2022-12-06
Torna l’utopia di abolire la moneta fisica per controllarci
La guerra ai contanti non serve a combattere l’evasione, ma a creare un meccanismo sul modello green pass per la filiera dei pagamenti. Così banche e Stati potranno controllare le spese e assegnare dei rating.Sul tema Pos, obbligo sì o obbligo no, soglia sì o soglia no, consentiteci due premesse. La prima tocca l’idea di libertà che dovrebbe pervadere i rapporti Stato-cittadini e cittadino-cittadino. Non esiste alcuna correlazione diretta tra evasione e utilizzo del contante: a meno di non volerne abolirne del tutto l’uso. Siamo a favore della totale circolazione delle banconote senza alcun limite (come in molte nazioni Ue), ma al tempo stesso è lecito auspicare che in un Paese civile siano consentite sempre le transazioni più agevoli per le parti. Se molti cittadini, dunque, preferiscono l’uso di bancomat e carte di credito, sarebbe opportuno agevolarli. Ecco che il governo potrebbe, per tagliare la testa al toro, annunciare l’eliminazione di qualunque soglia sull’uso del Pos solo dopo aver affrontato il tema delle commissioni. Sono troppe? Se ne discute e si cerca una soluzione, e in questo modo non si presta il fianco a provocazioni politiche da parte dell’opposizione. La seconda premessa invece ci porta obbligatoriamente a fare chiarezza, di nuovo, sul tema della correlazione tra i pagamenti digitali e il Pnrr. A pagina 111 del documento datato 2021 e intitolato Relazione sull’economia non osservata a firma ministero dell’Economia, si legge espressamente che le Country specific recommendations partorite dell’Ue nel 2019, su cui si base anche il Pnrr, in riferimento alla politica fiscale indicano come prioritaria la riduzione della pressione fiscale sul lavoro in modo da ridurre l’evasione nel comparto lavorativo e quindi dei dipendenti in nero. Così come si suggerisce di potenziare i pagamenti elettronici obbligatori, «anche mediante un abbassamento dei limiti legali per i pagamenti in contanti». Oltre a notare che la posizione sottostante al Pnrr è in netto contrasto con la lettera inviata dalla Bce a Giuseppe Conte con cui rivendica la primogenitura delle scelte monetaria, va spiegato che nel Pnrr si fa riferimento esclusivamente alla «riduzione del tax gap». In altre parole, anche il Recovery ci vende la solita zuppa secondo cui se tutti i cittadini pagano, ciascun cittadino paga di meno. Niente di più. Non c’è altro riferimento, tanto meno ai Pos. Eppure questa forma di storytelling è dura a morire. Resiste grazie ai messaggi contenuti in numerosi articoli di quotidiani mainstream e al racconto di una buona fetta di politici. Il motivo si può facilmente spiegare attraverso gli obiettivi della Commissione Ue definiti a febbraio del 2020 e mirati alla trasformazione digitale del Vecchio continente. Un pilastro che ha tenuto in piedi anche il discorso d’insediamento di Ursula von der Leyen. Come tutte le strade pericolose e di trasformazione ardita della società sono ovviamente sotto gli occhi di tutti. I complottisti tendono a dipingere attorno al perimetro aloni opachi e a vedere diavoli ovunque, quasi tutti gli altri tendono purtroppo a ignorare il percorso e a soffermarsi soltanto sui singoli step o gradini. È chiaro che le raccomandazioni della Commissione inerenti i temi fiscali e, in generale, quelli che influiscono sulle dinamiche economiche e sociali, non possono prescindere dall’obiettivo finale. Trasformare i governi in piattaforme e i cittadini in identità digitali. L’idea è quella di arrivare al 2030 con una società fondamentalmente cashless, senza contante, come si dice in inglese, e al tempo stesso garantire e imporre a chi usa i propri portafogli digitali di fare praticamente tutto dentro il mondo virtuale. Il salto avverrà fra cinque anni quando la Bce potrebbe essere pronta a trasformare l’euro cartaceo in euro digitale. Se si confronta la blockchain utilizzata per allestire il green pass si scopre che è uguale a quella studiata dalla Banca centrale per portare l’euro digitale sui nostri smartphone. Sarà ufficialmente una valuta al portatore, ma non anonima come la banconota. Sarà anonimizzata come il green pass. Tradotto, anche in questo caso e in parole più semplici, significa che la Bce non saprà esattamente a chi appartengono i soldi sul conto, ma al tempo stesso potrà bloccarli o bonificarli ad altri senza il consenso del titolare. Il Parlamento tedesco già studia queste applicazioni per bypassare le dichiarazioni dei redditi. Il 16 del mese i soldi spariranno dal conto digitale e sarà lo stesso gestore a fare il prelievo incrociando le altre banche dati, incassi, fatture, spese sostenute e così via. Una società olandese finanziata da Bruxelles sta studiando la possibilità di prelevare l’Iva dovuta al momento stesso della transazione. Se si uniscono i puntini si comprende come numerose svolte o tragedie servano a cambiare la nostra società. Prima il Covid, poi la transizione ecologica e infine il bene fiscale della collettività. Raccontare che l’evasione si combatte a colpi di Pos serve a togliere l’attenzione dal percorso complessivo e al tempo stesso a spostarla dalla vera evasione: quella che tocca le grandi aziende tramite il cosiddetto transfer pricing e quella che riguarda la criminalità organizzata. Non ci spingiamo a dire che il totale tracciamento digitale servirà a controllare la vita delle persone, ma di certo servirà a tracciare tutta la filiera delle valute. Imponendo l’euro digitale sarà possibile creare per ciascun cittadino un rating finanziario e plasmare il costo del denaro in base al voto che a ciascuno di noi sarà assegnato. Un futuro in cui la libertà di spesa sarà molto molto ridotta.
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
Gabriele D'Annunzio (Getty Images)
Lo spettacolo Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con Edoardo Sylos Labini e le musiche di Sergio Colicchio, ha debuttato su RaiPlay il 10 settembre e approda su RaiTre il 12, ripercorrendo le tappe della vita del Vate, tra arte, politica e passioni.
Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (Ansa)