
Attesa a Dallas la Guardia nazionale. Il presidente vuole triplicare i clandestini in manette e non molla contro i rivoltosi: «Sono animali». Centinaia i manifestanti fermati tra Los Angeles, San Francisco e New York.Continua a rivelarsi turbolenta la situazione a Los Angeles, in seguito ai disordini nati dalle proteste contro i rimpatri di massa, promossi dall’amministrazione Trump. Martedì sera, il sindaco dem della città, Karen Bass, ha decretato un coprifuoco notturno per cercare di arginare i fenomeni di vandalismo e saccheggio perpetrati da vari dimostranti. «Volevo far sapere alla città che ho dichiarato lo stato di emergenza locale e imposto il coprifuoco per il centro di Los Angeles per porre fine agli atti vandalici e ai saccheggi», ha dichiarato, sottolineando che la misura resterà in vigore per diversi giorni. Ieri, la Bass ha inoltre sottolineato che la maggior parte degli arresti attuati durante il coprifuoco sarebbero avvenuti per «assembramento illegale». «Penso che il coprifuoco sia stato efficace. Non ci sono stati saccheggi, né atti vandalici ieri sera, quindi penso che questo abbia aiutato», ha proseguito. Come che sia, prima che la misura entrasse in vigore, la polizia di Los Angeles aveva reso noto di aver arrestato circa 200 persone nella giornata di martedì. Diversi arresti si sono verificati anche a New York e San Francisco. Nel frattempo, un giudice ha, per il momento, respinto il ricorso legale di emergenza, presentato dal governatore dem della California, Gavin Newsom, che chiedeva di bloccare il dispiegamento da parte del governo federale di 4.000 soldati della Guardia nazionale e di 700 marines. Dall’altra parte, ieri, il Dipartimento per la sicurezza interna ha reso noto che lo Us Immigration and Customs Enforcement (Ice) ha arrestato un messicano con precedenti penali che, precedentemente espulso, avrebbe aggredito le forze dell’ordine di Los Angeles lanciando contro di loro una molotov.In questo quadro, sempre ieri, la procuratrice generale degli Stati Uniti, Pam Bondi, ha rivendicato la linea dura dell’amministrazione in California. «In questo momento, in California, quello che stiamo facendo sta funzionando», ha affermato. «In questo momento, in California, siamo a buon punto. Non abbiamo paura di andare oltre. Non abbiamo paura di fare qualcos’altro se necessario», ha proseguito. Non dimentichiamo che, l’altro ieri, il presidente americano non aveva escluso l’eventualità di invocare l’Insurrection Act: il che consentirebbe, in caso, alla Guardia nazionale e agli altri militari di svolgere direttamente azioni di polizia sul campo. Per il momento, i soldati schierati da Trump possono infatti svolgere soltanto un ruolo di protezione a favore degli agenti federali dell’Ice: i 700 marines dispiegati avranno, tra l’altro, delle armi a salve. Nel frattempo, il capo del Pentagono, Pete Hegseth, non ha escluso che la direttiva, con cui il presidente sabato ha schierato la Guardia nazionale in California, possa essere prima o poi estesa ad altri Stati. «Parte del problema consisteva nell’anticipare la situazione, in modo che se in altri luoghi, se ci fossero altre rivolte, in luoghi in cui le forze dell’ordine fossero minacciate, avremmo la capacità di inviare la Guardia nazionale lì, se necessario», ha affermato.Si è frattanto registrato un nuovo scontro politico a distanza tra il presidente americano e Newsom. «Quello a cui state assistendo in California è un vero e proprio assalto alla pace, all’ordine pubblico e alla sovranità nazionale, portato avanti da rivoltosi che sventolano bandiere straniere», ha dichiarato l’inquilino della Casa Bianca martedì sera. «Libereremo Los Angeles e la renderemo di nuovo libera, pulita e sicura», ha aggiunto, per poi definire ieri, su Truth, Newsom un «incompetente». Non solo. Martedì, anche JD Vance ha criticato il governatore, accusandolo di aver «incoraggiato le rivolte». Dall’altra parte, sempre martedì, Newsom ha, a sua volta, attaccato la Casa Bianca. «La democrazia è sotto attacco davanti ai nostri occhi: il momento che temevamo è arrivato», ha dichiarato, definendo successivamente Trump un «leone da tastiera» in un video con in sottofondo la canzone «You need to calm down» di Taylor Swift. In lontananza, inizia a far capolino la campagna elettorale per le presidenziali del 2028. Newsom è da sempre considerato un papabilissimo candidato alle prossime primarie dem, mentre Vance è il più probabile successore di Trump tra quattro anni. Non è quindi escluso che questi attacchi reciproci vadano inseriti (anche) in questo quadro.Ma la California non è l’unico Stato alle prese con le proteste contro la stretta all’immigrazione clandestina, promossa dalla Casa Bianca. Il governatore repubblicano del Texas, Greg Abbot, ha fatto sapere che dispiegherà la Guardia nazionale nel territorio da lui amministrato, «per garantire la pace e l’ordine». «Le proteste pacifiche sono legali. Danneggiare una persona o una proprietà è illegale e porterà all’arresto», ha precisato. In particolare, il governatore texano sta guardando con preoccupazione alle proteste attese, il prossimo fine settimana, nella città di San Antonio. In tutto questo, ieri Nbc News ha rivelato che l’Ice si starebbe preparando a schierare squadre speciali in varie città amministrate dai democratici: si tratterebbe, in particolare, di New York, Chicago, Seattle e Philadelphia. Nel frattempo, Trump ha chiesto all’Ice stesso di aumentare il numero quotidiano di arresti di immigrati irregolari, portandolo a 3.000 unità al giorno. Ricordiamo che il contrasto all’immigrazione clandestina è stato uno dei cavalli di battaglia dell’attuale presidente durante l’ultima campagna elettorale. Inoltre, il suo obiettivo è quello di tenere alta la capacità di deterrenza: almeno finora, il numero di clandestini arrivati alla frontiera meridionale degli Stati Uniti è drasticamente sceso rispetto all’anno scorso. «Continueremo con le espulsioni di massa, come promesso in campagna elettorale», ha detto ieri la Casa Bianca.
Leone XIV (Ansa)
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