2022-12-24
Uccide tre curdi a Parigi: esplode la guerriglia
L’episodio in un centro culturale. Il killer aveva precedenti per reati xenofobi. Proteste e scontri con la polizia.Parigi è stata ieri il teatro di una nuova tragedia. Un cittadino francese di 69 anni - con precedenti per aggressioni a due campi migranti - ha sparato nei pressi di un centro culturale curdo, situato nel X arrondissement della capitale francese. La sparatoria ha provocato la morte di tre persone e il ferimento di almeno altrettante. Lo stesso autore è stato ferito in seguito all’intervento delle forze dell’ordine ed è stato ricoverato in ospedale in «urgenza relativa». Secondo le prime informazioni disponibili sembrerebbe dunque che l’uomo non sia in fin di vita.Per il quotidiano Le Parisien, il presunto autore della sparatoria sarebbe «un pensionato della Sncf» - la compagnia ferroviaria transalpina - per la quale aveva lavorato come «conduttore» di treni. La violenta aggressione è iniziata verso mezzogiorno. Gli spari sarebbero stati esplosi nel centro culturale curdo Ahmet-Kaya, situato al numero 16 di rue d’Enghien. Vari testimoni hanno assistito alla scena e sono rimasti in stato di shock. «Sette, otto, spari in strada, è stato il panico totale. Siamo rimasti chiusi all’interno», ha detto una negoziante di zona. Selma Akkaya - giornalista e attivista curda - era presente sul luogo della sparatoria e ha dichiarato all’agenzia France presse che tra i feriti ci sarebbe anche «un celebre cantante curdo».Come detto, il presunto autore della sparatoria era già noto alle forze dell’ordine francesi e, visti i precedenti per violenza gli era stato vietato il possesso di armi. Secondo le informazioni riportate dalla stampa transalpina l’uomo che ha provocato la morte di tre persone ieri a Parigi, era già stato condannato per «tentato omicidio» (nel 2016) ai danni di migranti di un centro in Seine-Saint-Denis, la banlieue a nord di Parigi e a un accampamento sito nel XII arrondissement della capitale francese. Questa seconda aggressione è avvenuta l’8 dicembre dello scorso anno. Gli inquirenti dovranno quindi stabilire come l’aggressore abbia potuto procurarsi un’arma e per quale motivo sia riuscito ad eludere il controllo giudiziario al quale era sottoposto visto che - come ha confermato la procuratrice Laure Beccuau - giusto il 12 dicembre scorso l’uomo aveva concluso un periodo di carcerazione preventiva. La procura di Parigi ha aperto un’inchiesta per «assassinio, omicidio volontario e violenze aggravate». La procuratrice ha anche confermato che il probabile carattere razzista dell’aggressione «farà parte evidentemente delle indagini che sono appena iniziate con un dispiegamento di forze molto importante». Se questa pista venisse confermata si tratterebbe di un’ulteriore prova delle tensioni tra comunità straniere e cittadini francesi che covano al di là delle Alpi. Per ora la Procura antiterrorismo si è limitata a raggiungere il luogo della sparatoria ma - come ha precisato la procuratrice - «per ora non ci sono elementi in grado di privilegiare la necessità di investirli» delle indagini. Nel pomeriggio di ieri, anche il ministro dell’interno Gérald Darmanin si è recato in rue Einghein e ha dichiarato che il presunto autore dell’aggressione ha voluto «evidentemente aggredire degli stranieri’». Poco dopo aver pronunciato queste parole la situazione è degenerata perché la folla ha iniziato a lanciare oggetti contro il ministro e i poliziotti - accusati di non aver garantito la protezione della comunità curda di Parigi - che, per difendersi, hanno sparato dei lacrimogeni. I membri della comunità curda si sono riuniti per gridare la loro rabbia. Nella zona, nel quartiere intorno alla rue d’Enghien e il Faubourg Saint-Martin tensione alle stelle con roghi in strada, fischi, scontri con la polizia in tenuta antisommossa. Cinque gli agenti feriti. La sparatoria di ieri ha suscitato reazioni da parte di vari esponenti politici. Il premier Elisabeth Borne, su Twitter, ha espresso «pieno sostegno alle vittime» di quello che ha definito un «atto odioso». La capogruppo del Rassemblement national all’Assemblea nazionale, Marine Le Pen, ha manifestato «stupore e cordoglio». Mentre il leader della France insoumise, Jean-Luc Mélenchon, ha detto di provare «tristezza e rabbia dinanzi all’attacco terrorista».
Leonardo Apache La Russa (Ansa)
Nessuna violenza sessuale, ma un rapporto consenziente». È stata archiviata l’indagine a carico di Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommaso Gilardoni, entrambi 24enni, accusati di violenza sessuale da una di ventiduenne (ex compagna di scuola di La Russa jr e che si era risvegliata a casa sua).
Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)