Marco Lisei di Fdi. Il parlamentare non ha dubbi: «Ci sono aziende sul territorio legate con un filo diretto all’amministrazione di sinistra. Lo stesso Lepore era dipendente di una cooperativa rossa», quindi per il sindaco trovare sponsor è gioco facile. L’invito per il 6 aprile «non può che essere esteso a tutti i cittadini. È una giornata per l’Europa, la pace e la democrazia», ribadisce Lepore assieme all’omologa di Firenze, Sara Funaro, sempre del Pd, con la quale ha organizzato dell’evento. Ieri postava sui social: «Bologna e Firenze sono due città da sempre impegnate e in prima linea per la tutela dei diritti umani e civili, per la democrazia, per la pace, per la giustizia sociale». Aggiungeva: «Aderisci al manifesto e partecipa anche tu compilando questo form», nel quale mettere nome, cognome e una domanda obbligatoria. Quanto all’adesione al manifesto, peccato che il link rimandasse a un articolo di Repubblica a pagamento, per i non abbonati impossibile da leggere. Lepore e Funaro chiedono a «cittadine e cittadini, sindaci, autorità, associazioni e organizzazioni, parlamentari e rappresentanti istituzionali di ogni schieramento politico di prendere parte a questa giornata di confronto e mobilitazione». I sindacati saranno schierati, hanno annunciato la loro presenza Cisl, Cgil, Uil; non mancheranno Acli e Legacoop.Ma non è solo il centro destra a prendere le distanze dall’iniziativa e a declinare l’invito. La sinistra radicale, organizzatrice della contro mobilitazione del 6 aprile in piazza San Francesco a Bologna, sostiene che «non si tratta di un’operazione politica “estemporanea” considerato che è lo stesso presidente dell’Anci, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, a sostenere la mobilitazione insieme al suo omologo in Emilia Romagna, il sindaco di Imola, Marco Panieri. E non lo faranno da “liberi cittadini” ma come sindaci, indossando la fascia tricolore, con una “lunga fila di ospiti” […] pronti a replicare il vomitevole suprematismo europeista di un Vecchioni e di uno Scurati».Sulle spese, su che cosa verrà coperto effettivamente dagli sponsor si attendono ancora informazioni certe, al momento solo promesse dal sindaco dem. In ogni caso «quando scadranno i termini per le risposte saremo costretti a segnalare al prefetto l’inadempienza dell’amministrazione Lepore», fa sapere Matteo Di Benedetto, capogruppo della Lega a Bologna, affatto convinto dell’annunciata mobilitazione. «Chiedo alla sinistra se ha trovato una quadra, perché una metà vuole la pace, ma l’altra vuole la pace con le bombe e il riarmo, come leggo tra le righe delle iniziative che parlano di “difesa comune” in Europa, vedi quella organizzata proprio dal Pd di Bologna per lunedì. Noi come Lega siamo chiari: no all’esercito comune e no al debito comune per il riarmo. A sinistra riusciranno a prendere una posizione altrettanto chiara e semplice?». E conclude ironico: «Nel frattempo, rassicuriamo donne e giornalisti, Prodi interverrà da remoto».
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco