2024-07-18
Trump chiede unità al Gop e agli Usa. E trascina gli operai traditi dai dem
Nella notte era previsto il discorso di accettazione della nomination repubblicana, riscritto subito dopo l’attentato. Il mantra si va consolidando: quelli divisivi sono i democratici e bisogna ascoltare i lavoratori.Milwaukee Che Donald Trump abbia reso il Partito repubblicano punto di riferimento delle classi lavoratrici e dei «dimenticati», non è ormai più un mistero. La stessa scelta di J.D. Vance come running mate certifica questa strategia: non a caso, il senatore dell’Ohio è particolarmente popolare tra i colletti blu della rust belt. Ed è proprio in questo quadro che va inserito il discorso da lui tenuto mercoledì sera, durante il terzo giorno della convention nazionale repubblicana di Milwaukee.Il candidato vicepresidente ha innanzitutto puntato il dito contro le politiche dei democratici, ricordando i suoi difficili trascorsi famigliari e sottolineando, soprattutto, i grandi problemi che da anni affliggono la rust belt. «Quando ero al secondo anno di liceo, un politico di professione di nome Joe Biden concluse con la Cina un accordo commerciale che distrusse ancora più posti di lavoro validi per la classe media», ha detto, per poi aggiungere: «Quando ero all’ultimo anno di liceo, Joe Biden sostenne la disastrosa invasione dell’Iraq». «In piccole città come la mia in Ohio, o nella vicina Pennsylvania, o nel Michigan, in tutti gli Stati del nostro Paese, i lavori venivano trasferiti all’estero e i bambini venivano mandati in guerra», ha proseguito.«La nonna mi ha cresciuto come se fossi suo figlio, mentre mia madre lottava contro la dipendenza», ha continuato. «Alla gente di Middletown, Ohio, e a tutte le comunità dimenticate del Michigan, Wisconsin, Pennsylvania e Ohio, e in ogni angolo della nostra nazione, prometto questo: sarò un vicepresidente che non dimenticherà mai da dove viene», ha anche affermato. «Il lavoro mi ha insegnato che c’è ancora tanto talento e grinta nel cuore dell’America. Ma affinché questi luoghi prosperino, abbiamo bisogno di un leader che combatta per le persone che hanno costruito questo Paese. Abbiamo bisogno del presidente Donald J. Trump», ha proseguito. «Donald Trump rappresenta l’ultima speranza dell’America di recuperare ciò che, se perduto, potrebbe non essere mai più ritrovato», ha aggiunto.Insomma, il discorso di Vance è stato innanzitutto un potente messaggio ai colletti blu di Michigan, Ohio, Pennsylvania e Wisconsin. Non solo. È stato anche l’incarnazione più profonda del sogno americano: l’uomo che nasce in un contesto svantaggiato e che, contro tutto e tutti, riesce a emergere con le proprie forze: non attraverso l’assistenzialismo.Parole, quelle del candidato vice, che sono state seguite da un’ovazione al Fiserv forum. Tra l’altro, nella mattinata di ieri, Vance ha tenuto un secondo intervento, durante la colazione di preghiera organizzata dalla Faith and freedom coalition. Nell’occasione, ha parlato del suo rapporto con la fede, specificando di essere «onorato» di far parte del ticket presidenziale con Trump e definendo un «miracolo» il fatto che l’ex presidente sia scampato all’attentato di sabato scorso.Ma ieri era anche giornata di grande attesa. In tarda serata, quando La Verità era già andata in stampa, Trump aveva in programma il discorso di accettazione della nomination presidenziale repubblicana. Da quanto si poteva apprendere nelle ore precedenti, l’ex presidente aveva riscritto il suo intervento a seguito dell’attentato. Inoltre, per quanto riguarda le tematiche, si considerava probabile che avrebbe tenuto un profilo molto alto, invocando una maggiore unità non solo nel partito ma anche (se non soprattutto) nel Paese. Trump sta, in altre parole, cercando di ritorcere contro i suoi avversari le loro stesse armi. Non è lui, non sono i repubblicani - questo è il ragionamento - a essere divisivi. Divisivo è chi, come Biden, non si limita a criticare i rivali politici, ma li demonizza, tacciandoli di essere una «minaccia per la democrazia». È, quindi, probabilmente questa la linea che era in fase di elaborazione ieri. Senza ovviamente trascurare l’attenzione ai «dimenticati»: a quella classe operaia etnicamente variegata che si sente sempre più tradita dal Partito democratico.Quella in corso è una significativa trasformazione del Partito repubblicano. Se nel 2012, ai tempi di Mitt Romney, era il punto di riferimento dei bianchi e dei ricchi, oggi lo sta diventando per i colletti blu, gli afroamericani e gli ispanici. Questo poi, ovviamente, non vuol dire che l’Elefantino non abbia alle spalle anche ricchi sponsor. Tuttavia sono difficilmente comprensibili le polemiche, emerse anche in Italia, nei confronti dei finanziatori che lo sostengono. Fino a qualche mese fa, era la campagna di Biden a essere avanti in termini di raccolta fondi. E fu sempre Biden, nel 2020, a godere dell’appoggio della Silicon Valley e della gran parte di Wall Street. Qualcuno, forse, non gradisce che la «maggioranza silenziosa» si sia risvegliata. E che i «dimenticati» si stiano preparando forse a un clamoroso «comebeack».
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