2022-02-04
Torna l’ossessione del siero sotto i 5 anni
Il coordinatore del Cts suona la carica per primavera: «Le agenzie non si sono espresse, ma non ho dubbi». Le perplessità però le hanno all’estero e la Fda chiede il doppio test al vaccino Pfizer. Senza contare che nella fascia tra 0 e 9 si è già superato il picco.Mario Draghi dice che «i dati sono molto incoraggianti», il ministro della Saluta, Roberto Speranza, che «siamo in una fase nuova» e anche Fabio Ciciliano del Comitato tecnico scientifico, intervistato dal Corriere della Sera, vede all’orizzonte «una situazione favorevole», ipotizzando addirittura uno scioglimento a breve dello stesso Cts. Eppure il coordinatore, nonché presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, cosa fa? Torna all’attacco sulla vaccinazione ai bambini più piccoli. Intervistato da Sky Tg24, Locatelli ieri ha infatti annunciato che per avere disponibile il vaccino nella fascia 0-5 anni «potrebbe essere ragionevole l’orizzonte della primavera». Ovviamente, ha poi aggiunto che «le agenzie regolatorie sono chiamate a formulare il loro parere autorizzativo in funzione dei dati che verranno a cumularsi rispetto al profilo della sicurezza, ma qui personalmente non ho la minima perplessità». Quindi la scienza ancora non ce lo dice, Locatelli sì perché ci crede personalmente. Perché «siamo ormai a 1.200.000 bimbi nella fascia 5-11 anni vaccinati e non sono stati segnalati casi che possano destare la minima preoccupazione», perché «abbiamo coperto questo 33% di bambini e non dobbiamo dimenticarci che, seppur eccezionalmente, purtroppo, ci possono essere dei casi addirittura fatali anche nell’età pediatrica. Quindi il messaggio forte è quello di continuare a perseguire la politica delle vaccinazioni».Anche in altri Paesi restano forti perplessità sulla necessità di vaccinare i più piccolini: in attesa dell’ok alle dosi per gli under 5, che dovrebbe arrivare entro fine mese, la Fda americana ha dichiarato che il vaccino prodotto da Pfizer verrà sottoposto a un doppio test, seguendo la stessa procedura adottata per dare via libera al vaccino per gli adulti. Ma milioni di genitori sono alle prese con il dubbio se far vaccinare i propri figli piccoli e l’incertezza è stata innescata dalla comunicazione delle aziende farmaceutiche che, a dicembre, avevano definito «non sufficientemente robuste» le risposte su bambini tra i due e i quattro anni. Risultati migliori, avevano aggiunto, erano emersi su quelli tra i sei mesi e i due anni. Queste informazioni hanno finito per lasciare milioni di genitori nel dubbio: affrettarsi a far vaccinare i figli, quando arriverà il via libera? O aspettare? Pfizer, che è in fase più avanzata nella produzione del vaccino per i bambini, sta testando una dose di 3 microgrammi, equivalente a meno di un terzo di quella autorizzata per quelli tra 5 e gli 11 anni, e un decimo rispetto alle dosi somministrate agli adulti. A Moderna, che sta portando avanti le sue ricerche, è stato chiesto dall’agenzia federale di aumentare il numero dei test, per poter avere dati più consolidati. Per alcuni genitori c’è poi un fattore di incertezza in più: cosa fare con un figlio che ha quasi 5 anni? Precipitarsi per fargli fare una dose più leggera, prima che entri nella fascia 5-11? Qui in Italia sarebbe inoltre opportuno ricordare un dettaglio non irrilevante: la fascia tra gli 0 e i 9 anni ha già superato il picco dei contagi, come dimostra l’andamento della curva con i dati dello stesso Istituto superiore della sanità sull’incidenza giornaliera ogni 100.000 abitanti (aggiornati al primo febbraio). Ciò significa che molti bimbi piccoli hanno già sviluppato gli anticorpi naturali. E nel frattempo tutte le altre fasce anagrafiche continuano a scendere, seppur con velocità diverse. Ma Locatelli non ha «la minima perplessità». Anzi, precisa anche che per i bambini 0-5 anni il vaccino «sarà certamente di due dosi e gli studi prevedono un dosaggio ridotto anche rispetto alla fascia 5-11 anni. Una volta che avremo i dati saremo più precisi rispetto all’inizio della campagna di vaccinazione in questa fascia di età». Insomma, non è ancora fissata la data ma a primavera si parte. Ovvero giusto in tempo per la stagione più calda che comincerà a far diminuire i contagi e per la chiusura delle scuole a giugno. Dal ministero ieri è intervenuto sull’argomento anche il sottosegretario Pierpaolo Sileri, che su Radio Cusano Campus ha commentato le nuove regole decise in Cdm, in particolare quei provvedimenti relativi alla scuola che vedono una differenza tra gli under 18 vaccinati: «Non c’è alcun obbligo per i vaccini ai bambini, non c’è alcuna imposizione. Il vaccino va a proteggere i nostri piccoli e offre quei vantaggi che fanno sì che possa evitarsi una forma della malattia, anche grave», ha assicurato Sileri. Aggiungendo che lui non avrebbe comunque dubbi a vaccinare anche i suoi figli che hanno meno di 5 anni: «lo dico da medico ma anche mia moglie, che medico non è, mi chiede tutte le settimane quando sarà possibile farlo». C’è però il rischio (forse la certezza) che il padre o la madre con qualche dubbio in più di Sileri venga poi accusato di essere un pericoloso no vax, nonché un pessimo genitore. Nel frattempo, l’Agenzia europea del farmaco (Ema) sta valutando l’estensione della dose booster con Moderna agli adolescenti di 16 e 17 anni e si attende di ricevere a breve una simile richiesta per la fascia 12-15 anni.
Jose Mourinho (Getty Images)