Podcast, libri e serie tv. La cronaca nera conquista l'intrattenimento
- La passione per il «true crime» ha dato vita a un business milionario. Ma perché ne siamo così affascinati? «Vogliamo esplorare il lato più oscuro della natura umana in sicurezza».
- Da Charles Manson a H.H. Holmes, il più efferato omicida dell'Ottocento, tre libri da non perdere.
- Netflix è il re incontrastato dello streaming e del crimine. Ecco le telefilm e i documentari per il tuo prossimo “binge watching»
Lo speciale contiene tre articoli e gallery fotografiche.
Il dibattito sulla spettacolarizzazione dei casi di cronaca nera è sempre al centro della discussione. Dal messaggio lanciato da Fiorello qualche anno fa - «basta cronaca nera in televisione, se non nei telegiornali» - all'articolo di Michele Serra secondo cui «l'esile scia di sangue che i cantastorie trascinavano per piazze e villaggi è diventata il mare di sangue che esonda dal video».
Decine di esperti hanno cercato di dare una spiegazione alla fascinazione dell'essere umano per tutto ciò che è macabro e specialmente per il «true crime», ovvero tutti quei casi realmente accaduti su cui più spesso ci sono anche ombre e incertezze. Secondo il professor David Green, il motivo dietro il nostro interesse dipende dalla capacità della cronaca nera di risvegliare le nostre emozioni più vere. «Come esseri umani non possiamo che essere affascinati da tutto quello che può avere un impatto incredibile sulla vita di una persona. È lo stesso motivo per cui ci sentiamo spinti a guardare un incidente stradale, invece che voltarci dall'altra parte».
Secondo la psicologa Meg Arrol, le storie di cronaca nera ci offrono una possibilità «di esplorare il lato più oscuro della natura umana in maniera sicura». Per la dottoressa Emma Kenny si tratta invece di una risposta chimica che ci aiuta a «riaffermare le nostre convinzioni su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato». Secondo l'autrice Caitlin Rother: «Ci affascina entrare nella mente di un serial killer, sia perché vogliamo vedere cosa significhi avere un modo di pensare così diverso, sia perché lo immaginiamo come un modo per riuscire a proteggerci meglio dai pericoli esterni».
Micheal Mantell, psicologo del dipartimento di polizia di San Diego è convinto che la fascinazione dei media per la cronaca nera non sia una novità. «È dagli anni Cinquanta che siamo bombardati da storie del crimine. I media hanno ormai capito che quanto c'è del sangue, si vendono copie». E negli anni, la narrazione si è solo affinata, coinvolgendo non solo il piccolo schermo, ma anche la letteratura e l'universo dei podcast.
È proprio quest'ultimo a rivestire un ruolo sempre più importante nel settore del «true crime». A oggi si contano oltre 10.000 podcast dedicati alla cronaca nera (nel 2016 erano “solo" 169). Uno di questi, intitolato My Favorite Murder, ha registrato un fatturato pari a 15 milioni di dollari nel 2019, posizionandosi come il secondo podcast più seguito al mondo dopo quello di Joe Rogan.
I podcast di true crime non si limitano però a raccontare i casi, ma a volte vestono i panni del detective per cercare di risolverli. È il caso di Serial, vero e proprio fenomeno dopo la sua prima uscita nel 2014. In questa serie, l'autrice e produttrice Sarah Koering indaga sull'omicidio della giovane Hae Min Lee, trovata strangolata a Baltimora quindici anni prima. Accusato del delitto, e in un secondo momento condannato, è l'ex fidanzato Adnan Syed. La colpevolezza si basa sulla confessione di un amico del ragazzo, ma sono troppi i dettagli che non collimano ed è da qui che parte il podcast. La Koering decide così di portare avanti la sua indagine per scoprire se Adnan è innocente o meno. La prima stagione di Serial ha, in effetti, portato le autorità a riaprire il caso dell'omicidio e il caso di Adnan dovrebbe arrivare alla Corte suprema del Maryland entro fine anno.
Sulla scia di Serial, si muove anche il documentario Making a Murder firmato Netflix. Protagonista della serie, uscita per la prima volta nel 2015, è Steven Avery. L'uomo sarebbe stato falsamente accusato di omicidio dalla polizia del Wisconsin per evitare che quest'ultima lo risarcisse di 36 milioni di dollari dopo una condanna errata.
Ma Making a Murder non è certo l'unico prodotto «true crime» prodotto dalla piattaforma di streaming. Documentari, serie televisive e film compongono una nutrita sezione della libreria Netflix. Tra questi, Unsolved Mysteries permette allo spettatore di trasformarsi in un moderno Sherlock Holmes, ricercando tra documenti ufficiali e filmati (tutti pubblicati dallo stesso Netflix sulla piattaforma Reddit, che oggi conta oltre 1.2 milioni di membri).
Tre libri da non perdere
Dieci brutali delitti di Michelle McNamara
Per oltre dieci anni, un uomo ha compiuto più di 50 aggressioni nel nord della California. Successivamente, spostandosi verso sud, ha lasciato dietro di sé una scia di sangue: dieci omicidi brutali. Nessuno è riuscito a catturarlo, è scomparso nel nulla sottraendosi alle massicce operazioni di polizia in tutta la zona. Trent'anni dopo, Michelle McNamara, una giornalista, ha deciso di indagare per trovare lo psicopatico che lei stessa ha soprannominato il «Golden State Killer», termine poi adottato anche dalle autorità. Questo libro, pubblicato dopo la sua morte, è una straordinaria testimonianza del lavoro che ha compiuto e che ha permesso di smascherare questo spietato serial killer.
Il diavolo e la città bianca di Erik Larson
Martin Scorsese ha acquistato i diritti di questo romanzo e ha in programma di farne un film con Leonardo Di Caprio nei panni del primo serial killer americano. Il libro si divide tra il racconto dell’Esposizione Universale di Chicago e la storia di Henry Howard Holmes, «l'assassino più folle e depravato dell’Ottocento» e il suo hotel, «il Castello”» da cui sono passati nei mesi della fiera centinaia di turisti. Un intricato dedalo di stanze e corridoi che nascondono scannatoi, camere di tortura e forni crematori. Un capolavoro di perversione sorretto unicamente dal fascino di un uomo che, con la sua avvenenza e i suoi modi calmi e diretti, è riuscito a ingannare un'intera comunità.
Una svastica sul viso di Luca Buoncristiano
Charles Manson è stato il criminale statunitense più famoso al mondo, noto per essere il mandante delle stragi Tate-LaBianca dove vennero uccise sette persone tra le quali Sharon Tate, la moglie del regista Roman Polanski, incinta di otto mesi. Con un’operazione di docufiction letteraria, frutto di un gioco tra finzione e realtà che utilizza le dichiarazioni dello stesso Manson, Luca Buoncristiano costruisce un monologo, uno stream of consciousness del Manson più intimo. Il risultato è un autoritratto surreale, la disperata confessione di una delle più celebri icone del male. «La vita è come un crimine, le serve un racconto».
Tre serie «true crime» da guardare in streaming
Mindhunter (Netflix)
Basata sul libro di John Douglas Mindhunter: La storia vera del primo cacciatori di serial killer americano, la serie ripercorre la storia della creazione dei profili dei killer seriali iniziata negli Stati Uniti negli anni Settanta. In questa odissea investigativa, che tocca profili di psicologia e sociologia oltre alle conoscenze investigative di cui godono gli agenti dell'Fbi, i protagonisti incontrano alcuni dei criminali più pericolosi d'America colpevoli di omicidi plurimi come Ed Kemper e Charles Manson, intervistandoli in prigione e registrando il contenuto dei colloqui.
Tiger King (Netflix)
La mini serie è un docu-giallo che narra le vicende di Joseph Allen Maldonado-Passage, noto con lo pseudonimo di Joe Exotic, criminale statunitense ed ex operatore di zoo, nonché proprietario del Greater Wynnewood Exotic Animal Park in Oklahoma, accusato di abuso e sfruttamento di animali esotici e selvatici. La serie è stata una vera e propria rivelazione nel settore e ha conquistato i telespettatori al punto che la domanda più cercata sui motori di ricerca la scorsa primavera era: Carol Baskin ha davvero ucciso suo marito?
American Murder - La famiglia della porta accanto (Netflix)
«È la cosa più crudele che abbia mai visto». Il commento è unanime. Usando riprese grezze e inedite, testimonianze, atti giudiziari e veri posti sui social network questo documentario esamina la scomparsa di Shanann Watts e delle sue bambine e i successivi, tragici sviluppi. A compiere l'omicidio, avvenuto nel 2018 a Frederick in Colorado, il marito di Shannan che ha confessato di aver ucciso la moglie quando era incinta e solo successivamente ha ammesso anche l'uccisione delle proprie figlie.





