2020-03-19
Trump si dichiara «capo in guerra» e mette in acqua le navi ospedale
Il presidente Usa chiede al Congresso altri 48,5 miliardi, vieta l'ingresso ai clandestini e autorizza i medici a esercitare in ogni Stato. Appello di Angela Merkel ai tedeschi, ma niente blocco. Londra prepara nuovi obitori.Davanti all'epidemia, l'Inghilterra ha sfoderato il suo cinismo, laico e protestante Una sfida per il pragmatismo cattolico, che scommette sulla sacralità della persona.Lo speciale contiene due articoliNon si arresta l'emergenza coronavirus a livello internazionale. Il numero complessivo dei contagiati ha superato i 203.500, laddove quello delle vittime è di oltre 8.200. Intanto i vari Paesi si stanno muovendo verso misure sempre più restrittive. Ieri sera, la cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha tenuto un discorso alla nazione. «Dalla seconda guerra mondiale ad oggi non c'è stata nessun'altra sfida nei confronti del nostro Paese nella quale tutto sia dipeso così tanto dalla nostra azione solidale […]. La nostra concezione di normalità di vita pubblica, dello stare insieme nella socialità: tutto questo viene messo alla prova come non mai». «Mi appello a voi», ha aggiunto la cancelliera: «Niente strette di mano, almeno un metro e mezzo di distanza dal prossimo, possibilmente quasi nessun contatto con gli anziani, perché sono quelli più a rischio». Ricordiamo che, nei giorni scorsi, la Germania ha imposto misure piuttosto drastiche, come la chiusura di gran parte degli esercizi commerciali e il blocco delle frontiere.Gli stessi Stati Uniti hanno annunciato ieri il blocco temporaneo delle frontiere con il Canada per quanto riguarda il «traffico non essenziale», specificando che il commercio sarà salvaguardato. Ma non è tutto. Definendosi un «presidente in guerra», Donald Trump ha invocato, nel corso di una conferenza stampa, il Defense production act: una legge del 1950, che gli permetterebbe di incrementare la produzione di mascherine e materiale sanitario. Il presidente ha inoltre annunciato un congelamento di sfratti e pignoramenti per tutto il mese prossimo, sottolineando seccamente che il coronavirus sia di provenienza cinese. L'inquilino della Casa Bianca ha anche ribadito di voler vietare l'ingresso agli immigrati clandestini attraverso il confine meridionale. Una nave della Marina statunitense è stata poi inviata a New York per sostenere la capacità ospedaliera (saranno due, la Mercy e la Comfort), mentre è stato deciso che i medici americani potranno esercitare attraverso i vari Stati. Sono invece circa 5 milioni le mascherine che il Pentagono ha annunciato di voler mettere a disposizione. Nel frattempo, la Casa Bianca ha chiesto al Congresso ulteriori 48,5 miliardi di dollari per sostenere i costi «imprevisti» che le varie agenzie governative potrebbero riscontrare nell'attività di contrasto al coronavirus. Lo stesso premier canadese, Justin Trudeau, ha annunciato ieri un pacchetto di aiuti economici da 82 miliardi di dollari.Anche il Regno Unito sta progressivamente optando per misure più ristrettive. Il governo britannico ha comunicato che, da venerdì, le scuole resteranno chiuse: un provvedimento che era già stato adottato da Scozia e Galles. Inoltre, parlando ieri alla Camera dei comuni, Boris Johnson ha preso in considerazione alcune potenziali misure di sostegno a livello sociale: si è per esempio parlato di un reddito minimo universale temporaneo, oltre che di aiuti alle classi lavoratrici. Secondo il Mirror, il premier potrebbe addirittura estendere il periodo di transizione per la Brexit. Al momento, il Regno Unito conta complessivamente quasi 2.000 contagi e 104 vittime. E, in tutto questo, sono iniziati i lavori per raddoppiare la capacità dell'obitorio di Westminster: ampliamenti potrebbero riguardare anche le camere mortuarie dei principali ospedali. L'Austria ha intanto stanziato circa 38 miliardi di euro per sostenere le imprese e la salvaguardia dei posti di lavoro. Tutto questo, mentre il ministro degli Esteri francese, Jean Yves Le Drian, ha annunciato che la Cina sta inviando in Francia «circa un milione di mascherine»: un primo aereo è arrivato già ieri, mentre un secondo dovrebbe giungere nella giornata di oggi. I casi complessivi di contagio nell'Esagono sono quasi 8.000, a fronte di 175 vittime. Le Figaro riportava ieri che il governo francese sia pronto a dichiarare lo stato d'emergenza sanitaria: elemento che garantirebbe all'esecutivo la facoltà di imporre misure nettamente energiche. Ulteriore stretta, poi, nella penisola iberica. Nel pieno dell'emergenza, tutti i collegamenti aerei e marittimi tra la Spagna continentale e le sue isole sono stati sospesi, mentre i voli tra le stesse isole saranno drasticamente ridotti. In tutto questo, la cena di Stato che avrebbe dovuto tenersi alla Casa Bianca tra i reali di Spagna e Trump è stata rimandata.Il Brasile, dal canto suo, ha annunciato una chiusura parziale delle frontiere con il Venezuela per le prossime due settimane, mentre il Cile ha decretato lo stato d'emergenza per 90 giorni. La Nigeria ha intanto fatto sapere che, dal 20 marzo, bloccherà l'ingresso a persone provenienti da 13 Paesi. Si tratta di: Cina, Italia, Iran, Corea del Sud, Spagna, Giappone, Francia, Germania, Stati Uniti, Norvegia, Regno Unito, Paesi Bassi e Svizzera. Tutto questo, mentre gli Emirati Arabi hanno vietato ai propri cittadini di recarsi all'estero. Cuba ha frattanto annunciato la sua prima vittima per coronavirus: si tratterebbe di un sessantunenne italiano.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/trump-si-dichiara-capo-in-guerra-e-mette-in-acqua-le-navi-ospedale-2645530913.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="leuropa-di-darwin-non-ci-salvera" data-post-id="2645530913" data-published-at="1758152206" data-use-pagination="False"> L’Europa di Darwin non ci salverà Son rimasto turbato dal cinismo del premier britannico, Boris Johnson, che ha detto ai suoi cittadini «abituatevi a perdere i vostri cari». Ben lo ha commentato Philippe Daverio scrivendo di essere felice di non essere un anglicano upper class, ma un banale cattolico afflitto da pietas. Ricordandogli che l'Italia fu fondata da Enea che, fuggendo da Troia, prese sulle spalle il vecchio padre Anchise, non solo il figlioletto Ascanio (si pensi alla scultura del Bernini). Ricordo, a memoria, che Francesco Alberoni molti anni fa descrisse l'origine di questo cinismo anglosassone (e la sua differenza dalla cultura europea continentale) facendolo risalire a due filosofi preilluministi del XVII secolo, Hobbes e Locke, che pretendevano che lo Stato si occupasse solo di garantire interessi pratici, pace e proprietà, non valori morali. Poi all'economista Adam Smith (XVIII secolo) che sentenziò che la ricchezza si produce perseguendo fini egoistici. Seguì agli inizi del XIX secolo l'influenza del reverendo Malthus, preoccupato solo della crescita della popolazione. Infine Darwin che, ispirato da Malthus, spiegò il principio di selezione naturale, principio che, se non erro, sembra aver ben convinto l'attuale premier britannico Boris Johnson (facendo infuriare non poco gli anziani lord della corona britannica). Mi fermo qui, ignorando il grande neopositivista Bertrand Russell, che completerebbe peraltro questa evoluzione culturale. Ma perché questo mio excursus? Perché, non solo in Gran Bretagna, ma anche nell'Europa continentale si sta evidenziando un rischio (o una tentazione, per ora) di contrastante pragmatismo all'interno dei Paesi europei per fronteggiare il coronavirus. Un pragmatismo dai tre volti: uno che definiremo laico, uno protestante e uno cattolico. Questi tre pragmatismi sono frutto di tre differenti culture morali che hanno in questi decenni concorso a rendere difficile l'integrazione europea, molto più degli aspetti economici. Persino un grande padre dell'Europa (e probabilmente il maggior oppositore del sovranismo), Jean Monnet, lamentò nei suoi ultimi anni (morì nel 1978) che l'assenza di una cultura europea non sarebbe stata compensata da forzature solo economiche (la moneta unica) e che se fosse potuto tornare indietro, prima dell'economia, avrebbe pensato a formare una cultura europea. Le conseguenze di queste differenze culturali-morali si sono evidenziate soprattutto nei momenti di crisi economica dopo la creazione dell'euro, per esempio nel 2008 e nel 2011, ma il rischio maggiore potrebbe evidenziarsi oggi grazie al coronavirus, dove tre visioni a rischio di incompatibilità potrebbero provocare la tentazione di atteggiamenti contrastanti nella gestione dell'emergenza virus. Cercherò in due righe di spiegare sinteticamente, con rischio di semplificare troppo, i problemi conseguenti ai tre pragmatismi. C'è un pragmatismo laico, apparentemente formato anche lui sulle dottrine anglosassoni malthusiano-darwiniane, che non vede certo nell'essere umano una scintilla del divino, diciamo che vede nell'uomo sostanzialmente l'evoluzione di un bacillo e come tale lo interpreta. C'è poi un pragmatismo di origine protestante, che separando fede e opere, sembra esser meno attento alla valutazione preventiva di cosa è bene o male nelle azioni umane, il che comporta conseguenze per la creatura umana stessa. Riferendoci al tema coronavirus, questi due pragmatismi possono essere tradotti nel privilegiare gli aspetti, diciamo, economici, cioè la libertà di movimento (verso l'isolamento), proponendo spiegazioni sulla impossibilità di cure del contagio per tutti, con conseguente necessità di sacrificare vecchi e malati. Indirettamente ne conseguirebbero effetti economici sui costi dell'invecchiamento della popolazione. All'opposto c'è un (teorico) pragmatismo cattolico, fondato sul valore unico e sacro dell'individuo, che invece propone restrizioni per contenere il contagio e salvare più persone possibile (anche sacrificando l'economia). Questo pragmatismo rifiuta la selezione naturale come dottrina economico, politica e soprattutto morale. Detto pragmatismo cattolico si fonda su un «realismo spirituale» (che si oppone al realismo un po' cinico, visto sopra), che cioè è la fede che fa i miracoli. Non saprei dire quanto questi intenti siano facilmente sostenibili in questo momento, data l'emergenza sanitaria, ma certo ora tutti, qui da noi, ci stanno provando «eroicamente». Ma non saprei neppure assicurare il lettore di quanto questo realismo spirituale sia condiviso interamente dalla autorità morale. Comunque se questi diversi pragmatismi non si concilieranno, metà Europa farà scelte contrastanti con l'altra metà . Il risultato sarà un disastro nella lotta al virus, un disastro nei risultati economici, un disastro politico con la fine definitiva del progetto europeo. Ma sarebbe anche un disastro nelle conseguenze morali, perché si accentuerebbe una sfiducia verso l'autorità morale che non ha saputo intervenire. Infine sarebbe un disastro per l'intera civiltà, che ha rifiutato le radici cristiane, ma ne ha beneficiato oltremodo finora.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)