2022-12-29
Torna la paura Covid: controlli sui cinesi
Lo scopo è monitorare eventuali varianti più aggressive. Ma provoca cortocircuiti in chi lodava i lockdown di Pechino e negli adoratori del vaccino. E Roberto Speranza va fuori di testa: «È fallita la strategia della Meloni».Almeno una lezione l’abbiamo imparata: non fidarsi della Cina. L’Europa dorme? L’Oms balbetta? L’Italia, allora, prende iniziativa. Ieri pomeriggio, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha firmato un’ordinanza che dispone tamponi antigenici obbligatori per tutti i viaggiatori provenienti dal Dragone. Mettendo ordine in una giungla: il 26 dicembre era partito l’aeroporto di Malpensa con i test facoltativi, presentati come test «richiesti»; Fiumicino aveva addirittura smantellato i gabbiotti, salvo riattivarsi, dopo l’intervento dell’assessore regionale, Alessio D’Amato, e le esortazioni di Francesco Vaia, direttore generale dello Spallanzani. Immancabile Vincenzo De Luca, il quale ha prescritto gli esami a Capodichino, aggiungendo che sui positivi sarà eseguito un molecolare, «per eventuale genotipizzazione». Il destino degli infetti? La quarantena in apposite strutture.«La misura», ha precisato l’inquilino di lungotevere Ripa, che ha presenziato al cdm, «si rende indispensabile per garantire la sorveglianza e l’individuazione di eventuali varianti del virus». Lo spauracchio è proprio questo. Pechino assicura che la situazione è «sotto controllo», benché abbia smesso da giorni di pubblicare il bollettino. Qualcuno, peraltro, ha scoperto che quei dati erano inaffidabili. Alla buonora: se li erano fatti andare bene per quasi tre anni. Anzi, in essi avevano scorto la dimostrazione che il Covid zero funzionava. Di recente, il contrordine: il Covid zero è una follia. Ora, l’hegeliana negazione della negazione: il Covid zero era sbagliato, ma siccome i cinesi non sono immunizzati, averlo abbandonato tutto d’un botto provocherà un’ecatombe. Si parla di quasi 250 milioni di casi in meno di un mese, del pericolo di un milione di morti e dell’emersione di una «variante cattiva», come l’ha definita, sulla Stampa, l’ex fan dei mandarini, Walter Ricciardi.Allo Spallanzani sono cauti: la comparsa di un ceppo insidioso, ha spiegato ieri l’istituto, «rimane un’ipotesi non supportata da dati epidemiologici reali». Nel Paese asiatico, al momento, «le varianti sono le stesse che già circolano da tempo a livello globale, ancora quindi all’interno delle sottovarianti di Omicron. La stessa sottovariante Bf.7, su cui si stanno concentrando timori infondati, è una evoluzione della Ba.5, già circola da tempo anche alle nostre latitudini ed è meno immunoevasiva delle varianti Bq che sono al momento dominanti in Europa e Nord America». Francesco Broccolo, dell’Università del Salento, nutre invece dei dubbi su Gryphon, censita altresì a New York, dove ha provocato un tasso di ricoveri superiore a quello causato da Delta. Quando c’è di mezzo la Cina, è bene drizzare le antenne. L’assessore lombardo alla Sanità, Guido Bertolaso, nel rivendicare un’iniziativa, concordata con il dicastero, che «non è stata sbagliata o azzardata», ha comunicato gli esiti dei tamponi nello scalo meneghino: «Sul primo volo, su 92 passeggeri sono 35 (38%) i positivi. Nel secondo, su 120 passeggeri, 62 (il 52%) sono positivi. Adesso abbiamo attivato la procedura per il sequenziamento» e stamani arriveranno i risultati. Sapremo, quindi, se stiamo importando ignote e temibili versioni del virus, di fronte alle quali «non siamo protetti» (Attilio Fontana). Pure altri Paesi hanno introdotto, o stanno pensando di introdurre, provvedimenti simili: India, Malesia, Taiwan e Giappone pretendono il tampone, gli Stati Uniti e forse le Filippine seguiranno a ruota. Vigilare è doveroso. Ed è comprensibile che l’esecutivo volesse dare un segnale, sentendosi sotto pressione: il candidato del centrosinistra in Lombardia, Pierfrancesco Majorino, lo aveva accusato di «ambiguità»; Letizia Moratti, del terzo polo, lo aveva invitato a procedere con «la massima prudenza»; Luca Zaia, governatore veneto della Lega, ha sottolineato che «non va abbassata la guardia»; e in Senato, Beatrice Lorenzin (Pd), Stefano Patuanelli (M5s) e Raffaella Paita (terzo polo) hanno invocato un’informativa in Aula di Schillaci. Perfino il presidente della commissione Sanità del Senato, Franco Zaffini di Fdi, ha dichiarato che «l’emergenza non è ancora finita». Il problema è che la stretta potrebbe fallire.È vero: a differenza di gennaio 2020, quando Roberto Speranza cincischiò prima di fermare i voli - inutilmente, poiché rimanevano possibili le triangolazioni - oggi non si tratta di sbarrare la strada al Covid. L’obiettivo è più modesto. Il dem Andrea Crisanti ha colto nel segno: l’ordinanza del ministro «ha un significato di sorveglianza». Si vuole capire quali famiglie del virus stiano sbarcando da noi. D’altronde, il Corsera ha ricordato che, negli ultimi mesi, solo il 5% dei viaggiatori cinesi è arrivato qui con un volo diretto. La maggioranza di loro proviene dagli hub mediorientali: Dubai, Doha, Abu Dhabi.Dentro la maggioranza, qualcuno vorrebbe che Schillaci solleciti Bruxelles. L’appiglio lo offrirebbe il testo della Raccomandazione 2548 del Consiglio Ue, risalente al 13 dicembre: «Qualora la situazione epidemiologica peggiori in modo significativo, anche a causa dell’emergere di una nuova variante», all’interno dell’Unione oppure «in uno dei Paesi terzi», gli Stati membri «dovrebbero essere pronti ad agire in modo coordinato e proporzionato». Limitando i «viaggi non essenziali», tranne che per vaccinati, guariti, o «tamponati», oltre che varando «misure supplementari all’arrivo», tra cui test e isolamento. Va segnalato che Parigi, dopo aver invitato cinesi a partire, ieri si è detta pronta «a studiare tutte le misure utili, in collaborazione con i partner europei». Ed Emmanuel Macron ha chiesto al governo di proteggere i cittadini.La crisi di fine anno, intanto, ha ringalluzzito Speranza: «La strategia della Meloni di far finta che il Covid non esiste più e che tutto sommato dei vaccini si può fare a meno mi pare fallita», ha blaterato. Eh sì, i vaccini ci hanno salvato. Eppure, adesso, siamo un’altra volta nel panico.