2024-07-06
Tutti contro Orbán: l’Ue vuole che la guerra non finisca mai
Viktor Orban e Vladimir Putin (Ansa)
Quando erano Erdogan e Macron a volare a Mosca nessuno fiatava. Ora basta una missione al Cremlino del presidente magiaro per scatenare una crisi di nervi nel Vecchio continente. Ogni soluzione che non contempli le armi non è gradita a questa Europa.Prima che i carri armati varcassero la frontiera, Emmanuel Macron indossò addirittura gli abiti dell’inviato speciale, volando a Mosca, nel disperato tentativo di passare alla storia come l’uomo che scongiurò la guerra alle porte d’Europa. Di quello sforzo diplomatico restano le immagini, con l’inquilino dell’Eliseo e quello del Cremlino divisi da un lungo tavolo, rappresentazione efficacissima delle distanze inconciliabili che li separavano. Dopo il presidente francese, altri hanno tentato di far sedere Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin nella stessa stanza, per parlare di pace e tra questi possiamo segnalare ancora un esponente politico della vecchia Europa: Karl Nehammer, cancellerie austriaco del Partito popolare. Il più attivo tuttavia è stato Recep Tayyip Erdogan, che ha ripetutamente incontrato sia il leader ucraino che quello russo, nella speranza di sbloccare la situazione e far tacere i cannoni. Come è noto, anche le iniziative dell’uomo forte di Ankara non hanno prodotto risultati. Ma allo stesso tempo non hanno nemmeno suscitato reazioni scandalizzate, con prese di distanza e precisazioni sul ruolo di questo o di quello nel momento in cui ha stretto la mano a Putin. E dire che Macron non aveva alcun titolo per volare a Mosca e promettere qualche cosa al capo del Cremlino, anche solo al telefono. Mentre Erdogan, pur essendo il rappresentante di un Paese membro della Nato, non era di sicuro inviato a nome dell’Alleanza atlantica. E allora perché in queste ore a Bruxelles, ma pure nelle varie cancellerie, si scaldano tanto per la visita di Viktor Orbán? Il leader ungherese è da pochi giorni presidente di turno della Ue e senza lasciar passare troppo tempo dal suo insediamento ha deciso di approfittare del ruolo per provare a mettere pace fra Ucraina e Russia. Probabilmente si tratta di un’impresa disperata, perché mentre Zelensky insiste a dire che vuole la restituzione di tutti i territori occupati, Putin non lascia spazio ad alcuna trattativa, preferendo far parlare i cannoni. E però è bastata l’annunciata visita di Orbán a scatenare reazioni isteriche a non finire. Da Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, a Olaf Scholz, dalla premier estone, Kaja Kallas, probabile futuro ministro degli Esteri dell’Unione, a Joseph Borrell, attuale capo della diplomazia Ue. Tutti si sono affrettati a delegittimare la visita di Orbán, quasi che temessero un possibile successo, fosse anche solo uno spiraglio, a opera di quel «puzzone» del presidente magiaro. Quando l’altro giorno lo stesso Orbán aveva deciso di recarsi a Kiev per parlare di pace e sollecitare un cessate il fuoco, nessuno si era lagnato della visita. Da presidente di turno della Ue, Orbán aveva incontrato Zelensky senza che nessuno denunciasse l’anomalia di una visita non concordata con i vertici dell’Unione. Ma appena Orbán ha comunicato di volersi recare anche a Mosca, per incontrare Putin e parlare di pace, apriti cielo. Il solo pensiero che un leader europeo si rivolgesse al presidente russo per perorare la causa di un cessate il fuoco, senza mostrare i muscoli e, soprattutto, senza agitare le armi, ha scatenato a Bruxelles e dintorni una crisi di nervi. Tutti si sono affrettati a prendere le distanze e a precisare che il leader ungherese non parlava a nome loro, quasi che, dopo centinaia di migliaia di vittime e qualche milione di profughi, fosse necessario un mandato per perorare le ragioni di una tregua. Il segretario della Nato, Jens Stoltenberg, addirittura si è affrettato a far sapere di non averne discusso la linea con Orbán, allontanando da sé i sospetti di un cedimento del fronte belligerante, in cui non è ammessa altra soluzione alla crisi Ucraina se non quella militare. Tuttavia, alle reazioni isteriche dell’Europa fa da contraltare il silenzio di Zelensky, il quale pur essendo solitamente molto loquace, ieri non ha aperto bocca per criticare il viaggio del presidente ungherese, quasi che ritenesse la «missione di pace» di Orbán molto meno scandalosa di come viene dipinta nel resto del continente. Da notare anche le parole di Nicolas Sarkozy, che pur non contando praticamente più nulla in Francia, ieri si è fatto scappare una frase che alza il velo su molte ipocrisie. L’ex presidente francese ha lodato l’iniziativa del premier magiaro, spiegando che quella diplomatica è la sola soluzione possibile alla guerra. Ma i vertici europei, a quanto pare, non sono ancora pronti per accettare questa semplice realtà.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.