2025-02-27
Con Gaza artificiale Trump cambia volto alla comunicazione
L’Ia immagina come sarà la riviera mediorientale. Esperimento di dubbio gusto che scivola sulle donne barbute e nasconde insidie.Donald Trump manda note e post sui social dalla mattina alla sera. Di notte invece si dedica all’Intelligenza artificiale. Così all’alba di ieri ha mandato online su Truth (poi ripreso ovunque) un video che dura circa un minuto. Un reel per mostrare come sarà la Gaza del futuro. La colonna sonora ha poche parole. Quelle chiave sono «niente più problemi né paura», «l’età dell’oro inizia ora». Il messaggio è «Trump Gaza number one». Non serve una traduzione. Ma anche guardandolo senza audio il messaggio è semplice e diretto. Le prime immagini rappresentano la distruzione attuale e la povertà. Poi si esce da un tunnel e ci si faccia sulla riviera. Sabbia, cocktail, banconote che piovono dal cielo. Elon Musk, tesla, limousine. E poi ancora Trump con Bibi Netanyahu sulle sdraio a prendere il sole. Ballerine, vita notturna. E tanta luce tra un grattacielo e l’altro. Non si tratta di un banale rendering, ma di un primo vero esperimento di utilizzo dell’Ia per fare comunicazione politica. La prima volta che un capo di Stato utilizza questa nuova tecnologia per comunicare a livello globale. Poco ci interessa oggi che dietro il messaggio c’è un progetto per nulla immobiliare ma che punta a rivedere tutti gli equilibri del Medio Oriente affidando lo scettro dell’area ai sunniti sauditi. Ciò che oggi colpisce è il modello di comunicazione adottato. La prima lettura è che l’Ia fa il primo passo infilando un bello scherzo. Più o meno a metà del video compaiono due danzatrici del ventre con forme molto evidenziate ma con le braccia sfumate e la testa di due barbuti (jihadisti?), cosa che cozza altamente con gli ordini esecutivi del presidente. Nei suoi primi giorni si è affrettato a ricordare e imporre agli americani che esistono solo due generi. Maschile e femminile. Niente più woke, niente più fluidità. All’Ia l’ordine esecutivo specifico non deve essere arrivato visto che ha pensato bene di montare un barbone sul corpo di due ballerine. Creando un modello trans che alla Casa Bianca, almeno nella realtà, non sarebbe certamente gradito. Cose che succedono con una Ia ancora in fase di sviluppo e di miglioramento. Bene così. Almeno il video ci strappa qualche sorriso. Non è male pensare che l’Ia faccia lo sgambetto a Trump. In futuro però sarà molto diverso. Il video di ieri arriva ovunque ma certo non è fraintendibile. Chiunque può capire che questa Gaza non esiste. È un messaggio come altri. Ma domani la strada intrapresa dalla Casa Bianca può spingersi su territori digitali oggi inesplorati ma studiati a fondo. Un imprenditore americano nel settore della Moda con alcuni studiosi di Harvard ha cercato ad esempio di creare degli influencer completamente digitali. Figure con l’obiettivo di portare aventi contenuti di lifestyle e al contempo messaggi politici elaborati dall’Ia. L’idea era quella di creare sette influencer con altrettante vite fittizie impegnate sui vari social attraverso i quali mandare online contenuti diversi ma incrociati. Una di queste sarebbe dovuta essere una ragazza di circa 30 anni, una bis bis nipote di Brunelleschi che studia all’accademia di Brera. Attiva nella movida milanese ma con interazioni politiche concrete. Ad esempio nello studio sarebbe potuto essere amica di Angela Merkel. Una pensionata non certo sconosciuta che attraverso l’avatar avrebbe potuto continuare a fare politica. Non c’è traccia di una messa in pratica di tale studio. Forse è presto. Forse non è possibile. Ma se lo fosse, non sarebbe troppo campato per aria immaginare il ritorno di Silvio Berlusconi alla presidenza di Forza Italia. Perché no. Quando non esisteranno più i classici motori di ricerca tipo Google i fatti saranno tutti filtrati dall’Ia. E a quel punto se qualcosa esiste online non si potrà più dire che non è reale. Lo è digitalmente e per chi è cresciuto solo in un contesto Web sarà impossibile distinguere tra una cosa tangibile e una digitale. Non solo. L’Ia che vediamo oggi non è empatica. Non è ancora in grado di dialogare con il fruitore in modo bilaterale, facendolo sentire unico. Ma l’Ia si sta evolvendo anche in questa direzione. La cronaca ha riportato qualche scampolo di notizia. Un ragazzino che si è suicidato perché il suo avatar non era in grado di corrispondere in modo adeguato i sentimenti. Sono test. Temiamo che anche questo diventi realtà. E allora il mondo dell’informazione sarà un perimetro molto circoscritto. Al di fuori sarà propaganda. In grado di influenzare la mente della maggior parte delle persone. Perché ognuna di esse si troverà al centro dell’universo digitale. Un universo costruito ad hoc per farlo sentire importante, manipolandolo. A quel punto la propaganda di Hamas (che fino ad oggi ha drammaticamente dimostrato di saper gestire i social meglio di chiunque altro) sarà roba da dinosauri. Ecco, le donne barbute nella mostruosità che rappresentano restano paradossalmente il vero appiglio alla realtà tangibile. Quando non esisteranno più nell’Ia entreremo nella nuova era. Trump è avanti anche in questo, ma c’è da stare molto attenti.
Dario Franceschini (Imagoeconomica)
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