2022-10-13
«Trapper no vax e berlusconiani». La sinistra s’inventa i nuovi italiani
Simba La Rue e Bibi Santi (Ansa)
Si sono distinti per devastazioni, rapine, rapimenti di rivali e accoltellamenti. «La Repubblica» stravolge un’analisi della questura di Milano pur di coprire la verità: bulli di periferia figli dell’immigrazione di massa.Pur essendo giovani, portatori di subculture meticce e ben inseriti nelle periferie come nei quartieri residenziali, non è fra i trapper balzati agli onori delle cronache che verrà scelto il prossimo segretario del Partito democratico. Allo stesso modo ci sentiamo di escludere che questi teppisti canterini siano il futuro di Forza Italia e neppure la testa d’ariete del prossimo movimento contro i vaccini. Eppure, nel pieno del suo appassionante «contest» per il dopo Enrico Letta, ieri La Repubblica è riuscita a titolare così una sua appassionante paginata: «No Vax e berlusconiani, il lato nascosto dei gangsta-trapper». A parte catenoni d’oro e pistole, hanno trovato loro a casa anche il poster della senatrice Licia Ronzulli vestita da infermiera?I colleghi di Repubblica hanno maneggiato con somma perizia «un’analisi elaborata dalla questura di Milano, la prima del suo genere sui trapper e le loro gesta criminali». Partiamo da Silvio Berlusconi e il suo (presunto) influsso su personaggi del calibro di Simba la Rue, Neima Ezza e Baby Touché, che nulla hanno a che fare con i passati fasti del bunga bunga, ma si sono distinti per violenze assortite, rapine, rapimenti di rivali e accoltellamenti. Abbiamo un certo Sacky, al secolo Sami Abou El Hassan, che avrebbe scritto un post contro Matteo Salvini che si era schierato con Israele, più o meno imitato dal sullodato Neima Ezza che semina hashtag in favore della Palestina. Poi, riporta sempre La Repubblica, «leggere per credere l’endorsement del mese scorso di Zaccaria Mouhib (per tutti Baby Gang) al leader di Forza Italia: «Il capo rimane sempre lui. Quando c’era lui l’Italia era vera Italia, votate tutti Silvio Berlusconi»». Li avrà stregati con i video su Tiktok? Poi però arriva subito la retromarcia, con un altro post in cui si spiega che era un appello «ironico» e l’aggiunta: «Non mi metto a fare da cartello pubblicitario a Berlusconi senza che mi dia un euro». Anche Baby Gang deve avere saputo che il Cavaliere ama i giovani ed è un tipo generoso. Ecco, questo è quanto nell’analisi della Questura dovrebbe sostenere il titolo dei Republicones sui trapper berlusconiani. Ancora più istruttiva la parte su Covid e dintorni, che i terribili ragazzi hanno probabilmente tenuto lontano con robuste dosi di aglio. È sempre Baby Gang, evidentemente il pensatore della compagnia, che racconta di essere andato due anni fa a un corteo di No green pass per fare casino e basta, «e attaccare una volante» della polizia. Qui l’operazione è semplice: ignorare che Baby Gang è andato solo a dare fastidio, sostituire il green pass con i vaccini e sparare pure questa balla nel titolo. Gli altri personaggetti della storia, arrivati alla ribalta per aver seminato il panico in centro a Milano e non solo e per essersi combattuti in bande rivali, sono Islam Abdel Karim, di origini egiziane, che vive a Legnano; Neima Ezza, di famiglia marocchina, capo della banda «7Zoo», già arrestato per rapina; Baby Touché, diciottenne di Monselice che avrebbe accoltellato il rivale Simba La Rue, 20 anni, precedenti per armi e lesioni. I due erano divisi anche dalla passione per la pornoattrice Barbara Boscali, in arte Bibi Santi, sospettata di doppio gioco tra una gang e l’altra. Sempre dall’analisi della Questura milanese emerge che tra di loro si prendono in giro per via del Ramadan, che alcuni rispettano e altri non tanto, tra alcol e cibo in orari vietati. E il questore Giuseppe Petronzi, analizzati i profili di 17 trapper violenti, si chiede: «Perché questo fenomeno si è sviluppato a Milano? Qui questi ragazzi hanno trovato terreno di espansione, in altre realtà criminali sarebbero stati ricondotti ad altre logiche». Un modo elegante per dire che forse a Napoli o a Palermo sarebbero finiti in aree contigue a mafia e camorra. Anche se vedendo i video di questi ragazzi che scimmiottano un po’ le serie di Gomorra viene il sospetto che in certi ambienti verrebbero presi a schiaffoni. Il mondo di questi ragazzi va sicuramente guardato con attenzione. La prima impressione è che ci troviamo di fronte, in massima parte, non a giovani arrivati ieri con i barconi, ma a figli dell’immigrazione di massa. «Nuovi italiani» a cui dover dare la cittadinanza con lo ius scholae, che però a scuola sembra ci siano andati pochino o, comunque, con scarso profitto. A parte il fatto che si sono sparati e accoltellati tra loro, e hanno assaltato e devastato in maniera assurda pezzi di città, se si vuole provare ad astrarsi per un attimo dai carichi pendenti è utile guardare i loro video musicali e i loro post per provare a capire in che cosa credono e che cosa vogliono. Con tutte le prudenze del caso, considerata anche la giovane età, sembra di capire che nel loro mondo siano importanti un certo bullismo nei confronti della polizia, i vestiti griffatissimi e gli accessori costosi, i soldi, l’utilizzo su larga scala di alcol, droghe e qualunque cosa faciliti «lo sballo», il tutto mixato con un generico istinto di ribellione. E poi c’è il dato delle periferie d’origine, lasciate sempre più a sé stesse e dei centri città omologati e pensati solo per chi ha molti soldi da spendere, magari facendo il «green». Non sappiamo di chi siano figli questi ragazzi, ma vengono da un sistema di disvalori e false libertà, compresa la finta integrazione, che a Repubblica potrebbero facilmente individuare.
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Donald Trump (Getty Images)
Donald Trump (Getty Images)
Andrea Crisanti (Imagoeconomica)