2025-01-23
Su Tim i giudici contro l’esecutivo: «Pagate ora 1 miliardo di rimborso»
Giancarlo Giorgetti (Ansa)
Niente sospensiva per la restituzione del canone del 1995. Cessione Sparkle: proroga a marzo. Giornata importante per Tim. Da un lato, la Corte d’Appello di Roma che ha respinto la richiesta di sospensiva del governo sul rimborso di un canone che il gruppo aspetta dal 1998. Dall’altro, il consiglio di amministrazione del gruppo che ha confermato l’evoluzione positiva delle negoziazioni riguardanti la cessione di Sparkle pur concedendo ai compratori (il Mef e il fondo Asterion attraverso Retelit) fino al 15 marzo per definire l’offerta. Incasso previsto di 700 milioni che rappresentano un altro passo verso il rafforzamento della sua posizione finanziaria.La Corte d'Appello di Roma, con una decisione che ha fatto seguito alla sentenza di aprile 2024, ha rigettato il ricorso dell’Avvocatura di Stato, che chiedeva la sospensione del rimborso. Fra le ragioni del ricorso l’assenza di risorse. Il pagamento del miliardo, infatti, avrebbe costretto il governo a rifare i conti della Finanziaria. Il caso riguarda un canone versato da Telecom Italia nel 1998, che la Corte ha ritenuto non dovuto. Questo importo, che inizialmente ammontava a circa 529 milioni, è stato rivalutato e ha accumulato interessi, portando la cifra attuale a oltre un miliardo di euro. La sentenza stabilisce che, in attesa della Cassazione (non prima del 2026), il governo dovrà rimborsare quanto ottenuto ingiustamente oltre 25 anni fa. Somma a cui si dovranno aggiungere altri 25 milioni di interessi maturati in questi otto mesi, scollinando quindi il miliardo di euro. Un tassametro, inoltre, non si fermerà fino al rimborso della cifra. Questa decisione ha avuto un impatto positivo sul titolo di Tim, che ha visto un aumento delle sue azioni dopo la notizia, seppur con un successivo assestamento. Il rimborso rappresenta un incasso straordinario che rafforzerà le finanze di Tim aprendo la strada a una possibile distribuzione di dividendi. Se ne parlerà il 13 febbraio alla presentazione del piano industriale 2025-2027. Parallelamente alla questione del canone, Tim è impegnata anche nella cessione della sua controllata Sparkle che gestisce una delle reti di cavi sottomarini più importanti a livello globale. Il consiglio d’amministrazione di Tim ha comunicato che le negoziazioni con Mef e la società Retelit per l’offerta vincolante da 700 milioni di euro sono in fase di evoluzione positiva. Tuttavia, nonostante i progressi, la decisione finale sulla vendita non è ancora stata presa, poiché le trattative relative al finanziamento bancario dell’operazione non sono state ancora completate. Di conseguenza, Tim ha concesso un’estensione fino al 15 marzo per permettere la finalizzazione di queste operazioni preparatorie.La cessione di Sparkle rappresenta un passo importante per Tim, non solo per la valorizzazione di un asset strategico, ma anche per alleggerire il suo bilancio e concentrare risorse in altre aree chiave del business. Il completamento di questa operazione, infatti, potrebbe migliorare ulteriormente la liquidità del gruppo e facilitare la gestione del debito, aspetto cruciale nel contesto di un piano industriale che mira a stabilizzare e rilanciare la società.In sintesi, la combinazione di questi due sviluppi - la decisione della Corte d'Appello di Roma e la cessione di Sparkle - potrebbe segnare un punto di svolta per Tim. Se il rimborso del canone e la vendita di Sparkle si concretizzeranno come previsto, il gruppo sarà in una posizione più forte per affrontare le sfide future. Queste operazioni, insieme al piano industriale in fase di aggiornamento, dovrebbero, secondo gli analisti, contribuire a un ritorno di fiducia da parte degli investitori.
(Totaleu)
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