2024-09-15
Toti: «Chi dice che potevo tener duro questa estate non esprimeva giudizi»
Imbarazzo nel centrodestra ligure, mentre l’ex governatore si toglie sassolini.«Il vero nemico della politica non è la magistratura, ma la politica stessa che ha costruito la gabbia in cui si è rinchiusa. Io per provare a cambiare questa politica ho fatto quanto potevo e ho pagato di persona». È durissimo il commento di Giovanni Toti all’indomani della richiesta di patteggiamento per il caso che lo ha costretto alle dimissioni da governatore della Liguria. «Credo», dice, «che lo scontro non sia tra Toti e i magistrati di Genova, ma tra una politica ipocrita che ha approvato e applaudito leggi morali, anzi moraliste e i pochi che credono in una democrazia liberale dove le persone vengono giudicate sui fatti e non sui pregiudizi. Purtroppo, neppure la lezione ligure ha indignato a sufficienza la politica per innescare un cambiamento».Nel giorno in cui i magistrati riconoscono che l’ex giornalista Mediaset non ha preso un euro da nessuno per se stesso e che tutte le pratiche di cui si è interessato erano legittime e legali, a prevalere è l’amarezza. «Chi oggi sussurra che si poteva tenere duro e andare fino in fondo con venti anni di processi, fa spesso parte di coloro che non ho sentito esprimere mezzo giudizio su quanto accaduto questa estate» attacca. «Senza ricordare che grazie a quella politica che ha conquistato la fiducia delle imprese e contributi economici indispensabili per la vita pubblica, magari occupa la poltrona da cui ritiene di poter dare buoni consigli».Dopo il patteggiamento a due anni e un mese, tramutati in 1.500 ore di lavori di pubblica utilità, emerge che la legittimità degli atti amministrativi e concessori fatti dalla Regione Liguria e dall’Autorità portuale durante gli anni di governo di Giovanni Toti potrebbe essere impugnata per via amministrativa al Tar o con eventuali provvedimenti degli organi che guidano l’autorità portuale. Potrebbero essere impugnati da imprenditori o comitati che hanno un interesse a metterli in discussione. Toti ha chiesto e ottenuto che la corruzione propria (quella per aver compiuto un atto contrario ai doveri di ufficio) venisse derubricata. È rimasta la corruzione per l’esercizio della funzione (ovvero il pubblico ufficiale, che, per l’esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, indebitamente riceve denaro o altra utilità, o ne accetta la promessa). Soldi che non sono finiti in tasca all’ex governatore ma, secondo l’accusa, sarebbero andati ai comitati elettorali. Giovanni Toti potrebbe iniziare i lavori di pubblica utilità già a novembre, ma la sinistra non smette di attaccarlo, mentre il centrodestra si è chiuso in un certo imbarazzo. Purtroppo però è inevitabile che i liguri, soprattutto quelli meno esperti in materia di giustizia interpretino il patteggiamento come un segno di colpevolezza. Ovvia quindi l’irritazione del centrodestra, che solo un paio di giorni prima aveva convinto il sindaco di Genova Marco Bucci a candidarsi alla presidenza della Regione. E il cambio di umore si è tradotto in mutismo diffuso. Tutti si chiedono cosa abbia spinto Toti a fare questa scelta. Perché ha scelto di trovare un’intesa con la Procura invece di difendersi fino alla fine. Diverse le ipotesi, tra chi crede che la sua rappresenti una sorta di vendetta per non aver ricevuto, nei mesi più duri dell’inchiesta giudiziaria, il sostegno che si aspettava di ricevere. Ma anche per non aver visto soddisfatta la richiesta di puntare, per la sua successione, su una fidatissima come l’ex assessore regionale e ora parlamentare centrista Ilaria Cavo.