2022-10-09
Treni in tilt: sabotaggio in Sassonia
La manomissione del sistema di telefonia ha messo fuori uso per ore la rete ferroviaria tedesca. Dopo Nord Stream, è il secondo attentato in pochi giorni. La partita delle armi.Dopo i gasdotti Nord Stream, la Germania ha subito un nuovo sabotaggio. Le ferrovie settentrionali del Paese sono finite nel caos a causa di un problema al Gsmr (il sistema internazionale di telefonia mobile utilizzato per le comunicazioni ferroviarie): numerosi treni sono stati cancellati con migliaia di passeggeri che sono rimasti a piedi. Ebbene, secondo la società Deutsche Bahn, tutto sarebbe sorto da una manomissione intenzionale. «Il sabotaggio ai cavi che erano vitali per il traffico ferroviario ha comportato che la Deutsche Bahn ha dovuto fermare i treni [...] per quasi tre ore», ha affermato la società in una nota, aggiungendo inoltre che le autorità di sicurezza hanno preso in carico le indagini. Secondo quanto riferito ieri pomeriggio da Deutsche Welle, al momento non sarebbero stati individuati dei sospettati. Gli inquirenti hanno reso noto che i cavi di comunicazione sarebbero stati tagliati in un’area nei pressi di Berlino e in un’altra nel Reno-Westfalia. «Dobbiamo presumere atti intenzionali che hanno paralizzato il traffico ferroviario [...]. I cavi essenziali per il traffico ferroviario sono stati tagliati in due punti. Il contesto non è ancora chiaro, la polizia federale sta indagando», ha twittato il ministro dell’Interno tedesco, Nancy Faeser. «È chiaro che si è trattato di un’azione mirata e dannosa», ha dichiarato dal canto suo il ministro dei Trasporti Volker Wissing. Stando a quanto riferito da Reuters «l’interruzione ha interessato i servizi ferroviari attraverso gli Stati della Bassa Sassonia e dello Schlewsig-Holstein, nonché le città di Brema e Amburgo, con ripercussioni sui viaggi ferroviari internazionali verso Danimarca e Paesi Bassi». Il sabotaggio è avvenuto il giorno prima delle elezioni statali che si terranno oggi in Bassa Sassonia. Si tratta di un’azione che mette sotto pressione il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, soprattutto per quanto riguarda la tutela delle infrastrutture strategiche del Paese. La Germania è d’altronde al centro di una delicatissima partita geopolitica che, includendo la crisi ucraina, vede fronteggiarsi Stati Uniti e Russia. Va ricordato poi che il lungo cancellierato di Angela Merkel ha portato Berlino a diventare sempre più dipendente da Mosca sul piano energetico. Rammentiamo inoltre che, come sottolineato a luglio da Agenzia Nova, il governo federale tedesco aveva avviato trattative sullo scambio circolare di armamenti con Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Grecia: in sostanza l’obiettivo è quello di far sì che Berlino possa inviare armi pesanti di propria produzione a Stati europei e della Nato che forniscono all’Ucraina propri sistemi di fabbricazione sovietica. A inizio ottobre, il governo tedesco ha inoltre annunciato l’imminente consegna del primo di quattro sistemi avanzati di difesa aerea Iris-T a Kiev: armamenti finalizzati specialmente al contrasto dei droni militari iraniani che vengono utilizzati attualmente dai russi. Sta tuttavia crescendo un senso di insicurezza geopolitica in Germania. «Il fatto è che noi, la Nato, dobbiamo fare di più per la nostra sicurezza comune perché non possiamo sapere fino a che punto possono spingersi le manie di grandezza di Putin», ha detto ieri il ministro della Difesa tedesco, Christine Lambrecht. «Abbiamo sentito le minacce della Russia alla Lituania che stava attuando le sanzioni europee al confine con Kaliningrad. Non si tratta delle prime minacce e dobbiamo prenderle sul serio ed essere preparati», ha proseguito. Parole, quelle della Lambrecht, che evidenziano il senso di insicurezza geopolitica sempre più avvertito dal governo di Berlino.