2024-01-31
I trattori marciano pure in Spagna. Macron e Attal giustificano l’Europa
Emmanuel Macron e Gabriel Attal (Ansa)
Discorso programmatico del neopremier in Parlamento: «Meno Ue significa meno potenza per la Francia». Anche il presidente invita a non «dare tutte le colpe a Bruxelles». La rabbia degli agricoltori, intanto, si allarga.Gli agricoltori francesi restano sul piede di guerra e continuano a presidiare alcune delle autostrade o dei caselli più importanti di Francia. La tensione resta alta anche perché dal governo e dalla presidenza della Repubblica arrivano solo parole vuote. Ieri il primo ministro Gabriel Attal ha tenuto il suo primo discorso programmatico all’Assemblea Nazionale. Un discorso che, a differenza di quanto accade in varie grandi democrazie occidentali, non è stato seguito da un voto di fiducia. Quello che ha parlato davanti ai deputati sembrava essere un Attal completamente diverso da quello che si era espresso in mezzo agli agricoltori in agitazione, la scorsa settimana, circondato da balle di fieno. Ieri il neo premier francese sembrava aver già dimenticato le parole da lui stesso pronunciate in tema di Europa, nemmeno una settimana fa in un paesino rurale ai piedi dei Pirenei.Con un piglio leggermente arrogante, il giovane premier transalpino ha detto che, lui e i suoi ministri, sono «pronti ad affrontare» la complessa situazione attuale. Questo perché, ha aggiunto, «non siamo un Paese qualsiasi: la Francia non sarà mai una nazione che subisce». Parlando della protesta degli agricoltori il capo del governo parigino ha promesso una non meglio precisata «eccezione agricola francese». Tuttavia, Attal ha anche detto che «meno Europa significa meno potenza per la Francia» e ha parlato della necessità di riconquistare la «sovranità francese ed europea». Continuando con le promesse, il premier francese ha assicurato che «tutti i contributi della Pac (Politica Agricola Comunitaria, ndr) saranno versati» agli agricoltori a partire dal 15 marzo prossimo. La semplificazione normativa e amministrativa è stato un altro dei messaggi inviati dal primo ministro, non solo agli agricoltori ma anche ai titolari di piccole medie imprese e partite Iva. «Bisogna sburocratizzare la Francia» ha scandito Attal che si è anche detto determinato a voler «alleggerire il fardello di regole e norme» che pesa sulle Pmi transalpine. Il premier francese ha anche toccato tematiche estranee alla crisi del mondo agricolo, come l’immigrazione, l’educazione o la politica abitativa, ma ha anche lanciato ramoscelli d’ulivo alle sinistre che, da quando è iniziata la protesta degli agricoltori, sembrano aver perso la parola. Sinistre che, soprattutto negli anni della presidenza di François Hollande e di Emmanuel Macron, si sono sentite invincibili e autorizzate ad attaccare (anche con azioni di guerriglia) gli agricoltori «colpevoli», secondo loro, dei cambiamenti climatici e di tutte le disgrazie ecologiche.Riassumendo, ieri Attal sembrava voler salvare capra e cavoli: ha fatto promesse agli agricoltori ma ha anche lasciato la porta aperta alle sinistre. Chissà che all’Assemblea Nazionale, dove i macronisti hanno una maggioranza risicata, non torni buona qualche stampella della sinistra. E così il premier ha detto che nel 2027 sarà lanciato un non ben identificato «servizio civile ecologico» pur riconoscendo che «non bisogna fare ecologia contro il popolo». Un altro ramoscello d’ulivo dal tono più ideologico e militante dei precedenti è stato gettato anche alle lobby Lgbt perché Attal ha detto che «nel 2024, essere francesi significa poter essere primo ministro e apertamente omosessuale».Intanto, dalla Svezia dove si trova in visita ufficiale, Emmanuel Macron ha gettato benzina sul fuoco dichiarando che «sarebbe troppo facile dare tutte le colpe all’Europa». Ma mentre Attal sembrava essere stato inghiottito in una scena del film Il favoloso mondo di Amélie, i malumori del mondo agricolo continuavano a crescere. Sull’autostrada A6, che collega Parigi con il Sud-Est della Francia e che anche ieri restava bloccata su un tratto di circa 200 chilometri, dei manifestanti citati da Le Figaro hanno dichiarato che il premier «non ha detto niente di interessante» e, durante il discorso, si sono fatti delle grandi risate. Attorno a Parigi si contavano ieri ancora otto posti di blocco degli agricoltori e la circolazione da e verso la capitale rimaneva perturbata. Nel frattempo, il convoglio di agricoltori provenienti dal Sud e intenzionati a bloccare Rungis, primo mercato alimentare di Francia, era l’oggetto di numerosi controlli da parte della polizia. Segno questo che il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, non è disposto a subire eventuali azioni violente, come quelle che ci sono state all’aeroporto di Tolosa. Qui alcuni agricoltori hanno incendiato pneumatici e balle di fieno all’entrata dello scalo. Il convoglio è stato costretto a passare la notte non lontano da Orléans, dove ieri c’è stata una manifestazione con oltre 100 trattori. Altri manifestanti citati dalla stampa francese hanno dichiarato che la prossima tappa della protesta si svolgerà a Bruxelles, dove tra l’altro oggi arriverà il ministro dell’agricoltura francese Marc Fesneau «per trattare le urgenze europee».Nel frattempo la protesta degli agricoltori si espande sempre di più in Europa. Ieri anche gli agricoltori spagnoli e greci sono scesi in strada come i loro omologhi francesi, tedeschi, olandesi, italiani e di altri Paesi Ue.