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2022-12-25
Tre mete per una vacanza in montagna da sogno
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Non esiste momento migliore per andare in montagna: in questo periodo, oltre ad ammantarsi di neve, i monti sono ancora più belli grazie alle luci e ai mercatini di Natale.
È anche vero che un soggiorno in montagna, solitamente abbastanza costoso, richiede di essere preparato per tempo. Se non abbiamo avuto l’occasione di trascorrere qualche giorno tra le vette, nostrane o europee, allora è il momento di prepararci per i prossimi mesi invernali, che non mancano certo di fascino e attrattive.
Trentino Alto Adige
Come si fa a non citare il Trentino Alto Adige, regione montana per eccellenza? Se si teme che proprio per questo sia presa d’assalto, si può partire da zone ancora abbastanza defilate. Come la Valgiovo (o Val di Giovo), per esempio. Questa valle, infatti, è l’ideale per chi ha bisogno di staccare dalla quotidianità e non solo per gli amanti dello sci.
La Valgiovo parte dalla località di Casateia e termina al Passo di Giovo, il passo più settentrionale d’Italia. Le meraviglie naturalistiche non si contano, ma è sicuramente da citare la Cascata Gurgl, che in inverno è per lo più ghiacciata.
Piccole case in legno, masi e malghe sono ciò che punteggia gli splendidi panorami di questa valle, che meritano di essere meta di escursioni più o meno difficili. Una di queste è quella che conduce alla malga Bergalm, oggi chiusa purtroppo. La passeggiata vale comunque la fatica, a patto che ci si attrezzi e rifornisca di acqua e cibo. Si parte dalla Val di Sopra – all’interno della Valgiovo –, per poi seguire la segnaletica che conduce al borgo di Ontratt e alla strada alpina. A metà percorso si trova proprio la cascata di cui sopra.
Dormire
- Hotel Almina, Val Giovo 70/B, Racines: circondato dalle Dolomiti, è dotato anche di centro benessere per utilizzo gratuito;
- Naturhotel Rainer, Jaufental/Mittertal 48, Racines: struttura moderna, che spicca in mezzo a un panorama mozzafiato. Offre anche una ristorazione ricercata.
Mangiare
- Knappenstube, Maiern 48, Racines: imperdibile il tris di canederli;
- Wasserfalleralm, Innerratschings Ratschings, Str. Racines di Sotto, 28, Pratone (BZ): una bellissima malga in cui assaggiare piatti tipici come uova, patate e speck.
Valle Vermenagna (iStock)
Piemonte
Il Piemonte è un’altra delle mete perfette per chi ama la montagna. Una delle sue zone più belle è la Valle Vermenagna, nel Cuneese, il cui comune più importante è Limone Piemonte, celebre meta sciistica.
Numerose le escursioni che si possono fare, a partire dal percorso natura Palanfrè - Bosco Bandito – Palanfrè -, un giro ad anello che porta a scoprire uno dei più bei boschi di faggio della regione, chiamato così per l’antico impedimento a tagliarne gli alberi, utili a frenare eventuali valanghe.
Da non perdere il borgo di Vernante, famoso per i murales sulla fiaba di Pinocchio, che ricoprono case ed edifici.
Dormire
- Albergo Nazionale, Via Cavour 60, Vernante (CN): amato per le sue camere e per il ristorante;
- Hotel Ristorante Da Politano, Santuario, 125, Boves (CN): ottimi sia la posizione che i servizi, come il noleggio biciclette.
Mangiare
- Ristorante Maitò, Via Commendator Beltrandi, 10, Limone Piemonte: ottima la raclette, servita con salumi, patate e cetriolini;
- Il Bocconcino, Via Roma 78, Limone Piemonte: molto buona la polenta.
Il villaggio di Engelberg nelle Alpi svizzere
Svizzera
Se invece si vuole uscire dall’Italia, c’è un Paese pronto ad accogliere chiunque con il calore dei suoi panorami e delle strutture ricettive: è la Svizzera. Engelberg, in particolare, è una località sciistica da visitare almeno una volta nella vita. Situata nel Canton Obvaldo, non dista troppo dal lago di Lucerna.
È il paradiso degli sciatori e non solo: qui è possibile fare una gita al ghiacciaio Titlis, ricoperto tutto l’anno dalla neve. Non solo la visione del ghiacciaio, ma tutta l’esperienza è spettacolare: si parte infatti con la cabinovia e si prosegue con la Titlis Rotair, la prima funivia girevole al mondo. Una volta in vetta, si può percorrere la Titlis Cliff Wlak, il ponte sospeso più alto d’Europa (3020 metri)!
Dormire
- Bellevue-Terminus-Urban Lifestyle Hotel, Bahnhofstrasse 10, Engelberg: situato proprio in centro, spicca per i suoi interni, estremamente moderni e originali;
- Hotel Engelberg “das Trail Hotel”, Dorfstrasse 14, Engelberg: ottimi sia la posizione che il ristorante interno.
Mangiare
- The Core Irish Pub, Titlisstrasse 2, Engelberg: buon pub irlandese in piena Svizzera;
- Ende der Welt, Horbisstrasse 124, Engelberg: qui va provata la selvaggina.
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Dal Trentino Alto Adige al Piemonte, fino alle Alpi svizzere: ecco alcuni dei luoghi da visitare in questi mesi invernali, per iniziare il nuovo anno nel modo migliore e all'insegna del relax.Non esiste momento migliore per andare in montagna: in questo periodo, oltre ad ammantarsi di neve, i monti sono ancora più belli grazie alle luci e ai mercatini di Natale.È anche vero che un soggiorno in montagna, solitamente abbastanza costoso, richiede di essere preparato per tempo. Se non abbiamo avuto l’occasione di trascorrere qualche giorno tra le vette, nostrane o europee, allora è il momento di prepararci per i prossimi mesi invernali, che non mancano certo di fascino e attrattive.Trentino Alto AdigeCome si fa a non citare il Trentino Alto Adige, regione montana per eccellenza? Se si teme che proprio per questo sia presa d’assalto, si può partire da zone ancora abbastanza defilate. Come la Valgiovo (o Val di Giovo), per esempio. Questa valle, infatti, è l’ideale per chi ha bisogno di staccare dalla quotidianità e non solo per gli amanti dello sci. La Valgiovo parte dalla località di Casateia e termina al Passo di Giovo, il passo più settentrionale d’Italia. Le meraviglie naturalistiche non si contano, ma è sicuramente da citare la Cascata Gurgl, che in inverno è per lo più ghiacciata.Piccole case in legno, masi e malghe sono ciò che punteggia gli splendidi panorami di questa valle, che meritano di essere meta di escursioni più o meno difficili. Una di queste è quella che conduce alla malga Bergalm, oggi chiusa purtroppo. La passeggiata vale comunque la fatica, a patto che ci si attrezzi e rifornisca di acqua e cibo. Si parte dalla Val di Sopra – all’interno della Valgiovo –, per poi seguire la segnaletica che conduce al borgo di Ontratt e alla strada alpina. A metà percorso si trova proprio la cascata di cui sopra.DormireHotel Almina, Val Giovo 70/B, Racines: circondato dalle Dolomiti, è dotato anche di centro benessere per utilizzo gratuito;Naturhotel Rainer, Jaufental/Mittertal 48, Racines: struttura moderna, che spicca in mezzo a un panorama mozzafiato. Offre anche una ristorazione ricercata.MangiareKnappenstube, Maiern 48, Racines: imperdibile il tris di canederli;Wasserfalleralm, Innerratschings Ratschings, Str. Racines di Sotto, 28, Pratone (BZ): una bellissima malga in cui assaggiare piatti tipici come uova, patate e speck. Valle Vermenagna (iStock)PiemonteIl Piemonte è un’altra delle mete perfette per chi ama la montagna. Una delle sue zone più belle è la Valle Vermenagna, nel Cuneese, il cui comune più importante è Limone Piemonte, celebre meta sciistica.Numerose le escursioni che si possono fare, a partire dal percorso natura Palanfrè - Bosco Bandito – Palanfrè -, un giro ad anello che porta a scoprire uno dei più bei boschi di faggio della regione, chiamato così per l’antico impedimento a tagliarne gli alberi, utili a frenare eventuali valanghe.Da non perdere il borgo di Vernante, famoso per i murales sulla fiaba di Pinocchio, che ricoprono case ed edifici.DormireAlbergo Nazionale, Via Cavour 60, Vernante (CN): amato per le sue camere e per il ristorante;Hotel Ristorante Da Politano, Santuario, 125, Boves (CN): ottimi sia la posizione che i servizi, come il noleggio biciclette.Mangiare Ristorante Maitò, Via Commendator Beltrandi, 10, Limone Piemonte: ottima la raclette, servita con salumi, patate e cetriolini;Il Bocconcino, Via Roma 78, Limone Piemonte: molto buona la polenta. Il villaggio di Engelberg nelle Alpi svizzereSvizzeraSe invece si vuole uscire dall’Italia, c’è un Paese pronto ad accogliere chiunque con il calore dei suoi panorami e delle strutture ricettive: è la Svizzera. Engelberg, in particolare, è una località sciistica da visitare almeno una volta nella vita. Situata nel Canton Obvaldo, non dista troppo dal lago di Lucerna.È il paradiso degli sciatori e non solo: qui è possibile fare una gita al ghiacciaio Titlis, ricoperto tutto l’anno dalla neve. Non solo la visione del ghiacciaio, ma tutta l’esperienza è spettacolare: si parte infatti con la cabinovia e si prosegue con la Titlis Rotair, la prima funivia girevole al mondo. Una volta in vetta, si può percorrere la Titlis Cliff Wlak, il ponte sospeso più alto d’Europa (3020 metri)!DormireBellevue-Terminus-Urban Lifestyle Hotel, Bahnhofstrasse 10, Engelberg: situato proprio in centro, spicca per i suoi interni, estremamente moderni e originali;Hotel Engelberg “das Trail Hotel”, Dorfstrasse 14, Engelberg: ottimi sia la posizione che il ristorante interno.MangiareThe Core Irish Pub, Titlisstrasse 2, Engelberg: buon pub irlandese in piena Svizzera;Ende der Welt, Horbisstrasse 124, Engelberg: qui va provata la selvaggina.
Monterosa ski
Dopo un’estate da record, con presenze in crescita del 2% e incassi saliti del 3%, il sipario si alza ora su Monterosa Ski. In scena uno dei comprensori più autentici dell’arco alpino, da vivere fino al 19 aprile (neve permettendo) con e senza gli sci ai piedi, tra discese impeccabili, panorami che tolgono il fiato e quella calda accoglienza che da sempre distingue questo spicchio di territorio che si muove tra Valle d’Aosta e Piemonte, abbracciando le valli di Ayas e Gressoney e la Valsesia.
Protagoniste assolute dell’inverno al via, le novità.
A Gressoney-Saint-Jean il baby snow park Sonne è fresco di rinnovo e pronto ad accogliere i piccoli sciatori con aree gioco più ampie, un nuovo tapis roulant per prolungare il divertimento delle discese su sci, slittini e gommoni, e una serie di percorsi con gonfiabili a tema Walser per celebrare le tradizioni della valle. Poco più in alto, a Gressoney-La-Trinité, vede la luce la nuova pista di slittino Murmeltier, progetto ambizioso che ruota attorno a 550 metri di discesa serviti dalla seggiovia Moos, illuminazione notturna, innevamento garantito e la possibilità di scivolare anche sotto le stelle, ogni mercoledì e sabato sera.
Da questa stagione, poi, entra pienamente in funzione la tecnologia bluetooth low energy, che consente di usare lo skipass digitale dallo smartphone, senza passare dalla biglietteria. Basta tenerlo in tasca per accedere agli impianti, riducendo così plastica e attese e promuovendo una montagna più smart e sostenibile, dove la tecnologia è al servizio dell’esperienza.
Sul fronte di costi e promozioni, fioccano agevolazioni e formule pensate per andare incontro a tutte le tasche e per far fronte alle imprevedibili condizioni meteorologiche. A partire da sci gratuito per bambini sotto gli otto anni, a sconti del 30 e del 20 per cento rispettivamente per i ragazzi tra gli 8 e i 16 anni e i giovani tra i 16 e i 24 anni , per arrivare a voucher multiuso per i rimborsi skipass in caso di chiusura degli impianti . «Siamo più che soddisfatti di poter ribadire la solidità di una destinazione che sta affrontando le sfide di questi anni con lungimiranza. Su tutte, l’imprevedibilità delle condizioni meteo che ci condiziona in modo determinante e ci spinge a migliorare le performance delle infrastrutture e delle modalità di rimborso, come nel caso dei voucher», dice Giorgio Munari, amministratore delegato di Monterosa Spa.
Introdotti con successo l’inverno scorso, i voucher permettono ai titolari di skipass giornalieri o plurigiornalieri, in caso di chiusure parziali o totali del comprensorio, di avere crediti spendibili in acquisti non solo di nuovi skipass e biglietti per impianti, ma anche in attività e shopping presso partner d’eccellenza, che vanno dal Forte di Bard alle Terme di Champoluc, fino all’avveniristica Skyway Monte Bianco, passando per ristoranti di charme e botteghe artigiane.
Altra grande novità della stagione, questa volta dal respiro internazionale, l’ingresso di Monterosa Ski nel circuito Ikon pass, piattaforma americana che raccoglie oltre 60 destinazioni sciistiche nel mondo.
«Non si tratta solo di un’inclusione simbolica», commenta Munari, «ma di entrare concretamente nei radar di sciatori di Stati Uniti, Canada, Giappone o Australia che, già abituati a muoversi tra mete sciistiche di fama mondiale, avranno ora la possibilità di scoprire anche il nostro comprensorio». Comprensorio che ha tanto da offrire.
Sotto lo sguardo dei maestosi 4.000 del Rosa, sfilano discese sfidanti anche per i più esperti sul carosello principale Monterosa Ski 3 Valli - 29 impianti per 52 piste fino a 2.971 metri di quota - e percorsi più soft, adatti a principianti e bambini, nella ski area satellite di Antagnod, Brusson, Gressoney-Saint-Jean, Champorcher e Alpe di Mera; fuoripista da urlo nel regno imbiancato di Monterosa freeride paradise e tracciati di sci alpinismo d’eccezione - Monterosa Ski è il primo comprensorio di sci alpinismo in Italia. Il tutto accompagnato da panorami e paesaggi strepitosi e da un’accoglienza made in Italy che conquista a colpi di stile e atmosfere genuine. Info: www.monterosaski.eu.
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Dal foyer della Prima domina il nero scelto da vip e istituzioni. Tra abiti couture, la presenza di Pierfrancesco Favino, Mahmood, Achille Lauro e Barbara Berlusconi - appena nominata nel cda - spiccano le assenze ufficiali. Record d’incassi per Šostakovič.
Non c’è dubbio che un’opera dirompente e sensuale, che vede tradimenti e assassinii, censurata per la sua audacia e celebrata per la sua altissima qualità musicale come Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk di Dmítrij Šostakóvič, abbia influenzato la scelta di stile delle signore presenti.
«Quando preparo gli abiti delle mie clienti per la Prima della Scala, tengo sempre conto del tema dell’opera», spiega Lella Curiel, sessanta prime al suo attivo e stilista per antonomasia della serata più importante del Piermarini. Così ogni volta la Prima diventa un grande esperimento sociale, di eleganza ma anche di mise inopportune. Da sempre, la platea ingioiellata e in smoking, si divide tra chi è qui per la musica e chi per mostrarsi mentre finge di essere qui intendendosene. Sul piazzale, lo show comincia ben prima del do di petto. Le signore scendono dalle auto con la stessa espressione di chi affronta un red carpet improvvisato: un occhio al gradino e uno ai fotografi. Sono tiratissime, ma anche i loro accompagnatori non sono da meno, alcuni dei quali con abiti talmente aderenti che sembrano più un atto di fede che un capo sartoriale.
È il festival del «chi c’è», «chi manca» ma tutti partecipano con disinvoltura allo spettacolo parallelo: quello dei saluti affettuosi, che durano esattamente il tempo di contare quanti carati ha l’altro. Mancano sì il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio, il presidente del Senato e il presidente della Camera ma gli aficionados della Prima, e anche tanti altri, ci sono tutti visto che è stato raggiunto il record di biglietti venduti, quasi 3 milioni di euro d’incasso.
Sul palco d'onore, con il sindaco Beppe Sala e Chiara Bazoli (in nero Armani rischiarato da un corpetto in paillettes), il ministro della Cultura Alessandro Giuli, l’applaudita senatrice a vita Liliana Segre, il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana accompagnato dalla figlia Cristina (elegantissima in nero di Dior), il presidente della Corte Costituzionale Giovanni Amoroso, i vicepresidenti di Camera e Senato Anna Ascani e Gian Marco Centinaio e il prefetto di Milano Claudio Sgaraglia. Nero imperante, quindi, nero di pizzo, di velluto, di chiffon ma sempre nero. Con un tocco di rosso come per l’abito di Maria Grazia compagna di Giuseppe Marotta («è un vestito di sartoria, non è firmato da nessun stilista»), con dettagli verdi scelti da Diana Bracco («sono molto rigorosa»). Tutto nero l’abito/cappotto di Andrée Ruth Shammah («metto sempre questo per la Prima con i gioielli colorati di mia mamma»). E così quello di Fabiana Giacomotti molto scollato sulla schiena («è di Balenciaga, l’ultima collezione di Demna»).
Ma esce dal coro Barbara Berlusconi, la più fotografata, in un prezioso abito di Armani dalle varie sfumature, dall’argento al rosso al blu («ho scelto questo abito che avevo già indossato per celebrarlo»), accompagnata da Lorenzo Guerrieri. Fresca di nomina nel cda della Scala (voluta da Fontana), si è soffermata con i giornalisti. «La scelta di Šostakovič - afferma - conferma che la Scala non è solo un luogo di memoria: è anche un teatro che ha il coraggio di proporre opere che fanno pensare, che interrogano il pubblico, lo sfidano, e che raccontano la complessità del nostro tempo. La Lady è un titolo "ruvido", forte, volutamente impegnativo, che non cerca il consenso facile. È un'opera intensa, profonda, scomoda, ma anche attualissima per i temi che propone». E aggiunge: «Mio padre amava l'opera e ho avuto il piacere di accompagnarlo parecchi anni fa a una Prima. Questo ruolo nel cda l'ho preso con grande impegno per aiutare la Scala a proseguire nel suo straordinario lavoro». Altra componente del cda, Melania Rizzoli, in nero vintage dell’amica Chiara Boni, arrivata con il figlio Alberto Rizzoli. In nero Ivana Jelinic, ad di Enit, agenzia nazionale del Turismo. In blu firmato Antonio Riva, Giulia Crespi moglie di Angelo, direttore della Pinacoteca di Brera. In beige Ilaria Borletti Buitoni con un completo confezionato dalla sarta su un suo disegno. Letteralmente accerchiati da giornalisti, fotografi e telecamere Pierfrancesco Favino con la moglie Anna Ferzetti, Mahmood in Versace («mi sento regale») e Achille Lauro che dice quanto sia importante che l’opera arrivi ai giovani. Debutto lirico per Giorgio Pasotti mentre è una conferma per Giovanna Salza in Armani e ospite abituale è l’artista Francesco Vezzoli.
Poi, in 500, alla cena di gala firmata dallo chef 2 stelle Michelin nella storica Società del Giardino Davide Oldani. E così la Prima resta quel miracolo annuale in cui tutti, almeno per una sera, riescono a essere la versione più scintillante (e leggermente autoironica) di sé stessi.
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Guido Guidesi (Imagoeconomica)
Le Zis si propongono come aree geografiche o distretti tematici in cui imprese, startup e centri di ricerca possano operare in sinergia per stimolare l’innovazione, generare nuova occupazione qualificata, attrarre capitali, formare competenze avanzate e trattenere talenti. Nelle intenzioni della Regione, le nuove zone dovranno funzionare come poli stabili, riconosciuti e specializzati, ciascuno legato alle vocazioni produttive del proprio territorio. I progetti potranno riguardare settori differenti: manifattura avanzata, digitalizzazione, life science, agritech, energia, materiali innovativi, cultura tecnologica e altre filiere considerate strategiche.
La procedura di attivazione delle Zis è così articolata. La Fase 1, tramite manifestazione di interesse, permette ai soggetti coinvolti di presentare un Masterplan, documento preliminare in cui vengono indicati settore di specializzazione, composizione del partenariato, governance, spazi disponibili o da realizzare, laboratori, servizi tecnologici e prospetto di sostenibilità. La proposta dovrà inoltre includere la lettera di endorsement della Provincia competente. Ogni Provincia potrà ospitare fino a due Zis, senza limiti invece per le candidature interprovinciali. La dotazione economica disponibile per questa fase è pari a 1 milione di euro: il contributo regionale finanzia fino al 50% delle spese di consulenza per la stesura dei documenti necessari alla Fase 2, fino a un massimo di 100.000 euro per progetto.
La Fase 2 è riservata ai progetti ammessi dopo la valutazione iniziale. Con l’accompagnamento della Regione, i proponenti elaboreranno il Piano strategico definitivo, che dovrà disegnare una visione a lungo termine con orizzonte al 2050. Il programma di sviluppo indicherà le azioni operative: attrazione di nuove imprese e startup innovative, apertura o potenziamento di laboratori, creazione di infrastrutture digitali, percorsi formativi ad alta specializzazione, incubatori e servizi condivisi. Sarà inoltre definito un modello economico sostenibile e un sistema di monitoraggio basato su indicatori misurabili per valutare impatti occupazionali, tecnologici e competitivi.
I soggetti autorizzati alla presentazione delle candidature sono raggruppamenti pubblico-privati con imprese o startup come capofila. Possono partecipare enti pubblici, Comuni, Province, camere di commercio, università, centri di ricerca, enti formativi, fondazioni, associazioni e organizzazioni del terzo settore. Regione Lombardia avrà il ruolo di coordinatore e facilitatore. All’interno della direzione generale sviluppo economico sarà istituita una struttura dedicata al supporto dei territori: un presidio tecnico incaricato di orientare, assistere e valorizzare le progettualità, monitorando l’attuazione e la coerenza con gli obiettivi strategici.
Nel corso della presentazione istituzionale, l’assessore allo Sviluppo economico, Guido Guidesi, ha dichiarato: «Cambiamo per innovare. Le Zis saranno il connettore dei valori aggiunti di cui già disponiamo e che metteremo a sistema, ecosistemi settoriali che innovano in squadra tra aziende, ricerca, formazione, istituzioni e credito. Guardiamo al futuro difendendo il nostro sistema produttivo con l’obiettivo di consegnare opportunità ai giovani». Da Confindustria Lombardia è arrivata una valutazione positiva. Il presidente Giuseppe Pasini ha affermato: «Attraverso le Zis si intensifica il lavoro a favore delle imprese e dei territori. Apprezziamo la capacità di visione e la volontà di puntare sui giovani».
Ogni territorio svilupperà la propria specializzazione, puntando su filiere già forti o sulla creazione di nuovi segmenti tecnologici. Il percorso non prevede limiti settoriali ma richiede sostenibilità economica e capacità di generare ricadute occupazionali misurabili.
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