E’ la prestigiosa sede di Palazzo Roverella, cuore storico di Rovigo, ad ospitare (sino al 30 giugno 2024) una grande mostra - la più grande mai realizzata in Italia - dedicata ad Henri de Toulouse-Lautrec e alla Parigi fin de siècle. Oltre 200 le opere esposte, di cui ben 60 dell’artista, con dipinti e pastelli provenienti dai più importanti musei americani ed europei, oltre che francesi.
E’ la prestigiosa sede di Palazzo Roverella, cuore storico di Rovigo, ad ospitare (sino al 30 giugno 2024) una grande mostra - la più grande mai realizzata in Italia - dedicata ad Henri de Toulouse-Lautrec e alla Parigi fin de siècle. Oltre 200 le opere esposte, di cui ben 60 dell’artista, con dipinti e pastelli provenienti dai più importanti musei americani ed europei, oltre che francesi.Quando si parla di Toulouse-Lautrec ( nato Henri-Marie-Raymond de Toulouse-Lautrec-Montfa ad Albi, Francia, nel 1864 e spentosi a Saint-André-du-Bois nel 1901), il collegamento con la Parigi bohémienne è immediato. E, subito, si pensa a quel tratto inconfondibile delle affiches pubblicitarie, quelle che ci mostrano i café chantant e i locali fumosi, il Moulin Rouge e le ballerine di can can, i teatri e le feste. Il tratto inconfondibile è quello di Henri de Toulouse-Lautrec. Che sicuramente è stato il primo pittore a cimentarsi nella produzione di manifesti pubblicitari, ma che, altrettanto sicuramente, è stato un artista «a tutto tondo», o meglio, un «grande artista a tutto tondo», visto che nell’arco della sua breve vita (si spense a soli 37 anni) realizzò anche un gran numero di disegni e di straordinari dipinti.Nato da una famiglia ricca e nobile, padre libertino e madre bigotta, minato nel fisico da una malattia (probabilmente ereditaria) che lo rese gracile, basso di statura (arrivava a stento al metro e 50…) e claudicante, il giovane Henri cercò (e trovò) nell’arte il suo riscatto. E nell’alcool, nell’assenzio e nei bassifondi di Parigi la sua consolazione. La capitale parigina, e il quartiere di Montmartre soprattutto (dove aprì un suo atelier), divennero il suo mondo, quel mondo che - magistralmente - seppe immortalare con la sua arte. Grande ammiratore di Degas (anche Toulouse-Lautrec dipinse spesso ballerine di danza classica), «anello di congiunzione» tra impressionismo ed espressionismo, il mondo artistico di Toulouse-Lautrec è un universo variegato, non imbrigliabile né identificabile in un unico genere. Insomma, Toulouse-Lautrec non è stato solo un «pubblicitario», per quanto straordinario, ma, come ho sottolineato prima, anche un grandissimo pittore. Ed è proprio questo l’obiettivo della mostra in programma a Palazzo Roverbella: superare l’approccio che tanto spesso lo riduce ad artista creatore di manifesti per restituirgli - anche - il suo ruolo di pittore.La mostraCurata da Jean-David Jumeau-Lafond, Francesco Parisi e Fanny Girard, con la collaborazione di Nicholas Zmelty (Manifesti e Incisioni), l’esposizione - attraverso un percorso espositivo ricco di oltre 200 opere (di cui ben 60 dell’artista) - mira a ricostruire l’intera attività di Toulouse-Lautrec e la vivacità della scena artistica parigina di fine secolo, superando il riduttivo concetto di Belle Époque.Pur non trascurando le celebri Affiches (come l’iconica Aristide Bruant dans son cabaret del 1893 oppure l’altrettanto celebre Divan japonais, datata 1893), in un allestimento di grande suggestione visiva ed emotiva esposti dipinti e disegni preparatori, in dialogo con lavori di numerosi artisti contemporanei a Toulouse-Lautrec e che, con lui, condivisero ambienti, luoghi e tematiche: Henry Somm, per esempio (suo il meraviglioso acquarello Femmes devant le Moulin Rouge), o George Bottini ( in mostra con Au Moulin rouge la danseuse blanche). Intesa Sanpaolo per l'ArtePromossa dalla Fondazione Cariparo, in collaborazione con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi, e con la main sponsorship di Intesa Sanpaolo, a commentare la mostra le parole di Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo, nonché Direttore delle Gallerie d’Italia: «Le iniziative culturali, l’attenzione per l’arte, per la cultura, la valorizzazione del patrimonio artistico di un Paese e le iniziative volte alla diffusione di conoscenza di artisti di caratura internazionale sono tutte attività che rientrano nell’impegno, a favore dell’arte e della cultura, che la Banca porta avanti da anni attraverso il proprio progetto espositivo all’interno delle Gallerie d’Italia. Ma non si esaurisce esclusivamente con le iniziative che avvengono all’interno dei musei di proprietà: tra le iniziative di maggior successo, si inserisce indubbiamente Palazzo Roverella, dove da oltre 10 anni, insieme a Fondazione Cariparo, diamo vita a progetti espositivi originali e con prestiti dai più importanti musei del mondo».
Da sinistra: Piero De Luca, segretario regionale pd della Campania, il leader del M5s Giuseppe Conte e l’economista Carlo Cottarelli (Ansa)
La gabella ideata da Schlein e Landini fa venire l’orticaria persino a compagni di partito e possibili alleati. Dopo la presa di distanza di Conte, il dem De Luca jr. smentisce che l’idea sia condivisa. Scettici anche Ruffini (ex capo dell’Agenzia delle entrate) e Cottarelli.
«Continuiamo così: facciamoci del male», diceva Nanni Moretti, e non è un caso che male fa rima con patrimoniale. L’incredibile ennesimo autogol politico e comunicativo della sinistra ormai targata Maurizio Landini è infatti il rilancio dell’idea di una tassa sui patrimoni degli italiani. I più ricchi, certo, ma anche quelli che hanno già pagato le tasse e le hanno pagate più degli altri.
Jannik Sinner (Ansa)
All’Inalpi Arena di Torino esordio positivo per l’altoatesino, che supera in due set Felix Auger-Aliassime confermando la sua solidità. Giornata amara invece per Lorenzo Musetti che paga le fatiche di Atene e l’emozione per l’esordio nel torneo. Il carrarino è stato battuto da un Taylor Fritz più incisivo nei momenti chiave.
Agostino Ghiglia e Sigfrido Ranucci (Imagoeconomica)
Il premier risponde a Schlein e Conte che chiedono l’azzeramento dell’Autorità per la privacy dopo le ingerenze in un servizio di «Report»: «Membri eletti durante il governo giallorosso». Donzelli: «Favorevoli a sciogliere i collegi nominati dalla sinistra».
Il no della Rai alla richiesta del Garante della privacy di fermare il servizio di Report sull’istruttoria portata avanti dall’Autorità nei confronti di Meta, relativa agli smart glass, nel quale la trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci punta il dito su un incontro, risalente a ottobre 2024, tra il componente del collegio del Garante Agostino Ghiglia e il responsabile istituzionale di Meta in Italia prima della decisione del Garante su una multa da 44 milioni di euro, ha scatenato una tempesta politica con le opposizioni che chiedono l’azzeramento dell’intero collegio.
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala (Imagoeconomica)
La direttiva Ue consente di sforare 18 volte i limiti: le misure di Sala non servono.
Quarantaquattro giorni di aria tossica dall’inizio dell’anno. È il nuovo bilancio dell’emergenza smog nel capoluogo lombardo: un numero che mostra come la città sia quasi arrivata, già a novembre, ai livelli di tutto il 2024, quando i giorni di superamento del limite di legge per le polveri sottili erano stati 68 in totale. Se il trend dovesse proseguire, Milano chiuderebbe l’anno con un bilancio peggiore rispetto al precedente. La media delle concentrazioni di Pm10 - le particelle più pericolose per la salute - è passata da 29 a 30 microgrammi per metro cubo d’aria, confermando un’inversione di tendenza dopo anni di lento calo.







