
La protesta degli agricoltori prosegue in tutta Europa e comincia a farsi sentire anche in Italia. In Germania una manifestazione di agricoltori, cui hanno partecipato almeno mille trattori, ha creato ieri disagi nelle strade che portano all’aeroporto di Francoforte, mentre in Polonia i contadini hanno di nuovo bloccato le strade dall’Ucraina. In Europa il movimento ora comprende Germania, Olanda, Italia, Spagna, Scozia, Irlanda, Polonia, Francia, Romania, Lituania, Belgio e Grecia. Anche in Italia le manifestazioni abbondano. Un corteo di trattori, partito da Melegnano, è entrato in Milano ieri mattina, ma è soprattutto dal centro-sud e dalle isole che arrivano notizie di blocchi, presidi e manifestazioni.
Ieri ad Orte un presidio di agricoltori ha cercato di occupare il casello autostradale e vi sono stati momenti di tensione con la polizia, che ha impedito la collocazione di balle di fieno sull’autostrada A1, che avrebbe bloccato il flusso dei veicoli. Il traffico nella zona è risultato comunque assai difficoltoso, mentre non meno di 150 trattori impegnano le strade. Disagi anche a Orvieto, dove la protesta ha bloccato il traffico nelle strade che portano allo svincolo autostradale A1 di Orvieto. Disagi anche al casello dell’autostrada A1 Valdichiana, dove i trattori schierati hanno reso impraticabile l'uscita delle auto. Circa un centinaio i mezzi agricoli parcheggiati, mentre per lunedì sarebbe previsto un blocco del tratto autostradale.
«In Italia non faremo come a Bruxelles, non l’abbiamo mai fatto. Questo ci ha permesso di arrivare a Roma». Sono le parole di Danilo Calvani, uno dei tanti portavoce degli agricoltori, dopo l’incontro in questura a Roma per organizzare la manifestazione nazionale prevista per la prossima settimana. Calvani viene indicato come il leader della protesta, ma dalla Sicilia arrivano i primi distinguo: «Apprendiamo dagli organi di stampa che tale Calvani sarebbe il leader nazionale della protesta dei trattori. Per quanto ci riguarda, precisiamo che non riconosciamo alcun leader autoproclamatosi tali nell’attuale protesta», ha detto ieri dalla Sicilia un altro portavoce, Marcello Guastella. Trattori anche a Formello, comune a nord di Roma, e a Valmontone. Da Casal di Principe (Caserta) sono partiti una trentina di trattori, diretti a Santa Maria Capua Vetere, a poche centinaia di metri dal casello autostradale dell’A1, con altri cortei di mezzi agricoli tra Teano e Capua. Circa duecento trattori hanno marciato da Benevento verso la Valle Telesina, con disagi alla circolazione stradale.
Manifestazioni anche nel foggiano, mentre in Sardegna pastori e agricoltori hanno passato la quinta notte davanti al porto di Cagliari, con il centro di Cagliari attraversato dai trattori condotti dai contadini in protesta. «Gli agricoltori ed i consumatori traditi dalle istituzioni regionali, dal governo centrale, dalla Comunità Europea. Non è ammissibile tornare ad interloquire con chi ha già tradito in passato e continua a ricattare gli agricoltori. Per questo motivo, riteniamo vano incontrare e sedersi al tavolo di chi avrebbe dovuto tutelarci ed invece ha preferito venderci». Così afferma in una nota il referente e portavoce provinciale del presidio tra Pozzallo e Modica, Giovanni Arato. Dal presidio di Ragusa la voce di un agricoltore, Carlo Leone, spiega la situazione: «Per produrre un litro di latte servono 60 centesimi, ma noi lo vendiamo a 48 centesimi. I nostri prodotti agricoli subiscono la concorrenza dei prodotti di altri paesi e i prezzi del gasolio, degli anticrittogamici e dei concimi, che due hanno fa hanno triplicato i prezzi. Continuiamo ad indebitarci ogni anno».
Difficoltà nella circolazione segnalate a Termini Imerese (Palermo), dove un corteo di trattori e camion del movimento «La Sicilia alza la voce» ha rallentato il traffico sulla statale 113 fino a Cefalù. Indebitati, con i prezzi schiacciati dallo strapotere della distribuzione, in competizione con prodotti dall’estero a basso costo, tenuti al guinzaglio dai sussidi della Pac europea che non favorisce i piccoli coltivatori, gli agricoltori si stanno ribellando a un declino che sembra inarrestabile. Le nuove regole green europee sono uno dei temi caldi di contestazione, così come i «corridoi solidali» decisi dall’Ue per l’Ucraina, che ha inondato l’Europa di prodotti agricoli determinando un calo dei prezzi che si ripercuote sui redditi degli agricoltori, i cui costi (energia, acqua, fertilizzanti, sementi) viceversa sono esplosi negli ultimi tre anni.
«Agricoltori esasperati che vedono ridursi mese dopo mese i margini di sostenibilità economica delle loro imprese. Ho parlato con i rappresentanti di Azione rurale, una sigla centrale nella protesta spontanea, che rifiuta la violenza e vuole mantenere le manifestazioni in una logica costruttiva e di cambiamento», ha dichiarato Gianni Alemanno, segretario del Movimento Indipendenza. «Il ministro Lollobrigida si deve svegliare. Il Green deal deve essere congelato fino alle elezioni europee del giugno prossimo e va rivisto in base ai nuovi equilibri politici che si creeranno nel Parlamento europeo».
Intanto il premier Giorgia Meloni risponde con i primi fatti concreti: «In Italia smetteremo di non spendere soldi disponibili. Ogni singolo euro che può essere speso andrà speso», sottolinea intervenendo allo stabilimento della 3Sun gifactory di Enel a Catania, «abbiamo rinegoziato il Pnrr per rendere le risorse più aderenti alle esigenze. Ci sono fondi per le imprese, per il comparto agricolo. Il mondo degli agricoltori per noi è molto importante, le risorse del Pnrr dedicate agli agricoltori passano a 8 miliardi di euro (rispetto ai 5 previsti ndr)».






