2025-01-24
Timmermans difende i soldi alle Ong: «È positivo finanziare gruppi verdi»
Frans Timmermans (Getty images)
Il vecchio commissario nega l’esistenza di contratti segreti ma rivendica la pratica: «Le aziende hanno molto denaro, le associazioni no». Ecco come Bruxelles distribuisce sovvenzioni coi fondi pubblici.Follow the money. A quanto pare anche il Green deal europeo non si sottrae a questa regola. In questi giorni il quotidiano olandese De Telegraaf ha spiattellato che la precedente Commissione europea ha riccamente finanziato Ong ambientaliste per fare pressioni a favore delle riforme promosse dall’ex vicepresidente della Commissione europea responsabile per il Green deal, l’olandese Frans Timmermans.Secondo il quotidiano olandese, alle organizzazioni non governative venivano addirittura assegnati obiettivi di risultati concreti per le pressioni verso eurodeputati e Stati membri. Una di queste, l’European environmental bureau, un network di 185 organizzazioni green, avrebbe avuto l’esplicito incarico di fornire almeno 16 esempi di come il Parlamento europeo avesse reso più rigide le normative ambientali grazie alla loro pressione.i documentiDai documenti che De Telegraaf ha esaminato, emergerebbe che 700.000 euro di sussidi sarebbero stati utilizzati per fare pressioni sugli eurodeputati per orientare in chiave green il dibattito sulle politiche agricole europee.L’attuale commissario al Bilancio, Piotr Serafin, ha definito ieri in aula a Strasburgo «inopportuno» finanziare Ong ambientaliste per fare lobby sugli europarlamentari. Un timido eufemismo.Timmermans, sentito da De Telegraaf, si mostra tranquillo: «Non ho mai chiesto loro di fare il mio lavoro», ha detto. «La totale trasparenza è il modo migliore per scoprire cosa sia realmente accaduto», ha concluso. Poi ha detto che di «non essere a conoscenza alcun contratto segreto», dicendo: «Non ho mai concluso tali contratti personalmente e non ne sono stato direttamente coinvolto durante il mio mandato da commissario europeo». Poi però ha aggiunto che il fatto che la Commissione sostenga finanziariamente gruppi d’interesse quali le organizzazioni ambientaliste è «una cosa positiva» e che «ogni processo decisionale politico trae vantaggio da un dibattito equilibrato tra diversi interessi ma che le grandi aziende hanno un sacco di soldi mentre le organizzazioni sociali no». I fondi con cui le Ong sono finanziate provengono da diversi programmi delle varie direzioni generali della Commissione, ad esempio il programma Life della dg Env (Environment, cioè ambiente) o il programma Horizon 2020 della dg Ricerca e innovazione.Ma lo strano caso della Commissione che finanzia le Ong per fare lobby non è certo una novità. Questo giornale ne ha parlato ampiamente in passato (vedi La Verità dell’8 maggio 2023). C’è il caso abnorme di Transport & Environment, Ong progressista americana che nel 2022 ha ricevuto 739.568 euro dalla Commissione. I gruppi di pressione che riescono ad accreditarsi presso l’Unione europea lavorano su vari livelli. Parlano con il singolo parlamentare europeo, con i membri delle commissioni, con assistenti, funzionari, portando le proprie posizioni sui temi di interesse. Poi, partecipano alle consultazioni pubbliche che spesso la Commissione indice su nuovi provvedimenti. Rappresentanti delle lobby intervengono poi direttamente nei lavori di gruppi, commissioni o comitati in qualità di esperti, in certi casi, o di portatori di interessi in altri. Infine, molto spesso la Commissione richiede (e paga) studi su temi specifici, che i gruppi di pressione sono in grado di produrre in abbondanza. I finanziamenti vengono concessi da Cinea, una agenzia che si occupa dei finanziamenti, su presentazione di progetti da parte delle Ong ed erogati se la Commissione ritiene che il progetto sia in linea con gli obiettivi europei (ovviamente i progetti lo sono sempre). I fondi fanno parte del bilancio pluriennale dell’Ue.Ed è stata sempre La Verità a raccogliere nel giugno 2023 il racconto della deputata tedesca del Ppe, Christine Schneider, che aveva denunciato non solo le forti pressioni esercitate dallo stesso Timmermans per approvare la legge sul ripristino della natura, ma anche l’esistenza di pratiche inaccettabili della Commissione. Schneider aveva raccontato a La Verità della attività condotte dalla Commissione sulla piattaforma europea per le imprese e la biodiversità. «Il segretariato di questa piattaforma, gestito dalla stessa dg Env, ha inviato una mail a tutti i suoi membri, comprese le aziende e le Ong, per offrire loro un pacchetto completo di azioni sui social network e anche un elenco preciso di membri da proporre». Affermava Schneider che «la Commissione europea ha organizzato una campagna politica per ottenere l’approvazione del proprio disegno di legge attraverso il processo democratico. Sta chiaramente interpretando in modo errato il suo ruolo e questo comportamento deve assolutamente essere rivisto poiché inficia anche la cooperazione tra le istituzioni. È inaccettabile che una piattaforma completamente finanziata dalla Commissione fornisca una tabella di marcia per influenzare o fare pressione sugli eurodeputati».Insomma, non si tratta di cose nuove. Semmai, lo scandalo è che non sia stato fatto nulla sinora, nonostante le ripetute denunce. Emerge ancora una volta la sostanziale mancanza di controllo democratico dell’Ue, dove il fumoso processo di formazione delle leggi è esposto a qualunque azione di lobby ben finanziata, senza alcun filtro reale. Peraltro, la questione oggi riguarda il Green deal, ma non è detto che la Commissione si sia limitata a questo. La mancanza di trasparenza nell’operato della Commissione, del resto, non è argomento nuovo, anzi: si pensi alla questione dei vaccini nel 2020.Un portavoce dell’Ue ha detto ieri: «Non c’è alcun problema nel fatto che la Commissione fornisca fondi Ue alle Ong idonee. È sempre stato fatto, più o meno, ed è qualcosa che stiamo cercando di portare avanti. Ciò che stiamo analizzando è il modo in cui questo viene fatto. Ciò che vogliamo evitare, e penso che il commissario Serafin sia stato estremamente chiaro, è di fornire finanziamenti alle Ong, che vengono poi utilizzati da loro specificamente per fare pressioni su alcuni membri dello staff della Commissione europea e membri del Parlamento europeo in modo estremamente mirato. Questa è la pratica che vogliamo eliminare». Alla buon’ora.«fare luce»Nel frattempo, a Strasburgo il capo delegazione della Lega al Parlamento europeo Paolo Borchia ha depositato una interrogazione con cui chiede alla Commissione «se intende procedere a una revisione e/o al ritiro della legislazione interessata dai fatti». In una nota, il capo delegazione di Fratelli d’Italia e coordinatore Ecr in commissione Agricoltura al Parlamento Europeo, Carlo Fidanza, scrive che «la Commissione deve fare immediatamente chiarezza su tutte le somme a ogni titolo versate a soggetti non istituzionali per condizionare il dibattito pubblico, nonché la conferma dell’esistenza delle relazioni sulle attività di lobbying effettuate e ogni altra informazione necessaria a fare luce su questo che rischia di essere uno scandalo di proporzioni enormi».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.