2025-02-13
Tim accetta 700 milioni per Sparkle. Il mercato crede all’arrivo di Poste
Sì del cda alla proposta di Mef e Retelit. Su del 3% i ricavi grazie a domestico e Brasile.Tim alle grandi manovre. Ieri il cda dell’ex monopolista delle telecomunicazioni ha esaminato e approvato la proposta vincolante per l’acquisto della partecipazione totalitaria detenuta in Sparkle, arrivata dal ministero dell'Economia e delle Finanze insieme a Retelit. La proposta, che valorizza Sparkle a 700 milioni di euro, prevede la firma dei contratti entro l’11 aprile, mentre il perfezionamento della cessione è atteso entro il primo trimestre del 2026, una volta completati gli adempimenti precontrattuali, inclusi l’ottenimento delle necessarie autorizzazioni Antitrust e in materia di Golden Power.Secondo quanto diffuso da Tim, il Consiglio ha condotto un «ampio e approfondito esame» dell’operazione, avvalendosi della consulenza di Vitale & Co, Goldman Sachs e Mediobanca per gli aspetti finanziari, nonché degli avvocati dello studio Gatti Pavesi Bianchi Ludovici per le questioni legali. L’operazione è stata approvata all’unanimità, con il parere favorevole del Comitato parti correlate, che ha ricevuto supporto da Equita e, per gli aspetti giuridici, dal professor Umberto Tombari.Va aggiunto che le banche coinvolte nell’operazione hanno sbloccato il nodo del finanziamento per l’acquisizione di Sparkle, fornendo a Tim una sorta di garanzia per conto del ministero dell’Economia e delle Finanze e del fondo spagnolo Asterion. Due giorni fa, Banco Bpm, Mps, Ing e la new entry Intesa Sanpaolo hanno consegnato agli acquirenti una lettera di impegno per avviare la pratica di un prestito da 700 milioni di euro di cui circa 400 milioni a debito e il resto in equity. Il cda di Tim aveva prorogato l’esclusiva fino al 15 marzo per garantire il tempo necessario a ottenere la linea di credito. Sempre ieri, inoltre, il cda del gruppo guidato dall’ad Pietro Labriola e presieduto da Alberta Figari ha approvato i conti 2024 e l’aggiornamento sul piano industriale al 2027. La società ha registrato ricavi di 14,5 miliardi di euro, in crescita del 3,1% rispetto al 2023, trainati dall’espansione delle attività domestiche e della controllata Tim Brasil. Il gruppo ha chiuso il 2024 con un Ebitda After Lease di 3,7 miliardi di euro, segnando un incremento del 10,1% su base annua. La crescita è stata supportata dall’aumento dei ricavi nei segmenti consumer (+0,6%), enterprise (+4,1%) e Tim Brasil (+6,8%). La riduzione dell’indebitamento è stata un altro traguardo chiave: al 31 dicembre 2024, il debito netto After Lease è sceso sotto i 7,3 miliardi di euro. Per il 2025, Tim prevede un incremento dei ricavi tra il 2% e il 3%, con una crescita media annua del 3% nel triennio 2024-2027. L’Ebitda After Lease è atteso in aumento del 7% per il gruppo e tra il 5% e il 6% per Tim Domestic. Sul fronte degli investimenti, Tim destinerà circa sei miliardi di euro nel triennio 2025-2027 per potenziare le infrastrutture digitali, con un focus su 5G, data center, IoT e intelligenza artificiale. La società ha inoltre ribadito il suo impegno sulla sostenibilità, puntando all’uso del 100% di energia rinnovabile entro il 2025 e alla riduzione delle emissioni per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2040. Resta, poi, il nodo sulle voci che darebbero Tim verso una fusione con la francese Iliad. La questione sta preoccupando non poco l’esecutivo, azionista attraverso Cdp e il ministero dell’Economia – entrambi titolari del cosiddetto golden power, il diritto di veto su operazioni strategiche. Del resto, si tratta di un segmento fondamentale dell’economia italiana, seppur privo della rete fissa, rischierebbe infatti di passare in mani straniere. Tale preoccupazione si accentua alla luce della recente acquisizione di Vodafone da parte di Fastweb, che è di proprietà di Swisscom, la quale risulta controllata dallo Stato svizzero. Non a caso, si sta facendo strada l’ipotesi - sempre più concreta e che potrebbe concretizzarsi nel fine settimana - secondo cui Poste Italiane, società controllata per il 60% dallo Stato, possa diventare nuovo azionista rilevante di Tim, preservandone così la nazionalità. Si ipotizzerebbe uno scambio di quote tra Poste e Cdp all’interno del capitale di Tim, operazione che coinvolgerebbe anche la società dei pagamenti Nexi. Gli analisti sostengono che questo assetto faciliterebbe la realizzazione di alcuni dossier particolarmente rilevanti per Nexi, come la cessione della rete interbancaria alla stessa Cdp o un’eventuale combinazione con la francese Worldline. Secondo i rumors, nell’ambito dell’ipotetico intervento di Poste in Tim, la società guidata da Matteo Del Fante acquisirebbe il 9,8% del gruppo di telecomunicazioni attualmente detenuto da Cdp, mentre cederebbe il proprio 3,78% in Nexi alla Cassa, con l’aggiunta di un conguaglio in denaro. In questo modo, la quota di Cdp in Nexi salirebbe dall’attuale 14,46% al 18,24%, rafforzando il suo controllo sulla società. Il titolo di Tim ieri ha navigato vicino la parità, chiudendo la seduta in aumento dello 0,3% a 0,3 euro. Mentre Nexi è salita del 3,80% a quota 4,562 euro.
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco