2025-09-08
Tutti pazzi per i mirtilli, le perline blu (ma non solo) dal bosco al supermercato
Chi fa la spesa ne trova sempre di più, anche se spesso importati dall’estero. Esistono (pure in Italia) quelli bianchi, mentre i rossi vengono dall’America.Avete notato che si trovano più spesso di prima, al supermercato, i mirtilli freschi? Non siamo certi di poterne essere felici trattandosi per lo più di mirtilli importati. Tuttavia, dal punto di vista della cultura alimentare ciò è positivo: passando tra gli scaffali dei succhi di frutta e i banchi frigo della frutta fresca dove stanziano le bottigliette e le confezioni, ci si ricorda che esistono i mirtilli e magari ci si industria per acquistarli italiani, locali, dai piccoli fruttivendoli di quartiere che ancora sono vivi e lottano insieme a noi critici verso la globalizzazione. O, addirittura, ci si può recare a raccoglierli con le proprie mani, durante una bella passeggiata boschiva. Il mirtillo nero, infatti, nome botanico Vaccinium myrtillus, è un arbusto da frutto della famiglia delle Ericacee, genere appunto Vaccinium e specie Vaccinium myrtillus catalogato come frutto di bosco. Si tratta di un frutto di bosco caducifoglia (cioè perde le foglie in autunno) e latifoglia (cioè con foglie a lamina più o meno larga, diversamente dalle specie aghifoglie), con belle foglioline verde chiaro, lunghe da 20 fino a 60 cm. Le foglie si espandono più orizzontalmente che verticalmente e crescono con lentezza. Il nostro mirtillo mette su i fiori a maggio e poi quei fiori divengono i frutti che mangiamo, pallina dopo pallina, in piena estate, da luglio a settembre (o nel resto dell’anno, importati o di serra). Fate ancora in tempo a raccogliere dei mirtilli con le vostre mani facendo qualche passeggiata. I frutti invero sono pseudobacche, cioè hanno l’aspetto delle bacche, ma contribuiscono a comporle anche la parte dell’ovario, dei sepali, dei petali e degli stami. La fruttificazione del mirtillo fa pensare all’evoluzione del bruco in farfalla ovvero a due forme entrambe belle e, al contempo, che non si direbbero collegate in una consecutio temporale e biologica, tanto sono diverse. Il fiore del mirtillo, infatti, è bianco opaco, i petali sono uniti e formano una specie di cilindro coi bordi più stretti del corpo. La forma è quella di un piccolo orcio rovesciato. E proprio quell’orcetto diverrà quello che chiamiamo il fruttino che chiamiamo anch’esso mirtillo, come l’arbusto, acquisendo la tipica colorazione bluastra. Tenendo in mano un mirtillo, col suo peso, la sua consistenza, il suo colore, soprattutto, non diremmo mai che fino a poco tempo prima fosse quel fiorellino bianco, proprio come non lo diremmo confrontando un bruco e una farfalla. Il suo colore soprattutto, abbiamo detto. In realtà, esistono, e anche in Italia, altresì i mirtilli bianchi. In Italia si trovano in generale nelle peccete e faggete subalpine e montane con substrato del terreno a ph acido, come, per esempio, sulle Alpi e nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano: si tratta sempre della specie spontanea Vaccinium myrtillus, ma di una popolazione i cui frutti sono bianchi perché privi di pigmenti, quegli antociani che al mirtillo canonico danno colore bluastro. Il mirtillo bianco è anche detto mirtillo albino. Tornando al nostro mirtillo blu, esso va poi differenziato anche dal suo parente gigantesco, il mirtillo americano, una specie originaria degli Stati Uniti, alta fino a 2, 3 m e con frutti assai più grandi del mirtillo normale, che si coltiva ed esporta ormai ovunque, per il consumo intero o per farne succhi. Quei mirtilloni che vediamo al supermercato, quei succhi, be’ sono quasi sempre della specie Vaccinium corymbosum, questo difatti è il nome botanico del mirtillone. I mirtilli normali sono, di contro, appartenenti alla specie Vaccinium myrtillus, abbiamo detto. La quale è una specie selvatica, quindi spontanea, rintracciabile nelle aree montane, dai rivenditori locali, anche in forma di confetture e gelatine.Per quanto riguarda le proprietà nutrizionali dei mirtilli neri, in 100 g di mirtilli neri troviamo soltanto 25 calorie ripartite così: pochissimi lipidi, il 7%, poi un po’ più di proteine, comunque poche, il 15%, il resto, il 78%, sono carboidrati. Più in dettaglio, in 100 ml di mirtilli neri troviamo 85 g di acqua, circa 1 g di proteine, 0,2 g di lipidi e infine circa 5 g di zuccheri solubili e circa 3 g di fibra. Per quanto riguarda i sali minerali, abbiamo, con interessanti quantità, ben 160 mg di potassio (previene stanchezza, debolezza muscolare, crampi e irregolarità del ritmo cardiaco), 41 mg di calcio (importante per la salute di ossa e denti, per la contrazione muscolare, per la coagulazione del sangue, per la trasmissione nervosa e per la regolazione della pressione sanguigna), 31 mg di fosforo (essenziale per la salute di ossa e denti, la produzione di energia, l’equilibrio del pH, la crescita e la riparazione dei tessuti). Vitamine: spicca la vitamina C con 15 mg, che sono una fetta della razione giornaliera consigliata, 105 mg al giorno per gli uomini e 85 mg al giorno per le donne. Essa rafforza il sistema immunitario, aiuta a produrre collagene per la pelle, le ossa e i vasi sanguigni, funziona come antiossidante e migliora l’assorbimento del ferro. Poi, 0,5 mg di vitamina B3, 0,05 mg di riboflavina, 0,02 mg di tiamina e 13 µg di vitamina A (retinolo equivalente), oltre a una grande ricchezza di fitonutrienti come antocianine (antiossidanti, antinfiammatorie e antinvecchiamento) e resveratrolo (antiossidante, antinfiammatorio e anti-età perché migliora la luminosità della pelle e stimola la produzione di collagene). I mirtilli neri, oltre a far bene quindi al cuore e alla circolazione, sono un grande aiuto contro lo stress ossidativo della retina. I mirtilli hanno indice glicemico basso e poi hanno un effetto positivo sul controllo degli zuccheri nel sangue, dunque aiutano chi soffre di iperglicemia e per questo motivo vanno mangiati con attenzione se già si assumono farmaci contro il diabete, mentre sono la merenda di frutta ideale per chi, pur senza avere problematiche diabetiche, è a dieta dimagrante. Idem, devono stare attenti coloro che hanno calcoli renali, perché contengono ossalati che possono favorire la formazione dei calcoli. Si stanno studiando anche i benefici dei mirtilli riguardanti i possibili effetti positivi sulle capacità cognitive, in particolare sulla memoria. Altre ricerche stanno invece verificando se i numerosi fitonutrienti presenti nei mirtilli neri possano proteggere anche dal cancro, si legge in giro: attendiamo notizie.Piccola appendice: il mirtillo c’è anche rosso. Ricordate il gruppo musicale The cranberries? Cranberry è la parola inglese per mirtillo rosso, quindi potremmo anche chiamare il gruppo (la cui cantante è purtroppo mancata), all’italiana, I mirtilli rossi. Chiamato anche mirtillo palustre, mortella di palude o ossicocco, il mirtillo rosso è la specie Vaccinium subg. Oxycoccus. Al solito abbiamo uno sdoppiamento italo-americano: in Europa è comune il Vaccinium oxycoccus, ma il mirtillo rosso americano, il Vaccinium macrocarpon, anche detto ossicocco americano, si pappa molta fetta del mercato italiano, venendo importato qui. Inoltre, c’è anche il mirtillo rosso che botanicamente si chiama Vaccinium vitis-idaea. Il mirtillo rosso ha la fama di aiuto per le infezioni delle vie urinarie, che colpiscono soprattutto le donne, parendo efficace in alcuni casi di cistite e in generale come preventivo: i suoi attivi anticistite sarebbero le proantocianidine (PACs-A) che creano sulla vescica e le vie urinarie una barriera antiadesione contro i batteri uropatogeni, in particolare Escherichia coli. Anche il mirtillo rosso è ricco di ossalati, quindi attenzione nel caso soffriate di calcoli renali o renella. Una curiosità che dall’Italia e dall’America ci trasporta in Gran Bretagna: il formaggio Wensleydale, simile al cheddar, è un formaggio britannico rinomato che per la sua consistenza morbida e umida e il suo sapore dolciastro e acidino insieme si presta ad essere accompagnato da frutta. Nello Yorkshire si accompagna alla torta di mele. Ne esiste una variante che ha direttamente incorporati i mirtilli rossi. Pensate che nel saggio che George Orwell scrisse nel 1945 a difesa della sua cucina, quella inglese, In Defense of English Cooking, definì questo formaggio il miglior formaggio britannico dopo lo Stilton. E anche Graham Greene, non l’attore canadese che interpretò Uccello scalciante nel film Balla coi lupi ed è mancato proprio nei giorni scorsi, ma lo scrittore britannico autore del capolavoro Il nostro agente all’Avana, lo mette come portata nella cena che il capo del servizio segreto offre al sottosegretario.
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