2021-04-09
La toppa della Lega al Copasir: azzeriamolo
Matteo Salvini (Getty Images)
Matteo Salvini sposa la proposta del presidente Raffaele Volpi, che però non si dimette richiamandosi al precedente di Massimo D'Alema. Assenti alla prima convocazione dopo mesi il vice Adolfo Urso ed Elio Vito. Lettera Pd-M5s: no a regolamenti di conti politici nel Comitato.Il 23 dicembre 2011 l'allora presidente forzista del Senato, Renato Schifani, risponde a una sollecitazione del parlamentare Federico Bricolo, capogruppo della Lega. L'azzurro spiega che oltre il 90% dell'Aula ha votato a favore del governo tecnico di Mario Monti. Ne segue che in alcun modo si sarebbe potuto garantire la pariteticità del Copasir, Comitato per la sicurezza nazionale. La legge prevede che metà dei membri debba provenire dalla maggioranza e metà dalla minoranza. Il presidente va alla seconda compagine. Dalla lettera si evince chiaramente che il Carroccio sollevò questioni sul corretto equilibrio del Copasir. All'epoca fu infatti il solo gruppo a non votare la fiducia a Monti. Con lo stop di Schifani rimase sul tavolo la sola opzione di rimettere l'incarico di presidente nelle mani di Massimo D'Alema che nel frattempo aveva dato le dimissioni. Il governo era di natura tecnica e a fine legislatura. Così andò a finire anche perché la Lega non rivendicò a sé nulla. A parti inverse ieri l'attuale presidente Raffaele Volpi ha tenuto a ribadire la sua volontà di seguire le orme di D'Alema. Con la differenza però che la legislatura è a metà percorso e soprattutto che Fratelli d'Italia chiede il rispetto della legge e rivendica per sé la presidenza. Fin qui i tecnicismi, d'ora in avanti invece sarà tutta una questione politica. I presidenti delle Camere, come abbiamo già avuto modo di raccontare, lo scorso martedì, tirati in ballo, hanno preferito non prendere posizione. Hanno confermato l'irregolarità della composizione del Copasir, ma al tempo stesso l'hanno dichiarato abile e arruolato. Così ieri Volpi ha convocato la riunione, (l'ultima volta era stato il 20 gennaio), non ha dato le dimissioni, ma ha preso atto che il vice presidente FdI Adolfo Urso non era presente e assente era pure Elio Vito, deputato di Forza Italia che ha rilasciato una dichiarazione di fuoco. «Non ho partecipato alla riunione: il rispetto della norma di legge che assegna la presidenza all'opposizione non può essere discrezionale. Ed i diritti dell'opposizione, in una democrazia, non sono una gentile concessione della maggioranza», ha scritto su Twitter. La seduta che all'ordine del giorno aveva l'approvazione dei lavori del semestre ha preso una diversa piega. Volpi ha fatto mettere agli atti due proposte. La prima mirerebbe a portar fuori dall'impasse il Comitato con le dimissioni di massa e poi una nuova tornata di nomine. Altrimenti la seconda opzione sarebbe rivedere la legge 124 del 2007, la medesima che regola gli equilibri del Copasir. Quest'ultima, una strada quasi impossibile da percorrere visto che non c'è alcuna unità dentro il centrodestra. A spingere poi per la prima idea è il leader della Lega, Matteo Salvini, che dopo aver incontrato Mario Draghi, sollecitato da giornalisti che chiedevano commenti sul tema e sulla lettera di reclamo di Giorgia Meloni, ha voluto precisare che lui si occupa delle aperture e non delle poltrone del Copasir. Aggiungendo, «si dimettano tutti per ripartire da capo». Sarà probabilmente la soluzione che imbracceranno tutti sebbene la legge dica altro. E non dovrebbe essere il Comitato a dimettersi ma l'attuale presidente. È però vero che al momento non ci sono altri membri di opposizione da inserire che non siano provenienti da Fratelli d'Italia. E probabilmente nessuno vuole tenere bloccato il Comitato che sta accumulando una lunga lista di lavori da svolgere. Ieri il Pd ha sterzato la posizione. Enrico Letta rispondendo alle sollecitazioni della Meloni si era detto favorevole a una presidenza targata FdI. Ieri i dem e i 5 stelle hanno fatto una nota congiunta per ribadire che la sicurezza nazionale non può essere un terreno di scontro politico. «La decisione di alcuni partiti del centrodestra di non partecipare ai lavori del Copasir, la cui attività è ripresa dopo lungo tempo, denota lo stato di gravità di una situazione che vede il trasferimento all'interno di una delicata sede istituzionale di dinamiche interne ai partiti e alla coalizione di centrodestra», si legge nella nota firmata da Enrico Borghi (Pd), Federica Dieni (M5S), Maurizio Cattoi (M5S) e Francesco Castiello (M5S), tutti membri del Comitato. «Le importanti questioni connesse alla sicurezza nazionale che il Paese sta vivendo», prosegue la nota, «impongono un Comitato nel pieno delle proprie funzioni. Facciamo pertanto appello al senso di responsabilità delle forze politico-parlamentari, stante la delicatezza del ruolo e delle prerogative che la legge affida al Copasir, affinché non si trasformi un luogo così sensibile e delicato in una palestra di esercizi muscolari». La nota è lunga, ma vale la pena riportarla in modo integrale perché spiega bene la delicatezza del momento. Ci sono le candidature a Roma e Milano, gli equilibri al Senato e le basi da porre per la prossima legislatura. Nessuno vuole fare un passo indietro e quindi l'azzeramento consentirebbe a tutti di muoversi senza restare con il cerino in mano. Sarà una forzatura delle legge ma la politica è un continuo aggiustare il tiro.
Jeffrey Epstein (Getty Images)
Nel riquadro, Giancarlo Tulliani in una foto d'archivio
A Fontanellato il gruppo Casalasco inaugura l’Innovation Center, polo dedicato a ricerca e sostenibilità nella filiera del pomodoro. Presenti il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, l’amministratore delegato di FSI Maurizio Tamagnini e il presidente della Tech Europe Foundation Ferruccio Resta. L’hub sarà alimentato da un futuro parco agri-voltaico sviluppato con l’Università Cattolica.
Casalasco, gruppo leader nella filiera integrata del pomodoro, ha inaugurato oggi a Fontanellato il nuovo Innovation Center, un polo dedicato alla ricerca e allo sviluppo nel settore agroalimentare. L’obiettivo dichiarato è rafforzare la competitività del Made in Italy e promuovere un modello di crescita basato su innovazione, sostenibilità e radicamento nel territorio.
All'evento hanno partecipato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, l’amministratore delegato di FSI Maurizio Tamagnini, il presidente della Tech Europe Foundation Ferruccio Resta e il management del gruppo. Una presenza istituzionale che sottolinea il valore strategico del progetto.
Urso ha definito il nuovo centro «un passaggio fondamentale» e un esempio di collaborazione tra imprese, ricerca e istituzioni. Per Marco Sartori, presidente di Casalasco Spa e del Consorzio Casalasco del Pomodoro, l’hub «non è un punto d’arrivo ma un nuovo inizio», pensato per ospitare idee, sperimentazioni e collaborazioni capaci di rafforzare la filiera.
L’amministratore delegato Costantino Vaia parla di «motore strategico» per il gruppo: uno spazio dove tradizione e ricerca interagiscono per sviluppare nuovi prodotti, migliorare i processi e ridurre l’impatto ambientale. Tamagnini, alla guida di FSI – investitore del gruppo – ricorda che il progetto si inserisce in un percorso di raddoppio dimensionale e punta su prodotti italiani «di qualità valorizzabili all’estero» e su una filiera sostenibile del pomodoro e del basilico.
Progettato dallo studio Gazza Massera Architetti, il nuovo edificio richiama le cascine padane e combina materiali tradizionali e tecnologie moderne. I mille metri quadrati interni ospitano un laboratorio con cucina sperimentale, sala degustazione, auditorium e spazi di lavoro concepiti per favorire collaborazione e benessere. L’architetto Daniela Gazza lo definisce «un’architettura generativa» in linea con i criteri di riuso e Near Zero Energy Building.
Tra gli elementi distintivi anche l’Archivio Sensoriale, uno spazio immersivo dedicato alla storia e ai valori dell’azienda, curato da Studio Vesperini Della Noce Designers e da Moma Comunicazione. L’arte entra nel progetto con il grande murale di Marianna Tomaselli, che racconta visivamente l’identità del gruppo ed è accompagnato da un’esperienza multimediale.
All’esterno, il centro è inserito in un parco ispirato all’hortus conclusus, con orti di piante autoctone, una serra e aree pensate per la socialità e il benessere, a simboleggiare la strategia di sostenibilità del gruppo.
Casalasco guarda già ai prossimi sviluppi: accanto all’edificio sorgerà un parco agri-voltaico realizzato con l’Università Cattolica di Piacenza, che unirà coltivazioni e produzione di energia rinnovabile. L’impianto alimenterà lo stesso Innovation Center, chiudendo un ciclo virtuoso tra agricoltura e innovazione tecnologica.
Continua a leggereRiduci
Da sinistra in alto: Piero Amara, Catiuscia Marini, Sergio Sottani e Luca Palamara (Ansa)