
Per la «Novaya Gazeta», la salma è in un ospedale siberiano e ha ecchimosi. Ipotesi convulsioni e massaggio cardiaco. «Bild»: «Morto prima di uno scambio di prigionieri».Il corpo del dissidente russo Alexei Navalny, morto in circostanze sospette il 16 febbraio mentre era detenuto all’interno di un carcere siberiano nel circolo polare artico, si troverebbe nell’obitorio dell’ospedale di Salekhard. Un paramedico che ha voluto restare anonimo lo ha rivelato a Novaya Gazeta aggiungendo che sul cadavere sono stati individuati lividi forse provocati da convulsioni, dovute forse ad un avvelenamento e un’ecchimosi è compatibile con il massaggio cardiaco. La fonte, tuttavia, non sarebbe un testimone oculare, ma ha riportato descrizioni fatte da altri. Il quotidiano tedesco Bild sostiene che Navalny potrebbe essere morto poco prima di una sua possibile liberazione. Sembrerebbe infatti che fosse in programma uno scambio di detenuti tra Stati Uniti, Russia e Germania. «Il leader del Cremlino Vladimir Putin voleva riavere l’assassino di Tiergarten, un agente che aveva sparato a un oppositore del regime a Berlino nel 2019. Lo ha persino accennato pubblicamente nell’intervista rilasciata a Tucker Carlson. Si parlava della possibilità che Putin, in cambio, rilasciasse Navalny», ha scritto il sito del giornale senza fornire altri dettagli.Nel frattempo le istituzioni Ue hanno deciso di dare un segnale di vicinanza a Yulia Navalnaya, la moglie di Navalny, che oggi parteciperà al Consiglio Affari esteri dell’Unione europea. Lo ha annunciato ieri sui suoi canali social l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell: «Lunedì le darò il benvenuto. I ministri dell’Ue invieranno un forte messaggio di sostegno ai combattenti per la libertà in Russia e onoreranno la memoria di Alexei Navalny». Intanto, nel Paese di Putin sono almeno 401 le persone arrestate durante le commemorazioni di piazza per il dissidente moltiplicatesi nella città, da San Pietroburgo a Mosca, Nizhny Novgorod, Taganrog, Bryansk e Belgorod. A San Pietroburgo sarebbe stato arrestato un prete ortodosso che voleva celebrare una Messa sulla pubblica piazza. Anche in Europa e negli Stati Uniti si sono radunate centinaia di persone in manifestazioni spontanee per ricordare il dissidente russo e oggi se ne terrà una anche a Roma alle 18.30 in piazza del Campidoglio. È stato Carlo Calenda a lanciare l’iniziativa e parteciperanno tutti i partiti in maniera trasversale, compresa la Lega con cui il leader di Azione aveva polemizzato a causa delle accuse di vicinanza a Putin. Polemiche che non si placano con le parole dure del segretario di Più Europa, Riccardo Magi, che definisce «ipocrita» la partecipazione della Lega. «La fiaccolata per Navalny non può trasformarsi nel festival dell’ipocrisia delle anime belle della Lega». Al commento di Magi si accoda quello di Enrico Borghi di Italia Viva che però attacca anche il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte: «Se non vogliamo trasformare un’iniziativa come quella di domani nella fiera dell’ipocrisia, occorre che ciascuno si assuma la responsabilità di quello che dice e di quello che fa. Vale tanto per le reticenze e i silenzi imbarazzati di Salvini su Navalny, quanto per Conte che passa le giornate a dire di non inviare più armi in Ucraina invocando non meglio precisati tavoli di pace che Putin non vuole».E a proposito di Ucraina, Putin è tornato a rilasciare una nuova intervista in cui ha voluto ribadire che l’Ucraina è per la Russia un «questione di vita o di morte». Per l’Occidente «si tratta di migliorare la loro posizione tattica, ma per noi si tratta del nostro destino, di una questione di vita o di morte». Poi ha aggiunto: «Siamo pronti per il dialogo con l’Ucraina. Se non fosse stato per la posizione dell’occidente, i combattimenti in Ucraina sarebbero cessati un anno e mezzo fa. La Federazione russa anche dopo l’inizio dell’operazione speciale ha cercato di porre fine al conflitto, ma l’Ucraina non lo voleva». Sul campo i russi rivendicano la presa e il «pieno controllo» di Avdiivka, conquista cherappresenta la più grande vittoria della Russia nella guerra da maggio fino a qui.
Al centro Joseph Shaw
Il filosofo britannico: «Gli islamici vengono usati per silenziare i cristiani nella sfera pubblica, ma non sono loro a chiederlo».
Joseph Shaw è un filosofo cattolico britannico, presidente della Latin Mass Society, realtà nata per tramandare la liturgia della messa tradizionale (pre Vaticano II) in Inghilterra e Galles.
Dottor Shaw, nel Regno Unito alcune persone sono state arrestate per aver pregato fuori dalle cliniche abortive. Crede che stiate diventando un Paese anticristiano?
«Senza dubbio negli ultimi decenni c’è stato un tentativo concertato di escludere le espressioni del cristianesimo dalla sfera pubblica. Un esempio è l’attacco alla vita dei non nati, ma anche il tentativo di soffocare qualsiasi risposta cristiana a tale fenomeno. Questi arresti quasi mai sono legalmente giustificati: in genere le persone vengono rilasciate senza accuse. La polizia va oltre la legge, anche se la stessa legge è già piuttosto draconiana e ingiusta. In realtà, preferiscono evitare che questi temi emergano in un’aula giudiziaria pubblica, e questo è interessante. Ovviamente non si tratta di singoli agenti: la polizia è guidata da varie istituzioni, che forniscono linee guida e altro. Ora siamo nel pieno di un dibattito in Parlamento sull’eutanasia. I sostenitori dicono esplicitamente: “L’opposizione viene tutta dai cristiani, quindi dovrebbe essere ignorata”, come se i cristiani non avessero diritto di parola nel processo democratico. In tutto il Paese c’è la percezione che il cristianesimo sia qualcosa di negativo, da spazzare via. Certo, è solo una parte dell’opinione pubblica, non la maggioranza. Ma è qualcosa che si nota nella classe politica, non universalmente, tra gli attori importanti».
Stephen Miran (Ansa)
L’uomo di Trump alla Fed: «I dazi abbassano il deficit. Se in futuro dovessero incidere sui prezzi, la variazione sarebbe una tantum».
È l’uomo di Donald Trump alla Fed. Lo scorso agosto, il presidente americano lo ha infatti designato come membro del Board of Governors della banca centrale statunitense in sostituzione della dimissionaria Adriana Kugler: una nomina che è stata confermata dal Senato a settembre. Quello di Stephen Miran è d’altronde un nome noto. Fino all’incarico attuale, era stato presidente del Council of Economic Advisors della Casa Bianca e, in tale veste, era stato uno dei principali architetti della politica dei dazi, promossa da Trump.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 10 novembre con Carlo Cambi
Martin Sellner (Ansa)
Parla il saggista austriaco che l’ha teorizzata: «Prima vanno rimpatriati i clandestini, poi chi commette reati. E la cittadinanza va concessa solo a chi si assimila davvero».
Per qualcuno Martin Sellner, saggista e attivista austriaco, è un pericoloso razzista. Per molti altri, invece, è colui che ha individuato una via per la salvezza dell’Europa. Fatto sta che il suo libro (Remigrazione: una proposta, edito in Italia da Passaggio al bosco) è stato discusso un po’ ovunque in Occidente, anche laddove si è fatto di tutto per oscurarlo.






